Così sono diventato… un installatore 2.0

installatore
STEFANO BOCCHI sul tetto di un’abitazione dove ha realizzato un impianto fotovoltaico da 3 kW.

«Ho lavorato per una primaria azienda multinazionale del settore fotovoltaico – racconta Stefano Bocchi, fondatore di Impianti Moderni di Triuggio (MB) – e alla fine del 2013 ho sentito la necessità di trovare un piano B perché il mercato in Italia stava subendo una forte crisi e l’azienda per la quale lavoravo cominciava ad avere qualche difficoltà. L’idea “geniale” che ho avuto è stata quella di iniziare a fare l’installatore, non solo di energie rinnovabili e impianti fotovoltaici ma di inventarmi un’azienda impostata sul concetto di installatore 2.0, insomma un elettricista evoluto in grado di trattare tutte le tematiche relative a una casa o a un’azienda dal punto di vista tecnologico.

Quindi sì al fotovoltaico e ai sistemi d’accumulo, soprattutto per il privato, ma anche a tutta la parte di gestione canonica dell’impianto elettrico, sicurezza, domotica, videosorveglianza, termoregolazione e altro ancora. Nel marzo 2014 nasce Impianti Moderni, anche il nome stesso è scaturito dall’idea di un amico – che tuttora segue la nostra immagine – che mi ha suggerito di non dare all’azienda il classico nome che identifica un elettricista, ma un qualcosa in più, un aspetto più globale di tutta l’impiantistica».

È stato facile entrare nel settore?

«No, affatto! Non è stato facile, perché comunque è un mercato sufficientemente maturo, in cui ci sono realtà molto preparate, professionisti in gamba, ma è vero anche che ci sono molti clienti che hanno esigenze particolari che vogliono (o vorrebbero) conoscere tecnologie nuove o soluzioni innovative che l’installatore medio non propone perché non le ritiene mature, né convenienti o tecnologicamente idonee (e parlo di domotica, di sistemi di accumulo per fotovoltaico e di tutti questi sistemi…). Esiste tutta una base di installatori che lavora sul tradizionale, senza spostare l’asticella verso l’alto e senza rendersi conto che in realtà le soluzioni e le integrazioni – se trovano l’ambiente e la necessità giusta – diventano anche sostenibili dal punto di vista economico.

Molti clienti hanno esigenze particolari che l’installatore medio non propone

La domotica non è per tutti, ma dove può essere integrata dà una grossa mano sia all’installatore, sia all’utente finale per l’interfaccia con tutti i sistemi. Oggi sempre più le abitazioni dove concentro maggiormente le mie attività sono abitazioni monoenergetiche, senza gas, NZEB, dove il livello di efficienza termica è elevato e dove serve sempre più la conoscenza dell’integrazione di tutti questi sistemi, della ventilazione meccanica, delle pompe di calore, la possibilità di far dialogare la termoregolazione con l’impianto elettrico, di poter gestire il tutto da remoto e tutte queste cose che, se studiate prima e condivise poi con il termotecnico e l’impiantista idraulico, nascono delle belle soluzioni e garantiscono ai committenti alti livelli di comfort».

Parliamo di burocrazia, quali sono state le difficoltà per iniziare questo cambiamento?
ESEMPIO di impianto progettato dall’impresa Impianti Moderni per una casa passiva, dove ha predisposto un quadro elettrico completo, l’impianto di allarme e la termoregolazione.

«Dal punto di vista burocratico – la sparo grossa – non ho avuto nessu problema: mi sono presentato alla Camera di Commercio di Monza, ho detto che volevo iniziare questo tipo di attività e, in men che non si dica, hanno verificato i requisiti tecnici per poter avere le lettere abilitative e basta. Ho aperto una partita IVA, non ho dovuto versare nulla, anche dal punto di vista economico non ho dovuto dare garanzie di coperture per iniziare. Dal punto di vista gestionale – per quello che riguarda l’aspetto legato a commercialista, tasse, etc. – dopo aver sentito diversi professionisti non ho incontrato difficoltà. Le problematiche arrivano dopo, mi unisco al coro di tutti, però è inutile raccontare che paghiamo troppe tasse: sono cose normali».

E sotto il profilo “pratico” invece?

«Ho acquistato un furgone, mi sono comprato quattro trapani e gli attrezzi base necessari e ho incominciato a fare per i primi mesi tanta, tanta prestazione di manodopera, quindi forse la difficoltà più grossa è stata sotto l’aspetto fisico. Fisicamente è stato impegnativo abituarmi. Ho lavorato per imprese, presso cantieri, pur sapendo che non era quello che volevo fare con il progetto Impianti Moderni, ma mi è servito per rispolverare la mia manualità, per vedere anche aldilà del titolo di studio conseguito più di 15 anni fa se effettivamente mi ricordavo come funzionava il tutto.

Sono un perito elettrotecnico, il diploma l’ho conseguito in due step, prima frequentando una scuola professionale e poi completando gli studi in un istituto tecnico serale mentre lavoravo. Serve tempo per prendere confidenza con le tecnologie, con le norme, con la burocrazia, con le dinamiche del mercato, con la scelta dei giusti fornitori e per focalizzare il mercato o il cliente che si intende approcciare. La mia azienda ha tutte le caratteristiche per poter approcciare commesse anche importanti e con un’adeguata copertura assicurativa, che ritengo indispensabile, per tutelare i miei clienti in caso di incidenti. Un occhio, inoltre, va sempre tenuto aperto sulla questione del credito onde evitare di incorrere in sofferenze creditizie che ahimè potrebbero essere difficili da superare».

NEL DICEMBRE 2018 Stefano Bocchi ha deciso di ringraziare i suoi clienti e partner organizzando una giornata al simulatore di guida F1 a Monza, offrendo la possibilità di provare l’emozione di un giro di pista virtuale, su una monoposto rosso fiammante.
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