L’adozione dell’intelligenza artificiale generativa (Gen AI) nei Data Center avrà un impatto soprattutto su elaborazione, storage e potenza.
L’adozione di massa di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), sia da parte delle aziende clienti sia dai produttori di apparecchiature informatiche, richiede a tutti i responsabili IT una seria riflessione. Di certo rimangono alcune aree grigie sul potenziale impatto che si avrà sul data center in seguito all’adozione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI), soprattutto per quanto riguarda la necessità di avere maggiore elaborazione, storage e potenza ma, una cosa è certa: l’impatto ci sarà.
Serviranno parecchi server, unità di elaborazione grafica (GPU), dispositivi di storage e così via, e continuerà a crescere il gap sugli ingegneri esperti i quali, se utilizzeranno i codici di riferimento per l’uso nelle applicazioni, avranno bisogno di una adeguata specializzazione. Tutti possiamo credere di essere diventati esperti nella gestione di un’attività utilizzando la GenAI, ma pensare di adottarla in modo produttivo comporterà una notevole quantità di verifiche e potrebbero servire nuove applicazioni, senza dimenticare che le normative potrebbero intensificarsi. I programmatori che utilizzeranno la GenAI per sviluppare nuovi programmi potrebbero non essere in grado di individuare velocemente risultati oggettivamente scadenti. Come già indicato ci sarà una maggiore richiesta di specialisti pur considerando che, invece di dieci esperti, potremmo aver bisogno solo di due persone e di un software intelligente che farà tutto il resto.
Di conseguenza, il data center dovrà prevedere elevate risorse per le applicazioni di realtà virtuale e di realtà aumentata che vengono già utilizzate in molti settori per ottimizzare i processi e migliorare l’esperienza del cliente, soprattutto nei comparti B2C e retail. Nell’e-commerce, per esempio, oggi è già possibile provare virtualmente un capo di abbigliamento o posizionare digitalmente un divano in casa propria. La combinazione di VR e AR – realtà estesa (XR) – ha una qualità ancora più coinvolgente, in quanto consente di utilizzare gli ambienti virtuali in modo interattivo e, a titolo di esempio, è possibile installare un frigorifero in modo digitale nella propria cucina, aprire le porte e valutarne le funzionalità.
Il data center, quindi, potrebbe richiedere un nuovo approccio al consumo di risorse, così come alla gestione dell’infrastruttura e dei sistemi di sicurezza informatica. Le infrastrutture di rete, le architetture e i modelli di storage e restore dei dati cosiddetti critici dovranno essere protetti, per cui gli impatti non riguarderanno semplicemente i requisiti di scalabilità e capacità. Il provisioning comporterà meccanismi di archiviazione distribuita via internet, superando il modello dei database relazionali per spingersi verso l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale e di apprendimento automatico (Machine Learning). Non basterà un singolo cluster per farlo, bisognerà distribuire il carico tra molte GPU e i nuovi requisiti cambieranno i data center, dal condizionamento ai sistemi di alimentazione, fino alla struttura fisica e logica delle reti.
Allo stesso tempo, recenti report di analisti evidenziano che l’AI consente anche di aumentare il risparmio energetico sulla rete elettrica grazie alle funzionalità capaci di analizzare grandi volumi di dati relativi al traffico, alla richiesta di domanda e alla disponibilità delle risorse di rete, agevolando i responsabili nel prendere decisioni rapide sulle infrastrutture e le applicazioni che si possono temporaneamente disattivare. L’AI si dimostra essere anche un efficace strumento per la manutenzione predittiva basata sull’analisi dei dati e per il rilevamento di potenziali problemi nelle apparecchiature prima che diventino più gravi.
Il contributo di Vertiv per rispondere alle nuove sfide dell’AI nel data center
Vertiv, fornitore di soluzioni per le infrastrutture digitali critiche e le soluzioni di continuità, ha già adottato la tecnologia “digital twin“, una forma di AI, in diversi stabilimenti per migliorare efficienza e qualità, riducendo anche i costi di produzione. Alcuni dei tecnici di assistenza di Vertiv utilizzano occhiali intelligenti AR per identificare virtualmente i problemi e possono ricevere istruzioni chiare sui processi da avviare. Inoltre, la nuova e innovativa Vertiv™ XR app consente di esplorare i prodotti Vertiv in 3D e in scala 1:1 e offre un’emozionante esperienza al cliente. Grazie alla realtà aumentata, gli utenti dell’app ottengono una rappresentazione realistica dell’apparecchiatura Vertiv desiderata nel luogo di loro scelta, per esempio nel data center o in fabbrica, consentendo al cliente di esplorare i prodotti in modalità interattiva prima ancora dell’acquisto.
Il servizio di diagnostica remota e monitoraggio preventivo Vertiv LIFE™ Services si basa sull’AI e sul machine learning per offrire visibilità, capacità di analisi e di diagnosi in tempo reale dei servizi fondamentali, consentendo la valutazione preventiva costante della rete. Il monitoraggio è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ed è connesso a un Service Center. Quando si verifica un malfunzionamento, Vertiv LIFE Services invia automaticamente le informazioni pertinenti al team di esperti per la diagnosi e, se necessario, assegna al tecnico più vicino l’incarico di ripristinare la normale operatività.
Le funzionalità dell’intelligenza artificiale nei data center potenziano in modo significativo i servizi di prevenzione degli eventi di guasto e di riduzione dei tempi di risposta. Un’infrastruttura più efficiente e con meno difetti contribuisce anche alla riduzione dell’impronta di carbonio. Individuare gli strumenti adeguati e i partner più esperti oggi sul mercato è certamente la risposta più completa alle nuove esigenze di AI nei data center moderni.