Vendite online e prodotti non a norma: responsabilità nell’e-commerce

e-commerceA Bruxelles un workshop di esperti per discutere di responsabilità nell’e-commerce. Promossa dall’europea EucoLight, con la partecipazione del consorzio italiano Ecolamp, l’iniziativa ha richiamato esponenti di diversi settori provenienti da tutta Europa

Come garantire la conformità dei prodotti venduti online in Europa? Quali sono le conseguenze economiche e ambientali di prodotti non a norma? Come contrastare l’evasione dell’IVA nell’e-commerce? Queste sono solo alcune delle questioni dibattute il 17 ottobre scorso a Bruxelles in occasione del workshop “Online Sales of Non-Compliant Products”. Nel corso dell’evento, organizzato da EucoLight, l’associazione europea dei sistemi collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione, con il contributo del consorzio italiano Ecolamp, è emersa ancora una volta la necessità di un approccio coordinato e coerente nell’attribuzione delle responsabilità per i prodotti immessi sul mercato europeo attraverso le piattaforme di vendita on-line.

Dalla mancata conformità ai test di sicurezza all’applicazione delle direttive sugli imballaggi e sui rifiuti elettrici ed elettronici, dal problema dell’evasione dell’IVA al tema dei soggetti preposti alla sorveglianza del mercato, una platea di oltre 100 esperti si è confrontata su criticità e possibili soluzioni per una piena conformità dell’e-commerce alle norme vigenti in Europa.

Come dichiarato da Marc Guiraud, Segretario Generale di EucoLight e moderatore del workshop, «l’economia digitale è una storia di successo con grandi potenzialità. Tuttavia, come testimoniato anche da un recente rapporto dell’OCSE, la non conformità è una preoccupazione crescente per i prodotti venduti online. Nella nostra esperienza il settore dell’illuminazione e dell’elettronica è particolarmente vulnerabile, con numerosi produttori che non aderiscono al sistema RAEE pur usufruendo del servizio di gestione dei propri rifiuti».

Monika Romenska, Regulatory & Public Affairs Manager di EXPRA (organizzazione dei sistemi di conformità per i rifiuti d’imballaggio) ha aggiunto: «Le vendite a distanza rappresentano già fino al 20-30% del mercato in vari flussi di rifiuti, in alcuni Stati membri. Evitando di pagare i costi di raccolta e di trattamento, queste vendite distorcono il mercato: impongono un costo ingiusto ai produttori conformi – per lo più aziende locali – rendendoli meno competitivi».

Come illustrato da Nigel Harvey, CEO della britannica RecoLight e vicepresidente di EucoLight, «un’indagine effettuata nel Regno Unito dal WEEE Scheme Forum ha evidenziato come il 54% degli utensili elettrici, il 76% delle lampadine a LED e l’88% degli orologi fitness venduti su un’importante piattaforma online non risulti in regola. Diversi studi dimostrano che ci sono vendite online su larga scala non adempienti alla normativa RAEE. I rivenditori tradizionali hanno, per molti anni, verificato la conformità dei produttori delle apparecchiature in vendita. Gli operatori online potrebbero – e dovrebbero – fare lo stesso. Non ci possono essere scuse per sostenere consapevolmente la vendita di prodotti che infrangono la legge».

Rispetto ad un altro problema rilevante riscontrato nella regolarità delle vendite online, Richard Allen, lobbista del gruppo di pressione RAVAS, ha descritto la considerevole entità di evasione dell’IVA realizzabile attraverso l’e-commerce, sottolineando la necessità di attribuire chiare responsabilità alle piattaforme di vendita online attraverso cui queste vendite si realizzano.

Davide Rossi, Presidente di OPTIME, Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica, a sua volta ha dichiarato «La crescita vertiginosa dell’e-commerce rappresenta una grande opportunità per imprese e consumatori, ma allo stesso tempo implica rischi senza precedenti. OPTIME – ha proseguito – è un’iniziativa congiunta che raggruppa produttori, rivenditori, consorzi di RAEE e altre parti interessate che lavorano insieme per creare consapevolezza, indagare sulle anomalie e supportare le Autorità competenti nel contrastare pratiche scorrette e illegali. Quest’esempio di collaborazione tra tutti i player della filiera che si riconoscono nei valori della legalità e della concorrenza leale tra imprese è un modello vantaggiosamente duplicabile in altri Paesi Europei».

Hans Ingels della DG Sviluppo ha affrontato la questione dal punto di vista legislativo, parlando del pacchetto europeo di normative sulle merci, attualmente in discussione, e illustrando tre principi ispiratori per contrastare un’eccessiva presenza di prodotti non sicuri e illegali sul mercato: «1) collaborare con le imprese per prevenire le non conformità invece di limitarsi a controllare il mercato; 2) sviluppare strumenti appropriati per il controllo delle vendite online; 3) migliorare la cooperazione tra le autorità in tutta Europa». Anche Bettina Lorz della DG Ambiente ha sostenuto azioni di contrasto coordinate a livello nazionale e sovranazionale, sostenendo, inoltre che «i funzionari impegnati nello sviluppo delle norme doganali, fiscali e commerciali dovrebbero lavorare in stretta collaborazione con le autorità ambientali per la regolamentazione dei prodotti e la successiva applicazione di tali norme: il pacchetto sulle merci potrebbe essere una buona opportunità per realizzare questo genere di sinergia».

Fabrizio D’Amico, Direttore Generale del consorzio Ecolamp

«Il peso del commercio online per le vendite di apparecchiature elettriche ed elettroniche è innegabile – dichiara Fabrizio D’Amico, Direttore Generale del consorzio Ecolampè necessario tuttavia che le piattaforme di e-commerce, che ospitano Produttori non in regola con la normativa, siano chiaramente identificate come soggetti responsabili della conformità dei prodotti che immettono sui nostri mercati, anziché fare da scudo a produttori che si sottraggono ai propri obblighi determinando ripercussioni negative sull’intero sistema».

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