Una luce equilibrata e discreta che esalta percezione e raccoglimento

tempio malatestiano
SITUATO nel centro storico di Rimini, il Tempio Malatestiano -ora intitolato a Santa Colomba- è la cattedrale della città, risultato di un progetto incompiuto di Leon Battista Alberti

Il nuovo impianto di illuminazione valorizza l’architettura e le opere d’arte del Tempio Malatestiano, la cattedrale di Rimini, utilizzando tecnologie all’avanguardia altamente personalizzabili per creare ambientazioni differenti a seconda delle esigenze.

Capolavoro dell’architettura rinascimentale, il Tempio Malatestiano a Rimini è risultato di una serie di ampliamenti e rifacimenti intervenuti sull’originaria chiesa francescana, risalente al IX secolo, che nella seconda metà del ‘400 culminarono nel progetto di Leon Battista Alberti, rimasto incompiuto. Nonostante la disadorna ricostruzione postbellica, la basilica è uno degli esempi più limpidi della cultura neoclassica dell’epoca e, al suo interno, ospita opere di insigni artisti come Agostino di Duccio, Giotto, Matteo de’ Pasti e Piero della Francesca.

Oggi il Duomo di Rimini è uno dei luoghi d’arte più apprezzati della città e, recentemente, la Diocesi locale ha voluto rinnovare l’impianto di illuminazione interna. Progettazione, fornitura e realizzazione sono stati affidati a DZ Engineering, società di ingegneria forlivese specializzata nella valorizzazione del patrimonio artistico e archeologico.

Il progetto in sintesi

Principale obiettivo del progetto illuminotecnico era la valorizzazione dell’architettura interna del Tempio Malatestiano, considerando anche la necessità di consentire indagini sulle opere d’arte (affreschi, bassorilievi, ecc.) e sugli apparati decorativi, senza impatti significativi per quanto riguarda l’intensità della luce e la presenza dei corpi illuminanti – evitando perciò qualsiasi banalizzazione degli scopi dell’intervento.

Nel delicato contesto di un’architettura sacra dalla venerabile età di oltre un millennio, la principale complessità del progetto è consistita nella selezione di un sistema di illuminazione in grado di integrarsi, invece di aggiungersi, alle preesistenze, “accompagnando” l’osservatore dal punto di vista percettivo ovvero restando al servizio della cultura e delle esigenze liturgiche.

tempio malatestiano
LA PRINCIPALE complessità del progetto è consistita nella selezione di un sistema di illuminazione in grado di integrarsi nell’edificio preesistente, senza musealizzarlo – immagini di DZ Engineering

Gli aspetti sensoriali della visione – direzione (ricerca del miglior connubio tra veduta d’insieme ed evidenza del particolare); intensità (modulazione efficace della quantità e dell’ampiezza del flusso luminoso); colore (conciliazione tra temperatura del colore e resa cromatica) – sono stati gli elementi primari nella progettazione del nuovo impianto di illuminazione.

In generale le superfici costruite, le pareti affrescate, il catino absidale e i punti focali della liturgia (mensa, ambone, altari, crocefisso) sono illuminati con una luce diffusa a intensità diverse. Le sorgenti sono posizionate prevalentemente sulle travi orizzontali soprastanti la navata (altezza circa 19 m) e sotto le volte delle cappelle, dirette verso il basso, con punti luce d’accento orientati verso gli elementi culturali e devozionali.

Alcuni particolari sono evidenziati da luci dedicate dai toni morbidi e sfumati, oggetto di valutazione specifica delle caratteristiche illuminotecniche delle sorgenti (regolazione dell’ottica, regolazione del flusso luminoso, assenza di fenomeni di abbagliamento), anche lasciando percepire l’eventuale sovrapposizione dei fasci. Allo stesso modo, ombra e penombra arricchiscono la visione suscitando curiosità e interesse, senza però creare una percezione falsata e distorta.

Per esaltare la riconoscibilità materica delle superfici è stata scelta una luce bianca di tonalità calda, con elevato indice di resa cromatica, emessa esclusivamente punti luce a Led per incontrare le esigenze di contenimento dei consumi (potenza specifica 3,23 W/m2), efficienza, affidabilità, sicurezza e durata dell’intero impianto, per consentire la massima flessibilità d’uso e per ridurre l’impatto ambientale e i costi di gestione e manutenzione.

L’arte sotto la luce

ALESSANDRO NOVELLI, project manager di DZ Engineering

«Ci siamo aggiudicati la commessa proponendo un’offerta “chiavi in mano” – afferma Alessandro Novelli, project manager di DZ Engineering – che comprendeva la progettazione del nuovo impianto, la fornitura dei tutti i componenti (corpi illuminanti, reti, centraline, sistema di gestione personalizzato, ecc.) e la loro installazione.

L’intervento per il Tempio Malatestiano è un revamping dell’impianto preesistente, realizzato nei primi anni ‘90. Oltre alla valorizzazione dello spazio interno alla cattedrale e delle opere d’arte ospitate, il progetto ha inteso riqualificare l’intero apparato illuminotecnico della zona pubblica (navata, cappelle laterali, abside), per adeguarlo anche dal punto di vista tecnologico alle esigenze contemporanee.

La progettazione è stata coordinata con l’ing. Daniele Cenni di concerto con il Responsabile per l’arte sacra arch. Johnny Farabegoli, entrambi nominati dal committente, mentre la posa in opera è stata curata dall’impresa riminese Giorgio Manfroni Impianti, che già si occupava della manutenzione ».

