Impianti elettrici e speciali per l’eccellenza sanitaria

La nuova sede dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio è espressione di una sanità all’avanguardia, che pone il paziente al centro di percorsi di guarigione supportati da tecnologie e impianti – come quelli elettrici e speciali – allo stato dell’arte.

Operativo dall’agosto 2022, l’Ospedale Gale­azzi – Sant’Ambrogio unifica centri d’eccel­lenza in ambito ortopedico e car­diovascolare del Gruppo San Do­nato – il primo gruppo ospedalie­ro privato italiano – all’interno di una struttura evoluta e sosteni­bile, candidata alla certificazione secondo il protocollo LEED V4, rating Gold.

L’edificio è una compatta costru­zione in linea (circa 153.000 m2) a sviluppo verticale (altezza circa 94 m), composta dal basamento interrato (parcheggi), dalla pia­stra (4 livelli fuori terra) e da un blocco parallelepipedo (altri 12 li­velli fuori terra).

La piastra ospita gli ambienti per l’accoglienza di pazienti e visita­tori e i reparti a maggior afflus­so di pubblico, oltre a servizi sa­nitari e generali, aree direzionali e attività accademiche. Il blocco in elevazione è destinato all’alta intensità di cure e alle degenze (oltre 600 posti letto).

L’efficace organizzazione interna è suppor­tata da percorsi brevi, con sette nodi della circolazione verticale distinti a seconda dei flussi. Ef­ficienti e ridondanti, gli impianti supportano il funzionamento di reparti equipaggiati con tecno­logie all’avanguardia per attività chirurgiche (25 sale operatorie, di cui alcune ibride), radioterapia, emodinamica-elettrofisiologia, cure intensive in ambito ortope­dico-traumatologico, cardiochi­rurgico-vascolari e coronarico, laboratori di analisi e di ricerca.

Il polo tecnologico accoglie le centrali degli impianti elettrici, meccanici, antincendio, dei gas medicali e dell’aria compressa. Nell’edificio principale si trovano inoltre 3 piani tecnici, per servizi logistici e manutenzione e per le centrali di trattamento dell’aria, oltre ai locali tecnici di piano in prossimità dei cavedi.

Il progetto in sintesi

Il percorso progettuale (archi­tettonico, strutturale, impianti­stico, ecc.) è stato curato da Bi­nini Partners fino al livello ese­cutivo, anche con l’obiettivo di contenere sprechi, consumi ed emissioni acustiche e inquinanti a fronte delle migliori condizio­ni di comfort, salubrità e igiene. La commessa è stata affidata a GKSD Edile; il primo stralcio del­le opere impiantistiche è sta­to affidato a Bouygues Ener­gies & Services Italia.

Il secondo stralcio delle opere impiantisti­che, invece, è stato realizzato dall’ATI composta dalle società Euroimpianti, Elettromeccanica Galli Italo e Gianni Benvenuto, unitamente alla progettazione esecutiva di variante, subaffida­ta dall’ATI a EP&S Engineering Project & Service, che in sede di gara ha permesso l’implementa­zione di significative migliorie.

Il progetto dell’impianto elettrico ha interessato fra l’altro:

  • forza motrice, illuminazione or­dinaria, di sicurezza ed esterna;
  • protezione di terra ed equaliz­zazione potenziale;
  • produzione fotovoltaica da 481,6 kWp (sulla copertura);
  • cablaggio strutturato (fonia e dati);
  • supervisione e BMS;
  • interfonico (controllo accessi nei reparti);
  • chiamata personale infermieri­stico;
  • orologi elettrici (per sale opera­torie);
  • gestione impianti elevatori (con sistema DCS connesso al BMS per alcuni elevatori);
  • segnalazione ostacoli al volo;
  • protezione dalle scariche atmo­sferiche (LPS esterno e inter­no);
  • controllo accessi, antintrusio­ne, TVCC;
  • rivelazione fumi (allarme antin­cendio con controllo dei sistemi di compartimentazione);
  • EVAC (compreso sistema per audiolesi nei principali locali di attesa ai piani terreno e terzo);
  • TV/sat per attività ricreative (con distribuzione su rete dati);
  • ricarica di automezzi e motoci­cli elettrici.
LA PAROLA AL PROGETTISTA
LUIGI BERTI, GKSD Engineering

