Videosorveglianza e Cloud, accoppiata vincente?

cloudCon l’avvento del Cloud, rendere raggiungibili da remoto i sistemi di sicurezza non è quasi mai complesso. Tuttavia, laddove però qualcosa non funzioni come previsto, l’installatore non deve dimenticare le conoscenze basilari del mondo TCP/IP necessarie per risolvere il problema.

Il Cloud funziona sempre. È questo il mantra comunicato da produttori e distributori quando presentano i loro prodotti. Non è importante quale connessione sia presente sul sito di installazione perché il servizio funzionerà in pochi minuti semplicemente collegando l’impianto a internet.

Fino a qualche anno fa questo sarebbe stato additato come miracolo: le operazioni di apertura delle porte sul router, infatti, erano un vero incubo per l’installatore, spesso peraltro incatenato nell’impotenza di poter concludere l’installazione per colpa delle politiche del fornitore di connettività. Oggi nessun tecnico deve più porsi il problema di come collegare un sistema di videocontrollo a internet: il Cloud, infatti, risolverà i problemi di configurazione della rete in pochi istanti e in modo automatico. Tuttavia, anche se se raramente, è possibile che anche il Cloud dia problemi.

Cloud e immagini da remoto

Perché un sistema di videosorveglianza con il Cloud non si vede da remoto?

I motivi celati dietro a un malfunzionamento possono essere innumerevoli; tuttavia, sono riconducibili a tre macrocategorie.

In primo luogo, banalmente, l’errore umano è ancora la prima causa di problemi. Il Cloud è automatico se il dispositivo che è collegato al router riesce correttamente a navigare su internet al pari di un pc: parametri quali IP, gateway, subnet mask e DNS devono essere configurati correttamente perché l’impianto possa collegarsi al Cloud. Se è stato fatto un setup statico magari esso contiene degli errori. In questo caso si può provare a impostare, almeno temporaneamente, l’impianto afflitto dal problema in DHCP così da verificare se, in quel caso, il Cloud riesce a connettersi.

Il secondo problema di funzionamento potrebbe derivare da una connessione internet troppo lenta. Va ricordato, infatti, che i servizi Cloud fanno letteralmente “il giro del mondo” per portare la visione delle telecamere sullo smartphone del cliente. Quando la banda è poca o, soprattutto, quando si ha molta latenza, è possibile che il servizio Cloud “non agganci” o che restituisca un errore di timeout. Vi sono aziende che, proprio per policy aziendale, con determinati valori di latenza non fanno funzionare i loro servizi Cloud perché consapevoli che l’esperienza d’uso sarebbe comunque pessima. È sufficiente uno speed test per capire se si è in questa situazione: valori di upload inferiori ai 2 MBPS o di latenza superiori ai 50 ms quasi sicuramente bloccheranno il funzionamento del Cloud.

Problematiche più rare

Se le precedenti ipotesi non fossero verificate ci si potrebbe trovare davanti ai rari casi in cui è l’operatore telefonico a bloccare il Cloud, anche se è un problema molto raro. Ci sono casi sporadici in cui, per ragioni interne al singolo ISP, l’operatore internet blocca i tunnel necessari al funzionamento del Cloud.

Per capire se ci si trova in questa condizione, potrebbe essere utile servirsi temporaneamente di un router 4G per fornire una connessione alternativa al proprio impianto. Qualora ci si rendesse conto di trovarsi in quest’ultima situazione, le soluzioni esistono ma risultano più complesse dal punto di vista tecnico.

Una prima alternativa potrebbe essere convincere il cliente a fornire stabilmente una connessione internet alternativa al proprio impianto (ad esempio, appunto, un router LTE). Oppure, è possibile procedere “alla vecchia maniera”, tramite l’apertura tradizionale delle porte sul router. Non va dimenticata infine la possibilità di creare un accesso VPN all’impianto: fra tutte le soluzioni elencate, questa è sicuramente la migliore in termini di privacy e sicurezza.

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