Come si fa… lo sgancio di emergenza?

 sgancio di emergenzaLo sgancio di emergenza serve per mettere in sicurezza ogni parte dell’impianto elettrico di distribuzione nel caso in cui si verifichi un incendio e quindi è necessario che il professionista presti particolare attenzione al suo collocamento e funzionamento.

L’obiettivo di un comando di emergenza è quello di mettere in sicurezza una parte di impianto elettrico, disalimentando tutte le parti non necessarie e/o pericolose e lasciando alimentati i circuiti che servono per gestire l’emergenza (ad esempio elettropompe antincendio, illuminazione di sicurezza, ecc.). Lo scopo principale, ma non unico, dello sgancio di emergenza è permettere lo spegnimento di un incendio con acqua senza incorrere nel pericolo di folgorazione.

L’ultima edizione della norma CEI 64-8 ha introdotto importanti novità in merito alle modalità di realizzazione di detto sgancio. Quanto riportato nel seguito è però valido unicamente per gli sganci di emergenza a servizio degli impianti elettrici di distribuzione. Per gli impianti a bordo macchina occorre far riferimento alle normative specifiche.

Ubicazione dello sgancio di emergenza

L’ubicazione di uno sgancio di emergenza deve soddisfare regole e indicazioni ben precise.
A volte le indicazioni per il suo posizionamento sono riportate nel piano di emergenza antincendio dell’edificio, ma più in generale si possono adottare i seguenti criteri:

  • lo sgancio di emergenza deve essere collocato in posizione facilmente accessibile;
  • lo sgancio di emergenza deve essere accessibile solo a personale addestrato;
  • lo sgancio di emergenza deve essere facilmente identificabile (consigliato in colore rosso su fondo di contrasto).

Quando, per esigenze funzionali o operative non è possibile installare lo sgancio di emergenza in posizione accessibile solo a personale addestrato e questo risulta accessibile a chiunque, è necessario che sia racchiuso in custodia frangibile. In alternativa è possibile installare il comando all’interno del locale, in genere nelle immediate vicinanze dell’ingresso, segnalandone in maniera chiara il posizionamento, attraverso cartelli e indicazioni.

Ove sia presumibile un azionamento accidentale del sistema di sgancio (ad esempio per rottura del vetro di protezione) è possibile dotare di una protezione meccanica addizionale il pulsante; la protezione dovrà tuttavia essere facilmente rimovibile (ad esempio la carpenteria di un quadro con chiave di apertura della portella sempre disponibile).

Caratteristiche di idoneità

Affinché uno sgancio di emergenza possa essere ritenuto idoneo, occorre che:

  •  sia innescabile solo tramite azione manuale;
  •  il dispositivo che lo costituisce (pulsante a fungo, interruttore rotativo, interruttore automatico, ecc.), una volta azionato, rimanga immobilizzato nella posizione assunta (aperto o chiuso);
  • l’interruzione sia permanente;
  • la rialimentazione dei circuiti, dopo l’azionamento del comando di emergenza, possa avvenire solo a seguito di un’azione volontaria.

Azione diretta sul circuito di potenza

Il comando va a intervenire direttamente sul circuito di potenza (utilizzo di bobine di sgancio azionate da pulsanti e agenti su interruttori oppure interruttori di manovra che sezionano direttamente il circuito). Se l’azionamento avviene a caduta di tensione (pulsante NC che toglie l’alimentazione a una bobina a minima tensione) è opportuno che sul circuito di sgancio sia presente un soccorritore che eviti scatti intempestivi in caso di buchi di tensione o interruzioni brevi.

Questa metodologia è scarsamente utilizzata perché offre una scarsa continuità di servizio all’utenza (maggior numero di scatti intempestivi legati a interruzioni lunghe oppure a esaurimento delle batterie del soccorritore).

Se l’azionamento avviene invece a lancio di corrente (pulsante NO che eccita la bobina a lancio di corrente) deve essere verificata permanentemente la funzionalità del circuito di comando (spia di segnalazione o modalità equivalente).

Questa metodologia è largamente utilizzata perché offre maggiore continuità di servizio, ma è meno sicura di quella con bobina di minima tensione (l’interruzione del circuito di sgancio è segnalata dallo spegnimento della lampada, ma dove la manutenzione è carente potrebbe non essere rilevata in tempi ragionevoli).

Impianti con necessità di più sganci di emergenza

Ove risulti necessario prevedere metodologie di sgancio più complesse (ad esempio a causa di molteplici sorgenti di alimentazione da azionare in tempi diversi a seconda delle utenze sottese come sistemi di sicurezza) risulta opportuno adottare sistemi specifichi che consentano sia la corretta gestione degli sganci, sia il monitoraggio della continuità dei circuiti di comando delle bobine di apertura a lancio di corrente. Questa soluzione è altresì consigliabile in autorimesse condominiali dove ciascun condomino alimenti il proprio box direttamente dal contatore privato (con un unico pulsante di sgancio occorre agire contemporaneamente su più bobine di apertura).

Divieto di utilizzo con azione sui circuiti ausiliari dei contattori

L’utilizzo della soluzione che prevedeva un contattore come sezionamento di emergenza è stato vietato dall’ultima edizione della Norma CEI 64-8 in quanto i contattori non sono normalmente dichiarati idonei al sezionamento.

Francamente non si capisce la motivazione di detta scelta e si spera che in futuro verrà riconsiderata dal comitato tecnico in quanto diversi costruttori sono in grado di dichiararli idonei al sezionamento e detta soluzione è comunque ampiamente utilizzata in ambito direttiva macchine.

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