Passione e professionalità trasmesse di padre in figlio

Zatta
ZATTA IMPIANTI SAS, azienda gestita da Enrico Zatta (dx) e 2 collaboratori

La ditta di Enrico Zatta opera nel trevigiano, lavora principalmente nel residenziale ed è specializzata nel campo della domotica e della sicurezza. Professionalità, competenza e curiosità sono alla base di ogni lavoro, che mira sempre alla soddisfazione del cliente.

Enrico Zatta

Benvenuto Enrico, parlaci un po’ di te…

«Sono Enrico Zatta e abito a Scorzé, in provincia di Venezia, la mia azienda opera però nel trevigiano: siamo in un territorio di confine, nel raggio di pochi chilometri ci sono 3 province che sono il nostro campo d’azione».

Raccontaci dei tuoi studi e della tua formazione

«Alle superiori ho frequentato l’istituto tecnico e ho ottenuto la maturità in elettronica industriale. Mio padre aveva aperto la sua azienda nel campo degli impianti elettrici già dal 1973 e, nel periodo estivo, durante gli studi, lavoravo per lui. Spingeva molto affinché entrassi nell’azienda di famiglia e, alla fine, a parte una brevissima esperienza in un altro settore, nel 1996 ho iniziato ufficialmente a lavorare con lui.

Devo dire che sono fortunato, perché il lavoro mi era sempre piaciuto, visto che lavorare in famiglia non è sempre così facile. Abbiamo avuto i nostri scontri, ma alla fine è sempre andato tutto bene. Nel 2015 ho fatto il subentro ed è nata la nuova società: Zatta Impianti Sas».

Quanti siete in azienda? E di cosa vi occupate principalmente?

«Attualmente siamo 3. Ci occupiamo di impianti elettrici in generale: fino alla metà degli anni 2000 facevamo tanto industriale e invece, col tempo, ci siamo specializzati più nel residenziale. Collaboriamo anche con un’azienda che opera nella bioedilizia e progetta case in legno. Ci capita ancora di fare qualcosa nell’industriale ma fondamentalmente lavoriamo nel residenziale offrendo un po’ tutti i servizi, escluso il fotovoltaico».

Le richieste dei clienti sono cambiate nel corso degli ultimi anni?

«Direi di sì. Una volta, quando facevamo gli impianti nelle case, i clienti si limitavano a fare le predisposizioni per poi valutare nel futuro se aggiungere soluzioni; oggi, invece, il cliente vuole avere un prodotto il più completo possibile, quindi con già soluzioni di smart home e, soprattutto, prodotti dedicati alla sicurezza.

Negli ultimi anni sono cresciute molto le richieste di allarmi e videosorveglianza e, per non farci trovare impreparati su questo ambito, ci siamo specializzati anche sul fronte sicurezza con telecamere, impianti di videosorveglianza, di allarme e antifurto, anche fumogeni, in modo da poterci proporre ad una clientela sempre più ampia».

Quindi grande richiesta di sicurezza… e la domotica?

«Lavoriamo ancora molto in impianti elettrici tradizionali, ma è anche vero che, quando siamo noi a proporci al cliente, gli offriamo quasi sempre dei pacchetti completi che includono anche la domotica o comunque soluzioni di smart home, app, assistenti vocali e quanto c’è per integrare qualche piccola funzione a livello di comfort e sicurezza, anche e soprattutto nel caso di impianti elettrici esistenti».

Se pensi ai lavori realizzati, ce n’è qualcuno di cui vuoi parlarci?

«Il primo sicuramente è quello di cui ha già parlato Elettro descrivendone la realizzazione: un piccolo appartamento di 50 mq che è stato realizzato molto bene, non solo dal punto di vista architettonico ma anche rispetto a quello che abbiamo fatto con l’illuminotecnica, molto scenografica, oltre ad essere tutto gestito tramite domotica.

Stiamo facendo un lavoro proprio in questo periodo che dovrebbe venire ancora più bello, per il quale abbiamo trovato anche qualche partnership in modo da poter gestire tutta la parte media come tv, musica e diffusine sonora, il tutto sempre integrato nella domotica».

Formazione aggiornamento: come stai al passo con le novità?

«Sicuramente per restare al passo con i nuovi prodotti e la tecnologia seguo i corsi ideati dai produttori; ho anche seguito il corso KNX, diventando KNX partner. Quest’ultimo è un corso di cui vado abbastanza fiero e che ritengo molto utile dal punto di vista professionale: agli occhi del cliente la certificazione è qualcosa in più, che testimonia la serietà dell’operare del professionista».

Come ti sembra cambiato il cliente, oggi, rispetto a quello di qualche anno fa?

«Il cliente oggi è decisamente molto più attento, sia quando parliamo di prodotti sia quando deve scegliere a chi affidare il lavoro. È poi sempre più preparato e informato, non si butta alla cieca prima di fare i lavori ma va a cercare informazioni su siti e forum, a volte ti fa perfino domande specifiche: se per qualcuno questo può sembrare noioso, è per me molto stimolante, e, anzi, questo è il tipo di cliente che preferisco, quello che magari riesce a mettermi un dubbio e così ho l’opportunità di andare ad approfondire e a trovare la soluzione migliore per lui».

Come vi fate conoscere?

«Di certo avere una buona reputazione è importante ma credo sia, ad oggi, altrettanto importante essere presenti anche online. Noi, infatti, oltre la pagina di Google business, abbiamo anche un sito, uno strumento indispensabile».

Hai qualche consiglio per chi volesse intraprendere la professione?

«Quando si è a capo di un’azienda, anche se dalle dimensioni ridotte, è fondamentale aver chiari alcuni punti che da dipendente non si valutavano. Per prima cosa consiglierei un corso di gestione del personale perché, anche dalla mia personalissima esperienza, riuscire a creare un ambiente di lavoro sereno sta alla base di tutto; dopodiché, non guasterebbe avere una prima infarinatura anche dal punto di vista della gestione economica e del marketing: non dico diventare esperti, ma essere consapevole di quello che queste figure fanno e di come possono essere utili alla nostra azienda.

Sono cose che nelle piccole ditte a gestione familiare sono considerate elementi secondari, anche se non lo sono affatto. Altro consiglio fondamentale è restare il più aggiornato possibile sulla normativa: anche su questo aspetto si è spesso abituati a fare le cose in una certa maniera, “come si è sempre fatto”, senza poi rendersi conto che le norme sono cambiate e che si rischia grosso e si perde credibilità».

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