Elettrotecnica Negretti, fondata nel lontano 1958, è un’azienda della provincia di Como che si occupa della realizzazione di impianti di tipo civile e industriale, cabine mt/bt, rilevazione fumi e impianti di allarme, antintrusione, fotovoltaici, semaforici e rete dati. Tutto lo staff di tecnici specializzati si adopera per prestare il miglior servizio, aggiornandosi costantemente per poter soddisfare ogni esigenza della propria storica clientela.
Questo mese, per la nostra rubrica, abbiamo incontrato Adolfo Colombo, titolare della Elettrotecnica Negretti, che ci ha raccontato com’è nata l’azienda e come è cambiata nel corso degli anni.
Ci racconti brevemente la storia della sua azienda
«L’azienda viene fondata nel 1958 a Fino Mornasco (Como) dal sig. Lino Negretti, come impresa individuale. Io inizio a lavorare in ditta nel 1986, affiancando il mio titolare e, negli anni, riesco a crescere molto dal punto di vista professionale.
Così, nel 1998, in ottica di un suo futuro pensionamento, il sig. Negretti mi propone di rilevare l’azienda e io decido di accettare molto volentieri, anche perché, se non me l’avesse chiesto, avrei comunque deciso di aprire un’azienda tutta mia.
Nel 1998 sono entrato in società al 50% e poi, nel 2002, ho acquisito l’altro 50%. Nel 2011, poi, abbiamo trasferito la nostra sede a Vertemate con Minoprio».
Com’è nata la sua passione per questo lavoro?
«Ho sempre avuto grande manualità: passavo ore con mio padre a costruire i giochi. Alle elementari lavoravamo a modellini, plasmavamo con il DAS… e, per l’esame di quinta elementare, ho stupito tutti costruendo un modellino di carro armato, con motore e pile, pienamente funzionante! Alle medie la passione è proseguita con le lezioni di applicazioni tecniche e, alle superiori, mi sono iscritto all’Istituto tecnico industriale diventando perito industriale elettrotecnico».
Da quante risorse è formata l’azienda?
«Ad oggi, oltre al sottoscritto, contiamo quattro operai, un impiegato tecnico e un’impiegata amministrativa».
Di cosa vi occupate principalmente?
«Ci occupiamo di impianti elettrici civili e industriali, impianti allarme, antintrusione, impianti di videosorveglianza, trasmissione rete dati, impianti fotovoltaici, automazioni e impianti di illuminazione stradale e semaforici».
Da quali ambiti ricevete le principali richieste?
«Possiamo dire che lavoriamo per il 53% per impianti civili e industriali e, per la rimanente parte, si tratta di richieste nell’ambito della sicurezza (videosorveglianza, allarmi, rilevazioni incendi). Una tra le richieste crescenti nell’ultimo periodo è sicuramente quella del fotovoltaico, che avrà un’ulteriore impennata nel corso del prossimo anno».
Chi sono i vostri principali clienti?
«Essendo un’azienda nata molti anni fa, la nostra è principalmente una clientela “storica”: clienti che da anni si affidano a noi e che, per questo, hanno standard abbastanza elevati (sia per qualità del lavoro sia per rapidità d’intervento). E, per mantenere questi alti standard che ci caratterizzano, mettiamo tutto il nostro impegno e il nostro sapere.
Dopo tanti anni, la garanzia è ancora il passaparola. Siamo un’azienda piccola ma molto elastica, rispondiamo tempestivamente alle richieste dei clienti quando sono in difficoltà e, soprattutto, amiamo fare bene il nostro lavoro, fino all’ultimo dettaglio, cosa che spesso le grandi aziende non fanno, ma che, alla fine, è ciò che fa la differenza».
Quanto è importante formare i giovani e mantenersi aggiornati?
«Io, nel mio piccolo, punto molto sui giovani che entrano in azienda, con la speranza che, investendo su di loro, loro decidano di rimanere e crescere insieme a noi. Noi abbiamo a due passi la Svizzera e non nego che molti sono attratti dai compensi molto più competitivi e questa è un’ulteriore incognita: possiamo solo sperare che decidano di rimanere.
La formazione, comunque, non si esaurisce mai: dobbiamo conoscere ogni nuovo prodotto che esce sul mercato e ogni cambio normativo. Seguiamo sia corsi obbligatori che facoltativi organizzati dal CEI e altri enti, oltre a seguire le principali notizie di settore su riviste online, gruppi e blog specializzati».
Cosa direbbe a un giovane che ha intenzione di intraprendere questa professione?
«Oggi la situazione è molto complessa. Quando ho iniziato a lavorare io erano altri tempi, c’era così tanto lavoro da non potersi fermare un attimo, e le cose andavano bene. Anche oggi, grazie al cielo, abbiamo molto lavoro, è il contesto ad essere cambiato. Ad esempio, devi sperare di lavorare con clienti onesti che ti paghino per il lavoro che hai fatto e, mi creda, non è scontato! Con il tempo e l’esperienza si impara anche questo…
Dal punto di vista dei giovani, io lo vedo quando ospitiamo qualcuno in stage: si capisce subito chi ha la passione e chi lo sta facendo solo perché lo deve fare. Il nostro lavoro è offrire un servizio, e, proprio per questo potremmo anche essere chiamati per delle emergenze nel fine settimana o al di fuori dell’orario lavorativo “standard”: i clienti sono diversi, se c’è un’azienda che ha bisogno di te perché la produzione si è fermata, tu devi correre, non puoi far altro, e devi essere disposto a farlo perché la tua professione è offrire e garantire un servizio. Se non si è disposti a fare questo, è meglio cambiare lavoro».