Relazione Annuale ARERA 2021, uno sguardo al settore elettricità

Relazione annuale ARERA 2021Sono stati pubblicati e sono scaricabili dal sito ARERA i due volumi della Relazione Annuale ARERA sullo Stato dei servizi e sull’attività svolta nel 2021. Gli elementi contenuti nei due volumi riguardano pertanto l’anno solare 2021, un anno influenzato prima dalla ripresa post pandemia, poi segnato dai provvedimenti del Governo e dall’invasione russa dell’Ucraina.

È stata pubblicata la Relazione Annuale ARERA per l’anno 2021, due volumi all’interno dei quali l’Autorità analizza i dati relativi a elettricità, gas, acqua, rifiuti. Sintetizziamo di seguito quelli che sono i dati più significativi relativamente al segmento elettricità.

Nel 2021 prezzi allineati alla media euro per i consumatori domestici

Secondo il Rapporto ARERA, i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mantengono per il 2021 una posizione simile al 2020, allineati e leggermente inferiori alla media dei paesi dell’Area euro in termini di prezzi lordi, con un peggioramento in termini di prezzi netti, compensato dalla riduzione del peso di oneri e imposte.

Nel 2021, il differenziale dei prezzi lordi rimane elevato per la prima classe di consumo (< 1.000 kWh annui, +21% nel 2021, rispetto a +18% nel 2020) e torna a essere, se pur di poco, positivo per l’ultima classe di consumo (>15.000 kWh annui, +1% nel 2021 rispetto a -6% nel 2020); sono invece pressoché invariati rispetto all’anno precedente e leggermente più bassi rispetto l’area euro, i prezzi nelle fasce centrali: il differenziale di segno negativo delle tre classi di consumo centrali (tra 1.000 e 2.500 kWh annui, tra 2.500 e 5.000 kWh annui e 5.000 e 15.000 kWh annui sono rispettivamente -3%, -4% e -2%.

Le prime due classi centrali (quindi per i consumi dai 1000 ai 5000 kWh) sono quelle dove si concentrano i maggiori consumi, coprendo rispettivamente il 38% e il 42% del totale dell’energia elettrica fatturata per i domestici nel 2021.

In termini di prezzi netti si verificano per la prima volta differenziali positivi rispetto all’Area euro per tutte le classi di consumo, superiori al 10% per la prima e per l’ultima classe (questa presentava l’anno precedente un differenziale negativo del -8%) e di poco inferiori al 10% per le tre classi di consumo centrali (che presentavano l’anno precedente differenziali compresi tra il +1% e il +3%). Con riferimento ai principali paesi europei, nel 2021 la Germania si conferma, ancora una volta, il paese con i prezzi dell’energia elettrica più alti per il settore domestico, fatta eccezione per la prima classe di consumo.

Prezzi medi lordi più alti rispetto all’area euro per le imprese italiane

Il processo di progressiva riduzione del divario tra i prezzi medi lordi dell’energia elettrica per il settore industriale del nostro Paese e quelli più convenienti pagati nell’Area euro, che, iniziato nel 2017, era ripreso nel 2020 dopo l’interruzione del 2019, torna a mostrare segnali di inversione nel 2021, con un peggioramento della situazione per tutte le classi, eccetto che per la prima.

In particolare, i differenziali rispetto all’Area euro per le ultime due classi (tra 20.000 e 70.000 MWh di consumo annuo, e tra 70.000 e 150.000 MWh), che erano divenuti addirittura negativi nel 2020, tornano positivi (passando rispettivamente dal -3% al +5% e dal -16% al +6%); a ogni modo, le differenze non riacquistano i valori antecedenti al 2017, quando i prezzi italiani di queste due classi erano in media superiori del +25% e del +15% rispetto a quelli dell’Area euro.

I prezzi italiani nel 2021 per la prima classe (<20 MWh annui) si confermano i più alti rispetto alla media Area euro, +21%, sia pure in miglioramento rispetto all’anno precedente (era +27%) e in continuo calo rispetto al rimarchevole +41% del 2019. Per le altre tre classi si accentua il differenziale positivo (dal +5 al +13%, dal +9% al + 14% e dal +7% al +8%), senza però tornare ai livelli del 2019 (+17%, +20% e +18%).

