È in corso una risoluzione: con la crescente centralità nel mondo data center nell’uso dell’energia e la rapida espansione del settore, emerge la necessità di imporre criteri più rigorosi e lo si fa con la Direttiva sull’Efficienza Energetica.
Negli ultimi mesi stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel mondo dei data center, soprattutto dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea della Direttiva EED/2023/1971 (Direttiva sull’Efficienza Energetica) e i successivi Delegated Acts.
La Comunità Europea ha infatti richiesto che, per quanto riguarda i data center, vengano applicati criteri di efficienza energetica più ambiziosi e urgenti rispetto ad altri ambiti.
Questo è dovuto al fatto che i data center nel mondo si stanno moltiplicando a una velocità incredibile e stanno diventando sempre più centrali per quanto concerne l’utilizzo di energia. Basti pensare che nel 2018 il consumo energetico dei data center dell’Unione Europea si attestava sui 76,8 TWh. Questo dato potrebbe presumibilmente raggiungere i 98,5 TWh entro il 2030, con un incremento pari al 28%. Se si prendono in considerazione anche i servizi emergenti – come per esempio blockchain, intelligenza artificiale, machine learning e realtà aumentata – l’aumento di data center potrebbe incrementarsi ancora di più.
La sfida è quindi lanciata: i data center continueranno ad aumentare, soprattutto grazie alle nuove tecnologie che spingono verso un’analisi continua dei dati.
L’impatto energetico dei data center
I data center influenzano il consumo di energia in vari settori. In primo luogo, c’è il fabbisogno energetico per la climatizzazione, indispensabile per garantire il funzionamento corretto ed efficiente di tutti i componenti IT. Inoltre, l’alimentazione elettrica delle apparecchiature di potenza comporta consumi significativi, che aumentano ancora di più quando i componenti necessitano di essere ridondati per assicurare la continuità operativa (livello di TIER). A questi, si aggiungono i consumi legati all’uso dell’acqua, con le relative metodologie per il suo riutilizzo e il riuso del calore di scarto, ad esempio, per la creazione di impianti di teleriscaldamento.
Ecco quindi che la Direttiva, di fronte a tali preoccupanti scenari, interviene in maniera molto più determinata rispetto al passato: ora, all’articolo 12, si legge che sono imposte attività obbligatorie di trasparenza per coloro che utilizzano e/o gestiscono data center.
Viene quindi istituita una Banca Dati a livello europeo che ha il compito di raccogliere in maniera aggregata, ma comunque dettagliata, tutti i dati ritenuti necessari per valutare se un data center è efficiente dal punto di vista energetico.
Nel caso di interventi su data center già esistenti, come potenziamenti o cambiamenti nelle strategie generali, è necessario includere tutte le attività menzionate in precedenza, tenendo conto delle variabili specifiche del contesto. Queste variabili possono comprendere, a titolo esemplificativo, la possibilità di espansione spaziale del data center, eventuali interferenze con edifici o spazi circostanti, il potenziamento energetico del sito, e la possibilità di ampliare e migliorare l’efficienza energetica delle strutture esistenti.
Queste esigenze richiederanno la nascita e lo sviluppo di nuove professionalità, oggi scarsamente considerate o del tutto assenti, capaci di integrare diverse tecnologie, alcune delle quali ancora poco conosciute, al fine di ottimizzare l’efficienza del data center, ponendo come obiettivo principale il massimo risultato di efficienza possibile.
È una sfida che l’Europa deve raccogliere e attuare con urgenza, avviando una nuova politica di efficienza energetica in questo settore, come richiesto e imposto dalla comunità europea.
I data center, per i motivi già descritti, sono destinati a diventare tra i maggiori consumatori di energia nel prossimo futuro. Pertanto, è fondamentale iniziare immediatamente ad applicare i criteri dettati dalla comunità europea in tutti i data center, partendo dai più grandi e arrivando progressivamente ai più piccoli, compresi quelli privati e quelli della pubblica amministrazione. Il mondo dipende sempre più dall’utilizzo e dalla gestione dei dati, e quindi il consumo di energia per conservarli, elaborarli e distribuirli continuerà a crescere.
La commissione UE per i data center
La Direttiva sull’Efficienza Energetica prevede anche che si formi un’apposita Commissione Europea che ha il compito di realizzare uno schema comune a livello continentale che dia delle indicazioni per garantire trasparenza e omogeneità di interpretazione nei dati da parte di tutti i responsabili di data center. Oltre a definire gli “indicatori chiave di prestazione” la Commissione dovrà anche indicare le metodologie per misurarli.
Si stabilisce anche che spetta ai gestori dei data center occuparsi di verificare che questi indicatori siano rispettati.
La Commissione, infine, potrà, nel corso del tempo, introdurre nuovi schemi di reporting e nuovi indicatori di prestazione o aggiornare quelli esistenti. Tutto ciò serve per attribuire un rating europeo per tutti i data center.
Potenza IT ≥ a 500 kW
I data center che devono adeguarsi alle prescrizioni della Direttiva EED/2023/1971 sono quelli di potenza IT uguale o superiore ai 500 kW. Questi devono essere infatti monitorati annualmente per valutare i consumi energetici e adeguare le azioni volte al risparmio energetico.
Ai gestori di data center verrà quindi richiesto un report annuale tramite il quale si dovrà segnalare tutto ciò che la Commissione richiede così da poter registrare i consumi energetici di ogni data center all’interno della Banca Dati della Comunità Europea.
