Alimentazione di impianti di climatizzazione

impianti di climatizzazione
Credits – Immagine di senivpetro su Freepik

«Nell’ambito di installazione di impianti elettrici, capita di dover alimentare impianti di climatizzazione. A nostro modo di vedere le cose, il compito dell’elettricista è quello di alimentare a 230 V o 400 V le macchine del clima, piccole o grandi che siano. Noi lavoriamo in genere in ambito industriale quindi grandi impianti clima, ma il fatto è riconducibile, anche al singolo monosplit.

Crediamo che il compito dell’elettricista sia questo e che i collegamenti elettrici tra unità interne ed esterne (chiller o similari) facciano parte dell’impianto di climatizzazione e quindi a carico della ditta preposta all’installazione.

Ci sono pareri o altri ufficiali in tal senso? È una diatriba infinita con i termotecnici…», scrive un lettore di Elettro.

Certamente le linee a cui si riferisce il lettore sono elettriche, ma al completo servizio della parte termica. Non credo che si possa avere un parere ufficiale in questo senso, ma la logica suggerisce una soluzione relativamente semplice (anche se forse non estremamente lineare). A parere del sottoscritto, la risposta deve essere cercata negli accordi tra le parti (contratto o eventualmente progetto).

Questa è la parte lineare della risposta. Se non vengono citate esplicitamente che sono a carico del termotecnico, direi che può essere addotto il fatto che le caratteristiche delle stesse sono funzione della macchina da installare (numero e sezione dei conduttori) e quindi come tali devono essere note a priori.

Nel momento in cui dette caratteristiche fossero dichiarate a priori, allora le linee stesse vengono anche citate esplicitamente. In assenza di queste indicazioni, l’elettrico non è, almeno in teoria (qualche volta la teoria gioca anche a favore), materialmente in grado di quotarle.

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