L’attività manutentiva stabilita dagli obblighi di legge e dalle norme di buona tecnica è diventata complessa. In particolare, per le cabine degli utenti alimentati in MT con potenze installate rilevanti e con fonti di produzione propria, che immettono energia nella rete di distribuzione pubblica (utenti passivi-attivi).
Nell’attività di manutenzione delle cabine MT l’impresa, sia quella rappresentata dall’Ufficio tecnico aziendale sia quella reperita sul mercato fra le imprese abilitate ai sensi del DM n. 37/08, deve allargare il proprio know-how oltre le competenze tecnico operative, approcciandosi anche come consulente del committente soprattutto sotto l’aspetto degli oneri economici “impropri” annullabili, che possono gravare sul costo dell’energia elettrica in difetto di un’attenta gestione del contratto di fornitura e del Regolamento d’esercizio con il Distributore.
Il quadro normativo derivante dagli obblighi della manutenzione
In primis la necessità della manutenzione deriva dal rispetto dell’obbligo giuridico della sicurezza nei luoghi di lavoro quale misura generale di tutela. L’impianto elettrico, nella fattispecie la cabina elettrica, è uno degli impianti tecnici al servizio dell’attività produttiva e quindi su di esso si estende il debito datoriale della sicurezza.
In generale, oltre al Codice Civile le disposizioni di legge specifiche sono il D.Lgs. n. 81/08 (nel seguito TU della sicurezza), art. 15, c. 1, z), in particolare l’art. 86, c. 1, c. 3 e il DM n. 37/08, art. 8, c. 2, secondo i quali il proprietario dell’impianto adotta le misure necessarie per conservarne le caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia, tenendo conto delle istruzioni per l’uso e la manutenzione predisposte dall’impresa installatrice. L’omessa manutenzione degli impianti può costituire, secondo il TU, reato di pericolo ovvero reato colposo sanzionato penalmente, art. 68, anche se non risulta essere causa diretta d’infortunio e, sanzionato pecuniariamente dall’art. 87.
Sotto l’aspetto, invece, del mantenimento in efficienza, si assume a specifico ed esclusivo riferimento la norma CEI 78-17 – Manutenzione delle cabine MT/BT dei clienti/utenti finali, succeduta alla norma CEI 0-15:2006- 06. In proposito, appare superata la Guida CEI 0-10, ed. I (2002-02), fasc. 6366 (a fine 2020 ancora in corso di revisione), in cui sono inserite schede operative d’intervento riguardanti la cabina (il quadro a MT e i trasformatori in aria, olio e resina).
Restano da chiarire le interazioni fra le norme di legge e le norme tecniche laddove ricorrono indifferentemente le locuzioni “verifiche e controlli” come presente nel riferito art. 86, c. 1 e c. 3. Secondo il legislatore le verifiche sono quelle previste dal DPR n. 462/01 affidate ai soggetti istituzionali (ASL/ARPA, Soggetti abilitati) che “certificano” in pratica il mantenimento dei controlli, estensibili a tutti gli impianti elettrici nei luoghi di lavoro. Questi ultimi invece non sono nient’altro che gli interventi manutentivi a carico del Datore di lavoro, aggiuntivi alle verifiche di legge, destinati a garantire il mantenimento dell’efficienza e della sicurezza dell’impianto, nell’intervallo fra due scadenze di verifiche.
Manutenzione delle cabine di trasformazione: la norma CEI 78-17
La norma CEI 78-17 si applica a tutti gli impianti di cabina MT/ BT e MT/MT, sia di utenti passivi/attivi sia di utenti con sola produzione in BT con emissione di energia elettrica sul lato MT della rete di distribuzione pubblica.
