Sempre più dispositivi prevedono una connessione a internet solamente in modalità wireless. Anche nel settore elettrico l’installatore è costretto a fare i conti con questa tendenza che richiede nozioni di base in materia.
Non è una novità che sempre più impianti prevedano una qualche forma di connessione a Internet. Se prima questa prerogativa era esclusiva dei sistemi di sicurezza, oggi quasi ogni impianto, potenzialmente, può essere connesso al web: condizionamento, riscaldamento, domotica ma anche elettrodomestici o persino oggetti di arredo. L’avvento degli assistenti vocali poi ha dato una potente impennata al mercato dell’IoT, aumentando vertiginosamente il numero di dispositivi connessi all’interno di un’abitazione.
Nella maggior parte dei casi, proprio perché questi oggetti nascono per inserirsi in abitazioni o uffici già esistenti, l’unico vettore di comunicazione verso Internet è il Wi-Fi. Se fino a dieci anni fa il numero di oggetti connessi senza fili a un router domestico era più o meno pari al numero dei membri familiari, oggi invece questa cifra è più che decuplicata. Mentre un router cablato o uno switch, avendo un numero “finito” di porte, trasmettono anche all’utente un senso di limite, il Wi-Fi dà l’illusione di un potenziale di espansione infinito degli impianti. Non è così.
Progettazione di una rete Wi-Fi
Quali sono gli aspetti da considerare per realizzare una rete Wi-Fi performante anche in presenza di impianti tecnologici?
L’aspetto fondamentale che un installatore deve considerare per progettare una rete Wi-Fi stabile è il numero di dispositivi che essa dovrà sopportare contemporaneamente. Le connessioni simultanee, infatti, sono il vero tallone d’Achille dei dispositivi Wi-Fi di bassa qualità: la copertura, infatti, spesso banalmente misurata utilizzando “le tacche” del proprio smartphone, dà solo una indicazione quantitativa dei segnali. Solo partendo da una stima attendibile del numero massimo di client connessi si potrà dimensionare una rete Wi-Fi correttamente.
È importante poi ricordare che anche il più economico Access Point Wi-fi prevede la doppia frequenza a 2,4 e 5 GHz: questo non rappresenta un problema per smartphone o tablet ma può essere un impedimento per i dispositivi IoT: questi, infatti, nel 90% dei casi, possiedono solo interfacce radio a 2,4 GHz. In presenza di una rete dual band potrebbero avere soventi problemi di disconnessione proprio nel tentativo di agganciarsi alla rete a 5 GHz, per la quale non sono progettati. È assolutamente consigliabile quindi dedicare una rete Wi-Fi separata ai dispositivi IoT, con un SSID propagato esclusivamente sulla 2,4 GHz. Questa scelta, oltre a risolvere i problemi tecnici, si tradurrà anche in un’installazione più pulita e corretta.
Non bisogna infine dimenticare la copertura: troppo spesso, nell’ottica del risparmio di qualche decina di euro, si tende a ridurre sotto al minimo il numero degli Access Point in campo. Si ricordi che gli apparati Wi-Fi hanno una copertura molto condizionata dagli ostacoli (muri, armature in ferro, scale…). Installarne un numero troppo ridotto potrebbe lasciare spiacevoli “buchi” nella copertura Wi-Fi con conseguenti malfunzionamenti di apparati magari molto importanti per la continuità degli impianti.
Partendo da questi semplici accorgimenti, l’installatore potrà sicuramente fare largo uso di impianti connessi in modalità wireless senza incontrare problemi di sorta.