«La committenza ha svolto un ruolo attivo nel sviluppare il progetto impiantistico – afferma Luigi Berti, CEO di GKSD Engineering e Direttore operativo degli impianti. Un comitato tecnico ha revisionato il capitolato per diversificare e ottimizzare l’approvvigionamento e lo sfruttamento delle fonti energetiche, incrementare la resilienza e la flessibilità dei sistemi tecnologici e contenere i costi d’intervento.

Queste indicazioni hanno orientato le proposte presentate dalle imprese concorrenti e sia il progetto di variante effettivamente realizzato, sia l’articolazione degli stralci operativi, evitando di rallentare il cronoprogramma dei lavori. La gestione energetica si giova così di una notevole pluralità di fonti rinnovabili e di sorgenti ad alta efficienza, ridondanti fra loro, in grado di permettere la scelta fra le sorgenti di alimentazione più convenienti per minimizzare i costi d’esercizio, in relazione alle necessità e all’uso effettivo dei diversi reparti e dei singoli ambienti».

Dalla rete all’ospedale

Il sistema di alimentazione e con­nessione primaria (cl. > 15, 23 kV) prevede 3 cabine di trasforma­zione di cui:

  • 2 gemelle tra loro e compar­timentate (punti di consegna principale e di riserva), dotate di schermatura magnetica;
  • 1 inserita in anello sulla distribu­zione MT, per le utenze tecno­logiche.

Completato poi da 2 cogenera­tori con motore endotermico a­limentato a metano, il layout as­sicura la continuità d’esercizio in caso di manutenzione, gua­sto e incendio, con alimentazio­ne delle utenze da fonti diverse mediante collegamenti multipli contemporaneamente attivi.

I trasformatori MT/BT (1.600 kVA ognuna per le cabine gemelle; 2.000 kVA per il polo tecnologi­co) sono del tipo eco-compatibile e dotati di barre ventilanti. La configurazione nelle cabine prevede 2 trasformatori attestati su barrature in parallelo (più un trasformatore di riserva), per li­mitare la corrente di cortocircui­to (≤ 65 kA) e ottenere l’indipen­denza sulle semibarre nei con­fronti di eventuali guasti.

Le dotazioni dei quadri elettri­ci MT sono mirate alla massima sicurezza, mediante protezione contro l’arco interno a 16 kA au­mentata sui 4 lati delle singo­le celle, e a consentire il moni­toraggio, tramite connettività con il BMS affidata a un’inter­faccia ModBus RS485 e al colle­gamento dei relè di protezione con protocollo ModBus TCP/IP e IEC850MS affidata a un’inter­faccia ModBus RS485 e al colle­gamento dei relè di protezione con protocollo ModBus TCP/IP e IEC850.

UNA DELLE 33 SALE operatorie: il piano tecnico soprastante l’area chirurgica permette di servire al meglio gli ambienti tecnologicamente più complessi

Continuità e reti

L’alimentazione privilegiata è af­fidata a 4 gruppi elettrogeni (4 da 1.900 kVA; 1 è di scorta) alloggia­ti in container insonorizzati, con possibilità di gestione complessi­va in parallelo e anche a coppie per singola cabina. L’alimenta­zione delle utenze vitali è affida­ta a UPS statici (ciascuno 5 kVA, autonomia 1 h), per l’alimentazio­ne primaria, e a UPS statici e di­namici (autonomia da 16 a 59 s), per l’alimentazione di riserva. Gli UPS statici (An 120 kVA), in parti­colare, sono del tipo modulare a cassetti e batterie estraibili sotto carico, con 4 moduli più 1 di riser­va da 30 kVA. Per l’alimentazione di continuità sono stati previsti:

  • 2 UPS statici per ogni cabina di consegna (uno da 5 kVA più uno da 15 kVA per i servizi ausiliari, con autonomia 1 h);
  • UPS dedicati al CED.