Scopo e obiettivi della norma sono:
- definire le varie tipologie della manutenzione;
- indicare le competenze richieste ai manutentori;
- fornire indicazioni sulla scelta dell’impresa di manutenzione e la natura contrattuale delle prestazioni da affidare in appalto;
- fornire una serie esemplificativa di schede operative che codificano gli interventi manutentivi da effettuarsi per ogni circuito funzionale di cabina;
- indicare i criteri di redazione di dette schede di manutenzione, proponendo un metodo manutentivo basato sull’individuazione di tutti i componenti e ai circuiti elettrici che presiedono a una specifica funzione in modo da assicurarne l’efficienza durante la loro durata di vita;
- annullare le schede contenute nella Guida CEI 0-10;
- fornire, nel nuovo allegato C della Variante V1, pubblicata a dicembre 2019 e in vigore dal 1-1-2020, le schede semplificate da utilizzare per la manutenzione delle cabine MT/BT degli utenti MT ai soli fini del rispetto dei requisiti tecnici per l’accesso agli indennizzi stabiliti dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ARERA, con la contestuale definiva abrogazione, dalla predetta data, della norma CEI 0-15:2006 04.
La manutenzione è definita come l’insieme delle attività necessarie per mantenere lo stato della cabina conforme alle norme di legge e tecniche (regola dell’arte) con cui la stessa è stata costruita e prevenendo l’insorgenza di guasti mediante:
- il rilievo delle criticità;
- i provvedimenti (immediati o differiti) per rimuoverle.
Il DM n. 37/08 (art. 1, c. 1), lettera d) così definisce la manutenzione ordinaria delle cabine: interventi finalizzati a contenere il degrado per normale d’uso e a far fronte a eventi accidentali che comportano la necessità di primi interventi, che comunque non modificano la struttura dell’impianto su cui si interviene o la sua destinazione d’uso secondo le prescrizioni previste dalla normativa tecnica vigente e dal libretto di uso e manutenzione del costruttore. Una vera e propria definizione di manutenzione straordinaria non esiste.
Però è espressamente previsto per essa (art. 8) che debba essere affidata a impresa abilitata e l’emissione della dichiarazione di conformità (art. 10).
Profilo professionale dei manutentori: formazione e competenze richieste
Premesso che il quadro generale per la progettazione e costruzione delle cabine utente è vasto e complesso (figura 1), l’impresa di manutenzione, almeno a livello di Responsabile Tecnico, deve conoscerne le norme essenziali.
In particolare, per quanto riguarda gli aspetti gestionali delle prove, delle verifiche, della regolazione delle tarature, ecc. è fondamentale la conoscenza della norma CEI 0-16 e, nel caso di utenti attivi, il Regolamento d’esercizio di cui al suo Allegato U.
Sotto questo aspetto, particolarmente affidabile deve essere il personale chiamato a ricoprire i ruoli di Delegato ai rapporti di esercizio con il Gestore (RIF) e Responsabile Impianto (RI). Basti pensare che, qualora le suddette figure non diano riscontro ripetutamente a richieste operative da parte del Gestore, quest’ultimo si riserva la possibilità di interrompere il servizio di connessione. Tutto il personale operativo deve essere qualificato come persona esperta (PES) o persona avvertita (PAV) per cui il requisito minimo è la frequenza del corso di “Formazione Generale e formazione Specifica per i lavoratori delle imprese installatrici d’impianti elettrici conforme all’art. 37, c. 2, del D. Lgs. n. 81/08, all’Accordo n. 221 del 21/12/2011 della Conferenza Stato- Regioni e alla norma CEI 11-27.
A ciò deve seguire il rilascio dell’idoneità e dell’autorizzazione a operare sotto tensione in BT almeno sui circuiti dei servizi ausiliari della cabina. Il personale che ricopre il ruolo di Preposto deve aver frequentato il corso di “Formazione particolare aggiuntiva”, conforme ai contenuti previsti dall’ art. 37 del D. Lgs. n. 81/08 e all’accordo n. 221 del 21/12/2011 della Conferenza Stato-Regioni. Il manutentore deve essere informato e formato su tutte le schede del citato Allegato C e di quelle ad hoc redatte, in esecuzione della norma CEI 78-17, per ogni cabina assunta in gestione dall’impresa di manutenzione. Per ciascun intervento deve conoscere le misure e le procedure di sicurezza per il controllo del rischio elettrico previste dalla norma CEI 11-27 e dal TU.