Quindi, tutti i centri di elaborazione dati che ricadono in questo range di potenza IT installata dovranno rendere pubblici i propri consumi ed eventualmente prendere contromisure per migliorare al massimo l’efficienza energetica del data center gestito.
Per ottimizzare il risparmio energetico, la Direttiva obbliga all’audit energetico tutte le aziende che consumano energia al di sopra della soglia indicata (10 TJ/0,2 MW), comprendendo anche le PMI. Inoltre, richiede un intervento deciso dei singoli Stati membri dell’UE per garantire un livello adeguato di competenze per i professionisti del settore dell’efficienza energetica, inclusi fornitori di servizi energetici, auditor energetici, gestori e installatori.
Questa normativa rappresenta una rivoluzione copernicana nella storia dei data center, orientata verso l’efficientamento energetico. Diventa quindi fondamentale una totale integrazione fin dalle prime fasi di progettazione di un data center, così come nelle fasi successive di potenziamento. L’attività dei vari soggetti coinvolti deve essere coordinata e guidata da un System Integrator di comprovata esperienza, capace di orchestrare le singole professionalità.
Nei nuovi data center, il System Integrator interviene fin dai primi approcci progettuali, occupandosi di aspetti quali:
- la quantità e la tipologia di dati da trattare;
- l’individuazione del sito dove ubicare il data center;
- la tipologia e le dimensioni del data center;
- l’architettura del complesso e le sue strutture;
- la scelta e le tipologie delleapparecchiature IT;
- l’individuazione e la scelta degli impianti da realizzare (impianti elettrici, meccanici, di sicurezza, ecc.);
- il livello di sicurezza da raggiungere nel sito per garantire la continuità del servizio, bilanciato con un’analisi accurata costi- benefici;
- il livello di efficienza energetica da conseguire, ponendolo alla base di tutte le scelte successive.
Questi sono comunque solo alcuni dei momenti salienti per la realizzazione ex-novo di un data center.
EMS e consumo medio di energia
In aggiunta a quanto detto finora, l’art. 11 della Direttiva sull’Efficienza Energetica stabilisce che tutti i data center che, nei tre anni precedenti, hanno registrato un consumo medio di energia superiore a 85 TJ (1,7 MW) debbano implementare un sistema di gestione dell’energia, noto come EMS – Energy Management System.
Questo sistema adotta un approccio sistematico per affrontare le problematiche esistenti, con l’obiettivo di valutare e mettere in pratica iniziative e procedure che migliorino l’efficienza energetica, mantenendo un ciclo continuo di miglioramento. Anche i data center con un consumo energetico inferiore a 85 TJ (1,7 MW) ma superiore a 10 TJ (0,2 MW) hanno obblighi, sebbene meno stringenti. Devono comunque ottimizzare i propri consumi energetici e rispettare tutte le altre direttive europee e nazionali, oltre alla Direttiva 1791.
In particolare, i data center con potenze pari o superiori a 200 kW devono effettuare un audit energetico, ossia una valutazione del fabbisogno energetico e delle inefficienze esistenti, con procedure volte a minimizzarle.
Informazioni essenziali per la banca dati
Come detto, la Direttiva sull’Efficienza Energetica indica quali sono i dati che il gestore deve assolutamente conoscere e successivamente inviare alla banca dati. Questi dati possono essere suddivisi in tre macrocategorie:
- identità del data center: dati che permettono di conoscere il nome, l’ubicazione, il tipo di struttura e la sua entrata in funzione, ma anche i dati del gestore e la ridondanza delle infrastrutture elettriche e meccaniche;
- indicatori chiave di prestazione: questa macrocategoria si compone a sua volta degli indicatori dell’energia e sostenibilità (ambientale, sociale…), degli indicatori di capacità ICT (alfabetizzazione digitale dei cittadini nei dintorni, capacità di interazione con tecnologie digitali ecc.) e degli indicatori di traffico dati nelle aree limitrofe;
- indicatori del traffico dati.
Infine, sempre all’interno della Direttiva, sono presentati gli indicatori di sostenibilità:
- PUE (efficacia del consumo energetico);
- WUE (utilizzo d’acqua in relazione all’energia impiegata);
- ERF (rapporto tra energia riutilizzata ed energia totale richiesta);
- REF (utilizzo di energia da fonte rinnovabile).
Progettazione integrata
La rendicontazione dei consumi rappresenta solo la fase finale di un processo che inizia con una corretta progettazione del data center e un’accurata analisi di tutti i parametri che influenzano il consumo energetico, sia positivamente che negativamente.
Per questo motivo, diventano essenziali diverse attività, oggi prevalentemente sviluppate nei mega data center delle grandi aziende multinazionali, ma quasi mai considerate nei data center di medie e piccole dimensioni.
In questo contesto, la figura del progettista, inteso come integratore di sistemi, assume un ruolo centrale nel miglioramento dell’efficienza energetica dei data center. Occorrerà coinvolgere nuove figure professionali in grado di valutare, da diverse prospettive, come intervenire sulle strutture del data center, sull’architettura dei locali e sugli impianti.
Accanto a questo tipo di figure, emerge anche l’importanza del professionista incaricato di realizzare l’audit energetico, che rappresenta l’obiettivo finale di tutta la progettazione del data center. Su questo punto, l’Unione Europea è ancora più decisa e rigorosa, affermando che tali compiti devono essere svolti da professionisti qualificati nel settore specifico e non lasciati al caso.