Sell in Sell Out - Automazione via radio

Il comfort sì, ma senza fili

Centrale di controllo del sistema di sicurezza, in un’immagine ambientata (sistema ‘sepio’ –Hager Sicurezza).
Quando ragioni di budget o altri vincoli non permettono di realizzare un impianto domotico, non è detta l’ultima parola: si può sempre ricorrere alla tecnologia radio.

Realizzare piccole automazioni senza opere murarie o rifacimenti in chiave domotica è possibile. Micromoduli radio da inserire nelle scatole da incasso permettono di ottenere funzioni di comfort un po’ ovunque, soprattutto quando il rifacimento dell’impianto non è una via percorribile.

Le dimensioni contano

Questa tipologia di prodotti esisteva anche in passato, ma occultarli era impossibile. Le misure lillipuziane dei modelli di oggi e la loro versatilità ne hanno  innalzato il potenziale di vendita. Questi dispositivi possono svolgere tante funzioni da poter ricalcare fedelmente lo stile di vita di chi usufruisce dell’abitazione: dalla semplice accensione delle luci alla termoregolazione. Parlando di abitudini, è poi inevitabile che i modelli dei principali marchi si possano gestire anche e soprattutto con smartphone e tablet tramite specifiche App.

Centrale di controllo (sistema ‘sepio’ – Hager Sicurezza)

Perché proporli

I moduli radio automatizzano i carichi elettrici già presenti nell’impianto e si configurano facilmente. L’impatto sull’infrastruttura elettrica è nullo, poiché si sfruttano le scatole da incasso esistenti. Dal suo canto, il cliente finale non dovrà cambiare abitudini: quando non avrà voglia di alzare la tapparella in maniera tradizionale, premerà un pulsante su un telecomando o sfiorerà il cellulare. Le automazioni sono gestibili mentre si è casa oppure no, secondo scenari temporizzati o azioni programmate: questo torna utile anche in termini di sicurezza, che diventa attiva collegando un modulo proprio all’antifurto.

I numeri ci sono

E’ soprattutto il forte potenziale di mercato di questi dispositivi a consigliare una riflessione sul tema. Il 70 per cento delle abitazioni italiane è stato costruito prima del 1990. Secondo dati diffusi dal Cresme, il 75 per cento degli investimenti in ambito edile è destinato proprio al patrimonio abitativo esistente, la restante parte alle nuove costruzioni: questi numeri sono sufficienti a capire di cosa si parla. Considerando come base un totale di circa 30 milioni di abitazioni, vuol dire che circa 21 milioni di case necessita di un intervento. Questo insieme è un potenziale punto d’approdo per le tecnologie radio, che le rendono un po’ più smart senza troppoa fatica. Ancora, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, ci sarà sempre più gente che avrà bisogno di aiuto per compiere dei semplici gesti. Dunque, i dispositivi radio di questa categoria non vanno visti come meri componenti da installare, ma oggetti polivalenti a cui demandare la soluzione di piccoli e grandi problemi dell’utente finale  (a cura di Andrea Carbonaro).

(cortesia immagini: Hager Sicurezza)

 

Controllo via smartphone (sistema ‘coviva’ – Hager Sicurezza)

SELL IN. Le ragioni per investire

1.Il 75% degli investimenti in ambito edile riguarda le ristrutturazioni

2.C’è un mercato potenziale di circa 21 milioni di abitazioni

3.La forza vendita può proporli facilmente all’installatore, dati i costi accessibili

4.Sono prodotti che richiedono investimenti contenuti, ma occorre abituarsi a proporli al cliente

5.Si gestiscono attraverso pochissimi codici

 

SELL OUT. Cosa deve sapere il cliente

1.La domanda di automazione in casa, in epoca di oggetti smart e IoT, crescerà inevitabilmente

2.I micromoduli si installano nelle scatole già esistenti

3.Non richiedono opere murarie o adattamenti all’impianto

4.Creano scenari di comfort un po’ ovunque, anche dove una soluzione filare non sarebbe possibile

5.Con una spesa di circa 350 euro, un utente finale può automatizzare tre tapparelle

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