La filiera elettrica si riunisce alla Convention di FME

FMELa Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico (FME) ha organizzato la Convention “RE-START: si riparte!” che si è tenuta nella suggestiva sede milanese di ConfCommercio. L’obiettivo di FME con questo evento era tornare a incontrare dal vivo i produttori e distributori del settore elettrico e i rappresentanti delle diverse Associazioni, che si sono fatti trovare pronti all’occasione.

Al centro del convegno proprio la volontà di ripartire insieme, dopo tre anni di difficoltà, donando ai presenti una visione generale sulle due grandi colonne che sostengono il tempio dell’FME di oggi: da una parte l’inquadramento di ciò che sta succedendo e cosa succederà nel futuro; dall’altra parte il tema cardine dell’evento, ovvero i nuovi equilibri per una distribuzione efficiente e competitiva.

FME presidente
Ezio Galli, Presidente di FME, apre la convention RE-START

RE-START ha avuto inizio con un messaggio di benvenuto ai presenti da parte di Ezio Galli, presidente di FME: «Ringrazio tutti voi a nome del Consiglio per la numerosa partecipazione. Abbiamo voluto intitolare questo incontro RE-START innanzitutto perché ricominciano a incontrarci e, dopo tanto tempo, è arrivato il momento di ritrovarci. RE-START però anche perché effettivamente è l’inizio di ciò che il prossimo Consiglio vorrebbe ovvero rimettere in gioco i ruoli all’interno della filiera che in questi anni, secondo noi, sono stati marginali. Abbiamo quindi bisogno di ridefinire alcuni standard e alcuni principi».

Dopo l’introduzione del Presidente, due ospiti d’eccezione hanno tenuto le loro relazioni.

Scenario macro economico

Il primo relatore in sala è stato il professor Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e stimato economista che ha condiviso con i presenti la sua visione sulle evoluzioni macroeconomiche del nostro Paese e internazionali.

carlo cottarelli
Carlo Cottarelli espone lo scenario macro-economico attuale

Cottarelli inizia il suo intervento con un’analisi odierna della situazione economica italiana: «Al contrario di ciò che è accaduto nelle precedenti crisi economiche del 2008/2009 e del 2011/2012, la ripresa dopo la crisi del Covid è stata molto più rapida tanto che, all’inizio di quest’anno, avevamo già recuperato il livello di produzione dell’ultimo trimestre del 2019. Questo recupero così forte deriva in primo luogo dal fatto che le crisi economiche causate dalle pandemie hanno proprio questa caratteristica: una volta superata la crisi sanitaria, il recupero è veloce. In secondo luogo, la struttura delle imprese italiane è ancora per la maggior parte costituita da piccole e medie imprese che risultano più flessibili alla ripresa dell’attività economica. Inoltre, in Italia è molto diffuso il settore manifatturiero rispetto ad altri paesi e il manifatturiero è riuscito a riorganizzarsi meglio rispetto ad altri settori. Al contrario delle crisi precedenti poi, ci sono stati numerosi finanziamenti europei che hanno sicuramente contribuito a risollevare la situazione economica in tempi rapidi».

«Quest’anno ci sono state anche incertezze relative allo shock della guerra in Ucraina: c’è stato un forte aumento del costo delle materie prime, l’inflazione è aumentata ancora anche se, per ora, non abbiamo avuto un impatto troppo forte sull’economia italiana. Nonostante, nel primo trimestre, la crescita economica sia stata bassa, nel secondo trimestre di quest’anno si è registrato invece un boom di crescita economica che non si registrava da anni. Nel trimestre successivo, il governo Draghi prevedeva una recessione ma si è verificata un’ulteriore crescita. Nel quarto trimestre però sono iniziate a sorgere le prime incertezze e debolezze: il clima di fiducia di famiglie e imprese è peggiorato, i dati sulla produzione industriale non sono stati molto buoni e c’è un indebolimento generale. Dalla primavera dell’anno scorso si è verificata una crescita dei prezzi nell’ordine dell’8/9%. La causa di questa inflazione deriva dall’aumento dei costi delle materie prime e dall’inflazione che adesso è alta».

Regolamento sulle restrizioni verticali

FME
Elisa Teti espone le novità a proposito di antitrust alla convention FME

A seguire, si è svolto un interessante intervento dell’avvocato Elisa Teti, del prestigioso Studio Legale milanese Rucellai & Raffaelli, dal titolo “La distribuzione è stata realmente ridisegnata? Il punto tra conferme e novità lato antitrust dopo la recente revisione del Regolamento sulle restrizioni verticali” in cui ha esposto appunto le nuove linee guida in materia di antitrust e concorrenza.

«Ciò che mi è stato chiesto è se effettivamente la distribuzione è stata ridisegnata, viste le novità a proposito di antitrust dovute alla riforma europea e al nuovo regolamento sulle restrizioni verticali. Sono qui per parlare quindi di un sistema ostico in maniera pratica anche se non sarà semplice perché le documentazioni sono molto corpose. Il regolamento è entrato in vigore a maggio di quest’anno ma si ha un periodo transitorio per dare la possibilità alle imprese di adeguarsi alla nuova normativa e comprenderla a pieno. Questo periodo di transizione è quindi molto importante per le imprese per procedere a una revisione completa degli attuali accordi e contratti. Si parla di intese restrittive della concorrenza a livello verticale perché le intese devono essere conformi alle normative antitrust. Le intese verticali sono accordi o pratiche tra soggetti situati in diversi livelli della catena produttiva-distributiva. Le intese verticali sono considerate meno rigide dalle autorità di concorrenza proprio perché non attuate tra concorrenti, possono però portare anche effetti negativi quando c’è un documento alla concorrenza nel mercato interno».

Nel corso del suo intervento poi, l’avvocato Teti ha presentato le restrizioni principali – tra cui l’imposizione dei prezzi di rivendita e – con le loro peculiarità e novità e fornendo ai presenti degli esempi pratici e reali.

In conclusione, si è concentrata sull’importanza del rispettare la normativa antitrust e sul perché è importante rivedere i contratti e i rapporti tra le parti. A seconda delle competenze, infatti, la Commissione Europea o l’Autorità Garante della concorrenza sul mercato hanno ampi poteri di polizia giudiziaria e se si dovesse aprire un procedimento antitrust, che si conclude con una condanna, vengono coinvolti tutti gli operatori dell’accordo con conseguenze anche particolarmente rilevanti.

Il consiglio dell’avvocato è quindi «approfittare di questo periodo di transizione per una revisione dei contratti e dei rapporti commerciali così da creare un modello di comportamento che diffonda la cultura antitrust, agevoli i rapporti tra le parti ed evitare che ci siano ricadute importanti in termini finanziari».

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