Pianificazione: le schede di manutenzione delle cabine di trasformazione
Circa le modalità di pianificazione/programmazione della manutenzione delle cabine di trasformazione le disposizioni di legge si limitano a stabilire che:
- ci si deve riferire alle indicazioni contenute nei manuali d’uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle pertinenti norme tecniche;
- gli esiti degli interventi devono essere refertati in un apposito registro e restare a disposizione delle autorità di vigilanza; precisazioni al riguardo non esistono per cui ogni soggetto obbligato può regolarsi come crede.
I tempi di conservazione delle registrazioni sono determinati dal tempo per il quale l’impresa ritiene di dover essere in grado di darne dimostrazione tenendo conto della garanzia di durata degli interventi stabiliti in contratto, dalle leggi, tra cui quella sulla responsabilità del produttore per i prodotti difettosi.
In ordine al primo punto, a maggior ragione quando la documentazione non sia reperibile, l’impresa deve comporre un “Fascicolo della manutenzione” (figura 2), quale guida a disposizione del personale che ha in esercizio la cabina, anche al fine di standardizzare gli interventi.
In questo senso, un ausilio importate è costituito dai criteri di redazione delle schede, calibrate alla specifica situazione dell’impianto, come previsto dalla norma CEI 78-17 (secondo l’art. 6.1 le schede di manutenzione sono parte integrante del Fascicolo di manutenzione).
Per le cabine dei soli utenti passivi aventi i requisiti semplificati (figura 3), l’ARERA ha stabilito, con delibera n. 119/2020/R/eel del 7/04/2020, che gli stessi sono ammessi, quando peggio serviti rispetto agli indicatori di continuità del servizio stabiliti, al godimento degli indennizzi automatici previsti e contestualmente esclusi dagli oneri del Corrispettivo Tariffario Specifico a carico degli utenti “inadeguati”, se effettuano la manutenzione ai sensi della norma CEI 78- 17, Allegato C, rispettando le periodicità ivi indicate e refertandone l’esito su apposito registro.
Tali schede sono:
- Scheda F – Esame del fabbricato,
- Scheda S – Sez. e Sez. sottocarico MT – Fusibili MT,
- Scheda QMT – Esame del Quadro MT,
- Scheda TR L – Esame del trasformatore in olio,
- Scheda TR S – Esame del trasformatore a secco,
- Scheda IVOR – Esame dell’interruttore a volume d’olio ridotto,
- Scheda ISV – Esame dell’interruttore sotto vuoto,
- Scheda ISF – Esame dell’interruttore in SF6.
A ogni pacchetto di schede relativo ad ogni cabina MT/BT va allegato lo schema elettrico unifilare, riportante la tipologia delle apparecchiature e dei componenti installati con i relativi dati di targa. Le schede di cui sopra non sono tutte. Quelle dell’ex norma CEI 0-15, ma ne resta inalterato il contenuto, fatta eccezione per periodicità che è stata in tutti casi aumentata. Per le altre cabine si applicano puntualmente le 35 schede di cui all’Allegato B (informativo/esemplificativo) solamente in assenza del manuale d’uso e manutenzione del costruttore dell’apparecchiatura o del componente. Diversamente si procede con la “costruzione in campo” delle schede sulla scorta di una check list dell’impianto seguendo i criteri dell’Allegato A (normativo).
Esse prevedono la pianificazione della manutenzione basata sulla suddivisione di un impianto complesso nelle sue circuitazioni funzionali elettriche (CFE) (figura 4) in modo da rappresentare tutti i componenti che riguardano un circuito avente una specifica e/o esclusiva funzione e quindi eseguirne la manutenzione senza trascurarne alcun componente.
