Anche a seguito della riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) rimane reato il c.d. furto di energia elettrica e resta altresì procedibile d’ufficio ai sensi dell’art. 624 del Codice penale.
Il furto di energia elettrica è talvolta considerato come furto aggravato e pertanto punibile con la reclusione da due a sei anni e con una multa da 927 euro a 1500 euro.
In senso confermativo rispetto alla natura del reato, ha statuito la Corte di Cassazione che, con una recentissima sentenza, del 7 marzo 2023, ha rigettato il ricorso di un imputato, condannato per aver sottratto la corrente elettrica da bagni pubblici comunali procurandosi un allaccio abusivo e integrando pertanto il reato anzidetto.
Per la Corte, inoltre, tale comportamento integra non solo reato ma è altresì esclusa la non punibilità per particolare tenuità del fatto.
(Corte di Cassazione sentenza n. 9452/2023)