ILLUMINAZIONE CUSTOMIZZATA

Gli apparecchi installati nel Tempio Malatestiano sono prodotti da un partner industriale di DZ Engineering, in un range di potenza compreso fra 7÷50 W, utilizzando componenti di elevata qualità e prestazioni secondo specifiche espressamente studiate per l’illuminazione degli edifici per il culto, che vengono implementate considerando i requisiti e gli obiettivi di ogni singolo progetto. Ogni apparecchio è composto da un corpo in alluminio trattato per aumentare la resistenza alla corrosione con finitura cromatica personalizzabile, può essere equipaggiato con diverse sorgenti luminose (Tc 2.700÷4.000 °K; CRI=90) e ottiche di diversa ampiezza (10°÷ 60°; flood; elliptical). Ciascun corpo illuminante dispone di un proprio alimentatore smart (potenza max 16 W, tranne i faretti a fascio largo da 50,9 W) e utilizza un driver a corrente costante (500 mA) con tensione variabile (40÷48 V DC), impostato per operare in sinergia con il sistema Digilux, anch’esso appositamente sviluppato da DZE per questo tipo di applicazioni partendo dallo standard Dali, ma equipaggiato con un software di gestione proprietario.

Quali principi hanno orientato le soluzioni progettuali?

«Il Tempio Malatestiano è la cattedrale della città, un tesoro architettonico e artistico frequentato non solo dai turisti ma anche e soprattutto dai fedeli, per i quali riveste un’importanza partico lare come luogo di culto. Abbiamo volutamente evitato l’enfasi tipica di molti interventi mirati a “musealizzare” i monumenti, focalizzando invece l’attenzione sul rispetto di un’architettura concepita per fruire della sola luce naturale e di quella prodotta da ceri e candele.

Per questa ragione ci siamo concentrati sulla creazione delle condizioni di illuminazione più consone a ogni singola modalità d’uso, a partire dalle esigenze dell’agenda liturgica. Allo scopo abbiamo individuando 10 “modi”, ciascuno dei quali è caratterizzato da qualità proprie non solo dal punto di vista funzionale e tecnico, ma anche per quanto attiene l’eventuale coinvolgimento emotivo delle diverse tipologie di frequentatori.

Per elencarne alcuni, è il caso del modo per le funzioni liturgiche (che fra l’altro permette all’officiante e ai fedeli di leggere le scritture), per le veglie di preghiera (che illumina la mensa e il crocefisso nell’abside, lasciando in penombra navata e cappelle), per le visite artistiche (che evidenzia le opere d’arte e i simboli eucaristici), per le prove del coro (che rendere luminoso l’abside), fino a quello di servizio (per la pulizia e il riassetto dell’ambiente interno).

Dal punto di vista prestazionale, ad esempio, durante la liturgia domenicale nella navata centrale sono assicurati 200 lux a 1 m d’altezza da terra, dando risalto anche alla presenza delle paraste poste ai lati delle cappelle, e 300 lux nell’abside, per accentuare la sacralità della celebrazione».

Con quali modalità è avvenuta l’installazione?

«Sotto il profilo operativo sono state riprese, verificate e, ove necessario, integrate o sostituite le linee di alimentazione e comunicazione, avendo cura di minimizzare l’impatto sulle strutture murarie, con l’obiettivo di supportare gli apparecchi di nuova installazione e di adeguarle al nuovo standard tecnologico. Ovviamente tutti i corpi illuminanti sono del tipo Led, con temperatura di colore di 3.000 °K (IRC 98), posizionati sulle catene delle capriate della navata, all’interno delle cappelle laterali e lungo l’arco che introduce all’abside, celandoli per quanto possibile alla vista.

L’esito delle previsioni del calcolo illuminotecnico è stato verificato e messo a punto durante prove a campione eseguite in sito, che hanno sostanzialmente confermato le aspettative del committente e degli altri specialisti a vario titolo interessati dall’intervento. La progettazione è iniziata nel novembre 2021, mentre l’installazione è iniziata nel febbraio 2022, svolgendosi senza interferire con le varie attività e senza incontrare alcuna complessità, con conclusione dei lavori in tempo per i riti pasquali».

IL SISTEMA DI GESTIONE

Digilux VM 3000 è il sistema flessibile sviluppato da DZ Engineering, per assicurare a qualsiasi tipologia di utente una visione ottimale e per preservare l’integrità delle opere d’arte e dei manufatti archeologici: provvede al comando, alla gestione, al controllo e all’utilizzo dei medesimi supporti trasmissivi da parte di differenti tipologie di impianti, fornendo la regolazione puntuale della giusta quantità di luce in ogni momento.

Il sistema controlla in accensione/spegnimento e dimmerazione ogni sorgente o gruppo di sorgenti, con possibilità di inserire modi di illuminazione regolando e aggregando le sorgenti luminose in gruppi anche dopo la realizzazione dell’impianto. I modi di illuminazione possono essere attivati tramite un semplice dispositivo portatile, oppure con una procedura automatica.

La versione messa a punto per il revamping illuminotecnico del Tempio Malatestiano ha mantenuto l’originaria focalizzazione sulla regolazione dell’intensità luminosa, in funzione della zona o del particolare da illuminare e a secondo delle diverse esigenze, per garantire uniformità e morbidezza della luce artificiale e la massima semplificazione della gestione dei comandi.

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