In termini di prezzi netti, il differenziale tra i prezzi italiani e quelli medi europei, che aveva subito una significativa contrazione nel 2020, cresce per tutte le classi. Continua invece tra il 2021 e il 2020 il calo del peso degli oneri e imposte, anche se ancora più alto rispetto all’Area euro.

Produzione e consumo di energia elettrica: il quadro italiano del 2021

Nel 2021 i consumi di energia elettrica (300,6 TWh) risultano in aumento del 6% circa rispetto all’anno precedente, recuperando pressoché totalmente la diminuzione dell’anno precedente (nel 2020 il calo era stato del -6%) dovuta alla straordinaria situazione pandemica che aveva rallentato i consumi. L’aumento si è registrato in tutti i settori di consumo, compreso il domestico dove, tuttavia, l’aumento è stato molto più contenuto rispetto agli altri settori (+1,5%, contro aumenti superiori al +6% negli altri settori).

La domanda nazionale di energia elettrica è tornata in linea con i livelli pre-covid del 2019 (- 0,6%) ed è stata soddisfatta per l’86,5% dalla produzione nazionale netta (che è aumentata del 2,2%), mentre per il restante 13,5% dalle importazioni. L’energia esportata è dimezzata e quella importata è aumentata del 17%, facendo registrare un saldo di energia import-export pari al 32,9%.

Nel 2021 la produzione nazionale lorda di energia elettrica in Italia ha raggiunto 286,9 TWh, dai 280,5 TWh del 2020, con un incremento quindi del 2,3%. La crescita si è avuta, in particolare, nella produzione termoelettrica che è passata da 161,7 TWh circa a 170 TWh (+5,2%), grazie soprattutto alla maggiore produzione da gas naturale (142 TWh) che ha prodotto 8,4 TWh in più rispetto al 2020 e a quella da combustibili solidi (28 TWh) che ha generato 1,2 TWh in più rispetto all’anno precedente.

La produzione da fonti rinnovabili (114,7 TWh) è risultata, invece, in diminuzione (-1,9%); la produzione da bioenergie, idroelettrico e geotermico è diminuita rispettivamente del 6,9%, del 5,9% e del 2,1%, mentre è aumentata considerevolmente la produzione da eolico (10,8%). È rimasta pressoché invariata la produzione fotovoltaica (25 TWh) con un aumento dello 0,5%. Sul totale della produzione il gas pesa quindi per il 49,5% (tutto il termoelettrico rappresenta il 59,3%) e le rinnovabili per il 40%.

Nel 2021 il 58,5% dei clienti domestici ha scelto il mercato libero

Nel 2021, prosegue l’analisi ARERA, il numero complessivo dei punti di prelievo è rimasto sostanzialmente invariato (-0,2%) a poco meno di 37 milioni, di cui 29,8 milioni domestici e 6,7 milioni non domestici. Nell’ambito dei clienti domestici, a dicembre 2021, 12,4 milioni sono serviti in maggior tutela e 17,5 milioni nel mercato libero: è proseguito quindi il sorpasso del mercato libero sul servizio di maggior tutela, cominciato nel 2020. I punti domestici serviti nel mercato libero sono saliti nella media del 2021 al 58,5%, contro il 54,3% del 2020.

Lo switching delle famiglie è ulteriormente cresciuto, come nel 2020, sia che lo si misuri in termini di punti di prelievo, sia in termini di volumi, con un’accelerazione stimolata dalle aspettative sulla rimozione della tutela di prezzo, ora attesa entro gennaio 2024 per i domestici e, verosimilmente, per la ricerca di condizioni economiche più favorevoli per la crescita straordinaria dei prezzi dalla seconda metà del 2021. Si conferma quindi un trend di espansione che procede ininterrottamente dalla liberalizzazione del 2007.

Consulta i documenti della Relazione Annuale ARERA 2022

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