Per l’impostazione e l’esemplificazione in tal senso delle schede, l’impianto considerato dal CEI è costituito da una cabina MT/ BT con propria generazione a moduli fotovoltaici collegato alla rete MT, un gene generatore sincrono in BT e un generatore d’emergenza in BT. Nella figura 5 è riportato un estratto della scheda per la manutenzione dei TA e TV per protezioni e misure che, come le altre, prevede spazi dedicati alla funzione di registrazione dell’esito degli interventi.
In generale la frequenza degli interventi di manutenzione delle cabine è stabilita di volta in volta tenendo conto:
- delle modalità e gravosità del servizio e della vetustà dell’impianto e dei componenti;
- delle condizioni ambientali (es. penetrazione di acqua o corpi solidi, esposizione a temperature ambientali anormali (molto alte o molto basse), esposizione ad irraggiamento solare diretto con presenza di raggi ultravioletti;
- dell’esposizione a polluzione industriale elevata.
La moderna concezione della manutenzione conta molto sulla attività predittiva, norma CEI 56-50 – Terminologia sulla fidatezza e sulla qualità del servizio e UNI 10147, mirata anche solamente ad alcune parti dell’impianto. Essa scaturisce dalle indicazioni emergenti da un sistema di diagnostica, controllo e misura dei parametri fisici legati al funzionamento della cabina (telemisure, termografia, ecc.): ciò permette d’intervenire in maniera selettiva, ossia solamente quando è necessario, minimizzando così sia la manutenzione preventiva sia quella sotto guasto.
Nella figura 6 sono riportate un tipico rilievo termografico al serraggio di cavi e una termocamera a raggi infrarossi utilizzata a tale scopo.
Si tratta della rilevazione delle radiazioni termiche che permette di individuare i “punti caldi” ossia le parti dell’impianto che presentano un’elevata temperatura per effetto, ad esempio, di un’eccessiva resistenza delle connessioni o un sovraccarico eccessivo. In questo modo è possibile individuare e quindi eliminare anomalie e difetti dei componenti elettrici prima che possano evolvere in guasti devastanti, in qualche caso anche con carattere d’incendio. È fornita, in tempo reale, la visualizzazione su uno schermo video della mappa termica mediante contrasti di falsi colori e di misurare il valore assoluto della temperatura di ogni oggetto visualizzato sul monitor.
Metodi di lavoro: procedure di sicurezza e ambientali
Per le attività di manutenzione straordinaria più significative dal punto di vista tecnico oltre a quello elettrico, che comportano la valutazione di una molteplicità di altri rischi con previsioni d’impiego di mezzi d’opera e attrezzature speciali, quali ad esempio lavori di:
- sostituzione del cavo di collegamento con il Distributore;
- sostituzioni di trasformatori, interruttori e sezionatori MT;
- rifacimento di giunti e terminali su cavi a MT;
- verifiche delle tensioni di contatto e passo, ecc.
È necessario che l’impresa manutentrice predisponga e mantenga aggiornate delle schede metodo di lavoro portanti le prescrizioni aziendali con le quali vengono descritte in dettaglio:
- le modalità operative dell’intervento;
- la sequenza e le varie fasi lavorative;
- le attrezzature e i mezzi d’opera;
- il numero degli operatori;
- i DPI;
- i materiali da impiegare.
Ossia, tutto quanto è necessario all’esecuzione degli interventi secondo le regole di buona tecnica e nel rispetto delle norme antinfortunistiche e ambientali. Per quest’ultime basti pensare alle regolamentazioni RAE, per il recupero delle apparecchiature elettriche e elettroniche, e al trattamento dei rifiuti pericolosi delle apparecchiature contaminate da PCB o con presenza di SF6. Una standardizzazione aziendale di metodi di lavoro, almeno per gli interventi più importanti, costituisce una garanzia di uniformità e di gestione controllata dell’attività e quindi in ultima analisi un valido ausilio al conseguimento della qualità.