L’Autorità definisce costi e schemi per i nuovi smart meter 2G

autoritàProcedura abbreviata di approvazione dei piani di installazione con tariffe di misura invariate per i consumatori a fronte di nuovi benefici legati ai misuratori.

Trasparenza dei piani di installazione, invarianza delle tariffe di misura per i consumatori a fronte di nuovi benefici legati al forte miglioramento nelle prestazioni dei misuratori, nuovi meccanismi incentivanti la riduzione dei costi.

Sono questi i principi fondamentali della deliberazione 646/2016/R/eel con cui l’Autorità ha definito la nuova disciplina tariffaria valida per i distributori elettrici per il riconoscimento dei costi di installazione dei contatori intelligenti (smart meter) in bassa tensione di seconda generazione 2G, le cui caratteristiche, specifiche funzionali e livelli di performance sono stati già definiti dall’Autorità lo scorso mese di marzo (deliberazione 87/2016/R/eel, approvata in forza del decreto legislativo 102/2014 dove è previsto che l’Autorità definisca le specifiche degli smart meter 2G[1]).

Il nuovo quadro di regolazione, basato su logiche incentivanti innovative per il nostro Paese e in linea con le best practice internazionali dei regolatori di servizi infrastrutturali, prevede che l’Autorità valuti e approvi, tramite un processo pubblico trasparente, i piani di installazione dei nuovi misuratori di seconda generazione in bassa tensione; piani che dovranno avere uno sviluppo dettagliato su un arco di quindici anni, comprendendo le previsioni di avanzamento e di spesa.

È previsto un percorso di approvazione accelerato (abbreviato, fast track) nel caso in cui i piani di installazione e messa in servizio, in termini di costi, garantiscano la sostanziale invarianza delle tariffe di misura per i clienti (al netto dell’inflazione), cioè consentano di offrire ai consumatori un servizio di misura evoluto, con disponibilità di informazioni aggiornate su base giornaliera (invece che l’odierna bimestrale), procedure di cambio fornitura e di voltura più veloci ed efficienti e nuovi servizi in termini di flessibilità (come ad esempio i contratti prepagati), senza aggravio di costi in termini reali.

Dopo un approfondito processo di consultazione, svolto in due diverse fasi a cui hanno partecipato i diversi soggetti interessati, l’Autorità ha definito regole che da una parte lasciano flessibilità di pianificazione ai distributori e dall’altra escludono il riconoscimento di costi connessi all’eventuale anticipata dismissione di misuratori di prima generazione se effettuata volontariamente dal distributore.

Il nuovo quadro di regolazione promuove, dunque, lo sviluppo di un servizio di misura elettrico più efficiente e moderno, con meccanismi che garantiscono trasparenza e neutralità anche in relazione allo svolgimento di altre attività, come ad esempio il piano nazionale di sviluppo della fibra ottica.

Su questo tema le nuove regole confermano i già vigenti obblighi di separata rendicontazione di costi e ricavi relativi alle attività diverse dal servizio oggetto di riconoscimento tariffario e prevedono specifiche norme di monitoraggio che consentano di trasferire ai clienti del settore elettrico eventuali benefici derivanti dalle sinergie con queste attività.


[1] In Italia il processo di installazione degli attuali contatori di prima generazione (1G) è stato avviato nel 2001 e completato nel 2006 per la principale impresa distributrice (circa 85% dei clienti finali), nel 2011 per le restanti imprese distributrici, con una vita utile dei contatori di 15 anni.


 

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