Nuove tecnologie: convenienti o costose?

newsletterGentili lettori,

siamo lieti di anticipare l’editoriale del prossimo fascicolo de “L’impianto elettrico”. Avremmo il piacere di pubblicare le vostre riflessioni in merito nello stesso numero, subito dopo tale servizio.

Per partecipare non dovete far altro che inviare il vostro personale parere (max 1400 caratteri) tramite l’apposito form entro una settimana, seguito da nome, cognome e professione.

 

Nuove tecnologie: convenienti o costose?

foto1di Domenico Trisciuoglio

Una pubblicità molto impattante ci ricorda in questi giorni che le nuove tecnologie oltre che prendere sempre più spazio nella nostra vita, si ampliano, si estendono e si rinnovano con una velocità sempre maggiore. Volendo parlare in termini analitici si può certamente affermare che l’ultimo secolo è stato portatore di uno sviluppo importante per l’innovazione tecnologica ma che l’accelerazione degli ultimi vent’anni è stata, se possibile, superiore a quella dei precedenti cento. E non accenna a diminuire….

Se sarà un bene o meno, non possiamo dirlo ma certamente oggi, se solo ci rilassiamo un attimo, corriamo il rischio di essere travolti e lasciati indietro dal progresso che avanza. Riviste come questa servono anche a questo scopo.

Non solo parlare di temi importanti per la progettazione impiantistica in generale ma anche e soprattutto presentare le ultime tecnologie presentate sul mercato o le evoluzioni di quelle già presenti.

Un tema questo che viene ripreso in maniera forte e significativa dall’articolo di Roberto Rizzo “Intelligent Building, come valutare la sostenibilità economica”, in uscita sulla rivista “L’impianto elettrico” di febbraio 2016, nel quale, dopo una introduzione sui concetti principali di Building Automation e sugli attuali riferimenti normativi, l’Autore passa a considerare la sostenibilità economica degli interventi, tema sempre di attualità, fin dagli albori di queste tecnologie.

“Quanto costa?” oppure “ma conviene davvero?” sono domande che vengono sempre sottoposte al progettista di sistemi per individuare i tempi di rientro degli investimenti. Ebbene, analizzando i dati proposti nell’articolo, ci si rende conto che, sia nell’ambito residenziale che in quello non residenziale, il PBT (Pay-Back-Time) risulta assolutamente accettabile da tutti i punti di vista.

Un argomento importantissimo, se non decisivo, per l’applicabilità immediata di queste tecnologie in qualsiasi tipo di struttura, a condizione però di un attento studio preliminare effettuato da un vero System Integrator, senza il quale anche le migliori tecnologie corrono il rischio di essere poco efficaci e redditizie.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here