Una lunga autonomia per i sistemi di videosorveglianza

In fase di realizzazione di sistemi di videosorveglianza potrebbe essere richiesto, dal committente, che l’impianto abbia una lunga autonomia in caso di mancanza di tensione di rete. Non sempre un UPS è la soluzione più conveniente…

Se con UPS si intendono i gruppi di continuità relativamente “piccoli”, diciamo entro i 10.000 VA, si parla di apparati che nascono con uno scopo ben preciso: fornire una “manciata” di minuti di autonomia a ciò che alimentano, tipicamente PC o server, affinché possano venir spenti senza rischiare compromissione di dati o funzionalità. L’evoluzione di questa funzionalità risiede in quegli UPS che, tramite connessione USB o tramite LAN, sono in grado di interagire con i sistemi operativi dei suddetti PC e server per spegnerli in totale autonomia. L’UPS, quindi, non nasce per fornire “ore di autonomia”, ma sono stati gli installatori del settore della videosorveglianza a utilizzarli, con lo scopo mantenere attivi i sistemi in caso di mancanza di rete.

UN UPS dovrebbe sempre lavorare con un carico che non superi mai l’80% della sua potenza massima.

Da un punto di vista elettrotecnico, un UPS è un oggetto “costoso”. Infatti, “produce” energia elettrica a 230 V partendo da batterie a 12 V (che poi vengono messe in serie e parallelo per ottenere tensioni più alte). Questo processo ha un costo in termini elettrotecnici, ovviamente, che riduce drasticamente l’autonomia di una batteria.

Prendendo ad esempio una batteria classica utilizzata per i sistemi d’allarme, 12V 7Ah, che alimenta una telecamera direttamente: essa fornirà autonomia sufficiente per qualche ora. Se la stessa batteria venisse messa in un piccolo UPS collegato un alimentatore a 12V che a sua volta alimenta la stessa telecamera di cui sopra, la sua autonomia sarebbe di qualche minuto.

POSSIBILI SOLUZIONI

Quali sono quindi le soluzioni più efficienti per garantire lunghe autonomie a un sistema di videosorveglianza?

In primo luogo, ove possibile, è meglio rimanere in bassa tensione. Un’unità di alimentazione in bassa tensione, con batterie tampone, può assicurare a DVR e telecamere ore di autonomia e con costi anche molto più contenuti di quelli che avrebbe un UPS di pari autonomia.

Questo tipo di configurazione è semplice da realizzare in un impianto analogico ma risulta complesso in un sistema IP, dove normalmente tutto funziona a 48V.

UN ALIMENTATORE con batteria tampone può assicurare un’autonomia di un paio di ore a un piccolo sistema di videosorveglianza usando una semplice batteria da allarme. (Immagine cortesia Satel)

In quel caso però esistono sul mercato switch PoE e stazioni di alimentazione (magari nate per il mondo delle telecomunicazioni) che possono fornire la giusta tensione sempre partendo da batterie a 12V. Anche in questo caso il loro costo risulta spesso inferiore a quello di un UPS capace di offrire pari autonomia.

COME SCEGLIERE UN UPS

Va sfatato il falso mito per cui per alimentare più a lungo un carico vada scelto un UPS con potenza di molto sovradimensionata rispetto all’assorbimento. Se questo in parte è vero dal mero punto di vista matematico, risulta però antieconomico. La scelta corretta in termini economici e anche tecnici è quella di acquistare un UPS di potenza adeguata all’assorbimento (tale per cui l’UPS non lavori mai oltre l’80% della sua potenza massima) e poi di acquistare pacchi batteria supplementari per aumentarne l’autonomia nel tempo. Non tutti gli UPS offrono la possibilità di collegarvi pacchi batteria di espansione, la scelta del giusto apparato è quindi fondamentale.

ALCUNI ARMADI possono fornire fino a 5 ore di alimentazione a un sistema di telecamere IP e registratore

In conclusione, laddove per un sistema di videosorveglianza sia richiesta una lunga autonomia in caso di mancanza di tensione di rete, difficilmente l’UPS è la scelta più corretta in termini economici; sarebbe meglio indirizzarsi verso unità di alimentazione nate appositamente per i sistemi TVCC.

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