L’alimentazione di continuità di­namica (flywheel) è demandata a 2 gruppi modulari (ciascuno 1.000 kVA) con cassetti estraibili sotto carico (ciascuno 250 kVA), di cui uno alimentato da una ca­bina e l’altro dall’altra cabina, in­stallati in locali predisposti per futuri ampliamenti.

La rete di distribuzione, fra i qua­dri generali nelle cabine e quelli secondari (di piano, di zona, di re­parto e dei singoli locali, compre­sa quella per gli impianti di cli­matizzazione), è basata su doppi condotti protetti (blindosbarre) alimentati da cabine differenti. Le utenze in esercizio normale sono distribuite a metà su en­trambi i condotti, in grado di sup­portate l’intero carico a vantag­gio dell’affidabilità dell’impianto e della semplificazione della ge­stione.

La potenza del quadro di alimen­tazione delle utenze cliniche è e­rogata direttamente dai quadri generali BT di entrambe le cabi­ne principali. Nei locali gruppo 2 la distribuzione è del tipo IT-M; negli ambienti con apparecchi elettromedicali i quadri elettrici sono a neutro isolato.

PROTEZIONE DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI

L’elevata affidabilità, la rapidità di installazione, la notevole flessibilità d’uso anche in caso di modifiche successive, la facile manutenzione e la possibilità di ridurre al minimo delle dimensioni dei quadri, unite alla contenutissima emissione elettromagnetica, hanno spinto all’uso pervasivo delle blindosbarre, anche per la distribuzione ai piani. Il loro impiego consente di abbattere drasticamente quantità e lunghezza dei tradizionali cavi in rame, rispetto ai quali i condotti a sbarra utilizzano minime quantità di materiali plastici, di tipo autoestinguente (da V0 a V2) e a bassissima emissione di fumi (halogen free), a vantaggio della sicurezza in caso di incendio.

Nelle blindosbarre, la minimizzazione dell’emissione elettromagnetica è risultato della gabbia di Faraday realizzata dall’involucro in lamiera di acciaio, che scherma il campo elettrico, mentre l’estrema vicinanza dei conduttori di fase riduce drasticamente anche la componente magnetica dell’emissione. In questo caso il riferimento normativo è il DPCM 8/7/2003, che individua: un “livello obiettivo” di 10μT; un “obiettivo qualità” di 3μT. Testate alla loro piena corrente nominale, in generale le blindosbarre restituiscono un campo magnetico con intensità inferiore al “livello obiettivo” già 30 cm di distanza, mentre l’“obiettivo qualità” si raggiunge normalmente a 70 cm di distanza.

BLINDOSBARRE E CAVI

La rete di distribuzione elettrica principale prende origine dalle cabine di trasformazione gemelle ed è composta prevalentemente da blindosbarre di tipo:

  • 4×2000 A, classe 15;
  • 4×800 A classe 0;
  • 4×800 A classe > 15;
  • 4×1600 A classe > 15 (impianti tecnologici);
  • 4×800 A classe 15 (impianti tecnologici).

Sono inoltre presenti linee in cavo resistente al fuoco, per l’alimentazione delle sale operatorie, e linee miste cavi/blindosbarre, per utenze specifiche.

All’interno dell’ospedale le linee attraversano 3 cavedi verticali ad uso esclusivo, compartimentati REI 120 e situati lungo i fronti nord e sud e al centro dell’edificio, con blindosbarre (energia):

  • 4×800 A classe > 15;
  • 4×1600 A classe 15;
  • 4×800 A classe 0.

Da queste, mediante blindosbarre 4×160 A, classe 15 e classe 0, a ogni piano sono derivati i vari quadri elettrici principali, equipaggiati con un congiuntore in grado di chiudersi per alimentare tutte le utenze da una delle due linee.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here