Nel Libro Bianco di ANIE tutte le potenzialità del Building Digitale

Il Libro Bianco del Gruppo ANIE Building Digitale si colloca nell’attuale periodo storico caratterizzato dall’emergenza sanitaria che ha profondamente cambiato le nostre abitudini e la nostra quotidianità, attribuendo alla tecnologia applicata agli edifici un valore determinante per ridimensionare la distanza tra le persone, connettendo e interconnettendo cose e persone e abilitando servizi essenziali.

Federazione ANIE ha presentato il “Libro Bianco sul Building Digitale in uno scenario IOT”, un volume che approfondisce le potenzialità collegate a un processo di ammodernamento degli edifici in chiave digitale, le opportunità in termini di Servizi e Applicazioni offerte da una sempre più capillare diffusione delle tecnologie interconnesse in logica IoT, gli ostacoli da superare e le prospettive di crescita del mercato dell’edilizia.

Effetti dell’emergenza sanitaria e andamento del mercato delle costruzioni. Nella media del 2020 Confindustria stima un calo del 9,9% nel settore delle abitazioni e del 7,4% nel settore dei fabbricati non residenziali, mentre nel 2021 è atteso un recupero degli investimenti fissi lordi del 4,4%. Stime Cresme, CRESME LAB Remote ThinkTank, 26 Marzo 2020 – Mio euro.

Il rinnovamento e la trasformazione in chiave digitale degli edifici in funzione di una maggiore efficienza energetica e sostenibilità appare una scelta obbligata dopo il Covid-19. Su questo concetto sembra che le aziende abbiano sempre meno dubbi, soprattutto dopo che Terna ha rilevato che in aprile in Italia la domanda elettrica è crollata del 17,2%, mentre è cresciuto il peso delle rinnovabili, salito al 47%.

La digitalizzazione dell’edilizia e la logica IoT vanno di pari passo con questa tendenza, in quanto sempre di più le tecnologie digitali contribuiranno ad ammodernare e a valorizzare gli edifici pubblici e privati, a ottimizzarne le prestazioni e la gestione, per migliorare il comfort abitativo e la gestione energetica nell’ottica del risparmio e per incrementare la sicurezza delle cose e delle persone. Connessa a questo trend, si è manifestata la crescita dell’economia globale delle App, con la base di utilizzatori destinata a raddoppiare dal 2017 al 2022, passando da 3,9 miliardi a 6,1 miliardi. Anche il tempo trascorso nell’uso delle App continuerà a crescere passando dai 1600 miliardi di ore del 2011 ai 3500 miliardi di ore del 2021. Le architetture IoT, per stare al passo con i tempi, dovranno basarsi sugli stessi paradigmi architetturali dei dispositivi mobili e, quindi, le App scambieranno dati con le “Cose” tramite REST API, con lo stesso schema con cui si scrive la maggior parte delle applicazioni per i dispositivi mobili.

Con l’App Economy si possono attivare nuovi modelli di produzione e consumo dei dati anche in ambito Edificio, come: servitization, prosumerization e gamification. Ne consegue che il passaggio da un prodotto fisico complesso a un sistema connesso, che combina i sensori, i software e l’interfaccia dell’utente, sta creando uno spostamento del valore che le aziende non possono ignorare.

Per quanto riguarda la classificazione degli edifici, in ambito europeo proseguono i lavori per definire una metodologia di calcolo dell’SRI – Smart Readness Indicator – parametro destinato a identificare la capacità dell’edificio o della singola unità abitativa ad adattarsi alle esigenze degli utenti, a ottimizzare la sua performance energetica e prestazione generale, a interagire in maniera efficace con i segnali delle reti collegate.

Se l’attenzione ai benefici della digitalizzazione e l’accesso a tecnologie smart sono in aumento presso l’utenza, non altrettanto reattivo risulta l’intero sistema delle costruzioni che appare lungi dall’essere adeguato. Infatti, molti studi convergono nel sottolineare l’enorme potenziale di crescita economica, laddove gli edifici fossero effettivamente protagonisti del processo di transizione digitale in atto. Boston Consulting Group stimava nel 2018 che l’impiego di nuove applicazioni software e piattaforme digitali potesse portare a una riduzione del costo totale dell’intero ciclo di vita di un progetto edile di quasi il 20%. Per il settore non residenziale, l’analisi stimava che i risparmi potessero variare dal 13 al 21% nelle fasi di progettazione e costruzione, e dal 10 al 17% nella fase della gestione del patrimonio.

In uno scenario indubbiamente evolutivo, dunque, il mondo delle costruzioni continua a mantenere il primato negativo del settore industriale meno recettivo all’innovazione tecnologica e alla trasformazione digitale. Tuttavia, la crescente attenzione al BIM – Building Information Modelling – sta interessando negli ultimi anni tutti i principali attori della filiera, consolidando la consapevolezza dell’importanza della modellizzazione dei dati in ciascuna delle fasi del processo, fino al risultato finale, che è appunto l’edificio.

Per scaricare il Libro Bianco clicca qui

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