Utilizzare corsi d’acqua con portata e prevalenza minime per produrre elettricità, anche in caso di calamità naturali: è l’idea di un’azienda giapponese che produce un kit per l’autocostruzione di una miniturbina idroelettrica.
Perché non sfruttare il flusso naturale dell’acqua dei piccoli torrenti e dei canali di irrigazione per produrre piccole quantità di energia a impatto zero?
Questa idea ha guidato Sumino Co., Ltd – azienda nipponica membro di un’organizzazione no-profit che si occupa di rivitalizzazione dei territori agricoli – nello sviluppo di PicoPica, una miniturbina idroelettrica con girante a spirale, pratica e leggera, utile ad esempio per l’illuminazione d’emergenza di allevamenti e rimesse o per alimentare recinzioni elettriche, che può essere utilizzata anche per caricare accumuli a batteria per piccoli dispositivi.
Istruzioni per il montaggio
Nell’arco di pochi anni PicoPica si è diffusa in tutto il Giappone, paese densamente infrastrutturato nelle aree urbanizzate ma nel quale abbondano le zone rurali scarsamente elettrificate. La miniturbina è spedita smontata, per posta, per ridurre l’ingombro e il costo: il kit è leggero e può essere trasportato facilmente nel luogo di installazione.
L’assemblaggio dura pochi minuti e, per farla funzionare, è sufficiente ancorarla al fondo del corso d’acqua. L’impronta carbonica di PicoPica 10, il modello più piccolo, è realmente minima: la turbina a spirale, ad esempio, è prodotta riciclando tappi di bottiglie in PET.
Nonostante l’esiguità di questi valori, PicoPica 10 si presta a numerose funzioni in ambito agricolo, ad esempio per l’illuminazione e per l’alimentazione di recinzioni elettrificate a protezione degli allevamenti, senza la necessità di realizzare costosi allacciamenti alla rete di distribuzione.