Tenacia e determinazione per raggiungere nuovi obiettivi

Angelo TodaroAngelo Todaro è l’esempio di come voglia di imparare, tenacia e determinazione possano portare davvero lontano. Dal 2015, infatti, vive e lavora a Dubai, all’interno di un’azienda che si occupa di illuminotecnica.

Da Dubai arriva la storia di Angelo Todaro, Perito abilitato elettrotecnico, che nel 2015 ha deciso di lasciare l’Italia e buttarsi in una nuova avventura.

Siamo curiosi di conoscere la tua storia, quando sei arrivato a Dubai? 

«Sono arrivato qui nel 2015. Sono nato a Napoli ma cresciuto a Reggio Emilia. Ho iniziato a lavorare a soli 15 anni, dopo aver frequentato un corso professionale di un anno e mezzo, perché non avevo proprio voglia di studiare! Nel 2000 ho iniziato a lavorare come apprendista in un’azienda: avevo pochissime basi teoriche e tecniche ma, nel corso degli anni, grazie anche a fortunati incontri, ho iniziato a sviluppare le conoscenze e le competenze necessarie per il settore. Ho incontrato persone che mi hanno dedicato il loro tempo e sapere: mi hanno aiutato ad affermarmi come professionista.

La consapevolezza del fatto che mi mancassero delle basi solide mi ha portato alla decisione di intraprendere gli studi serali all’Istituto Tecnico di Reggio Emilia per ottenere il diploma. È stata una scelta fatta con molta serietà e che, proprio per questo, non ho sentito come un peso: ogni sera imparavo qualcosa di nuovo e interessante, ero circondato da persone competenti, e per me era bellissimo. Per quattro anni la mattina lavoravo e la sera studiavo: nel 2008 mi sono diplomato come Perito Tecnico. Non è stato facile ma, come tutte le cose, è la tenacia e la passione che ti portano a raggiungere un obiettivo.

In Italia ho lavorato in diversi ambiti: civile, industriale, e anche con il solare fotovoltaico. Ho avuto la fortuna di riuscire a fare un po’ di tutto. Mi sono poi iscritto al Registro dei praticantati perché volevo diventare Perito abilitato elettrotecnico. Trascorsi 3 anni, dopo aver lavorato per alcune aziende, mi sono iscritto e ho superato l’esame di stato per l’abilitazione alla libera professione».

C’è stata qualche occasione particolare che ti ha portato a decidere di trasferisti? 

«Diciamo che l’occasione me la sono trovata! In realtà, la mia ex ragazza già lavorava a Dubai e avevo in mente di lasciare l’Italia: ho solo fatto 1+1! Quando sono partito avevo una casa, una macchina e un lavoro. Mi sono licenziato e mi sono buttato in questa nuova avventura. Ho sempre sognato e ambito a trasferirmi all’estero per entrare in contatto con persone di altre culture: è un’occasione di crescita in più che non volevo precludermi».

Le tue qualifiche ti sono state riconosciute? 

«Per fortuna sì, tutti i miei diplomi sono stati riconosciuti, ho solo dovuto fare la traduzione in inglese e poi farli vidimare dal consolato emiratino di Milano. Arrivato a Dubai nel luglio del 2015, dopo neanche un mese avevo trovato lavoro. Dopo un anno, sono entrato in quella che è la mia attuale azienda».

Di cosa si occupa l’azienda e tu che posizione ricopri? 

«Nell’azienda in cui lavoro progettiamo impianti illuminotecnici a LED e il controllo di questi attraverso l’home automation. A volte ci occupiamo anche di audio, combinato alle luci, dipende dalle richieste del cliente. Gli ambiti spaziano dal residenziale al terziario, con ristoranti e club.

Il mio ruolo è Site Technician, sono un tecnico sul campo per supervisionare le squadre. Come azienda realizziamo il progetto e poi lo diamo in mano agli elettricisti di cantiere. Io monitoro e guido lo svolgimento del lavoro e poi procedo alla messa in servizio. In ufficio mi occupo invece della preparazione di documenti, certificati, ecc… Sto anche iniziando ad approfondire Autocad, perché vorrei iniziare a disegnare i quadri… insomma, non mi annoio mai!».

Quali principali differenze o difficoltà hai riscontrato dal punto di vista lavorativo?

«Qui la figura dell’elettricista è legata alla manodopera che viene dal sud-est dell’Asia: non troverai mai un europeo a lavorare come elettricista in cantiere. Gli europei hanno funzioni esecutive, tecniche. La difficoltà maggiore sta nel comunicare: molte persone in cantiere non parlano inglese e quindi bisogna farsi capire il meglio possibile, anche se a volte c’è l’effetto “telefono senza fili” e il risultato non è esattamente quello che avevi richiesto.

Dal punto di vista di impiantistica pura, ho dovuto imparare la norma di riferimento, che è quella inglese: quindi nuovi colori dei cavi, prese e interruttori diversi. E poi, bisogna anche adeguarsi nel rapporto coi colleghi: essendo tutti di diverse nazionalità, ognuno ha il proprio modo di pensare e fare le cose… a volte questo diventa molto difficile da gestire, ma il più delle volte si trasforma in un arricchimento. C’è sempre un retro della medaglia, ma tutto sta nel dove si pone l’attenzione. Non ho mai messo il focus sui problemi ma mi sono sempre focalizzato sulle cose positive, altrimenti non si va avanti».

Come continui a formarti?

«Qui a Dubai nel corso dell’anno ci sono alcune fiere molto importanti (due sul solare e energie rinnovabili, una sull’elettricità e una sull’illuminazione) che ospitano espositori da tutto il mondo e, di conseguenza, tutte le ultime novità di prodotto. Mi tengo informato con riviste di settore come la vostra, oltre a tutta quella parte informativa che arriva dall’online. Ho anche acquistato un paio di libri da Tecniche Nuove ai tempi, ma che ho tutt’ora! Insomma, mai fermarsi. Questo è ciò che mi differenzia da un altro professionista: la mia costante voglia di migliorarmi e di crescere».

Avete una storia interessante da raccontare?
Pensate che la vostra esperienza possa essere utile ai “colleghi” installatori? scrivete a elettro@tecnichenuove.com o chiamate il numero 02.39090241. Saremo lieti di valutare le vostre proposte e pubblicare gratuitamente un servizio su di voi nella rubrica “Vita da installatore“.

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