Un impianto di cantiere è per sua natura temporaneo: questo vuol dire che al termine dei lavori, anche l’impianto elettrico a suo servizio deve essere smantellato.
Un’oculata attività di smontaggio può consentire di recuperare i materiali installati in modo da poterli riutilizzare in un altro cantiere.
Recupero dei materiali di cantiere
Come facilmente intuibile, l’operazione di recupero dei materiali elettrici utilizzati nel cantiere richiede le stesse attenzioni e professionalità prestate per la loro posa al fine di garantirne l’integrità. È quindi importante che detta attività venga svolta unicamente da personale addestrato e di provata capacità tecnica.
Particolare attenzione va posta nel recupero delle condutture. Detta operazione, infatti, se male eseguita, può compromettere irrimediabilmente la loro affidabilità. Assolutamente da evitare sono il recupero dei cavi a temperature ambiente troppo basse e/o l’estrazione dai cavidotti mediante mezzi meccanici come pale o trattori.
Trasporti e immagazzinamento
Sia per il trasporto che per l’immagazzinamento dei materiali recuperati, è importante evitare le esposizioni a condizioni troppo gravose di umidità, temperatura e polveri. Nel trasporto va posta particolare cura nelle operazioni di carico, scarico e stoccaggio dei quadri elettrici e degli apparecchi illuminanti al fine di evitarne il danneggiamento delle custodie.
Verifica visiva per riutilizzo
Il riutilizzo di materiale recuperato in modo corretto e ben conservato non richiede particolari attenzioni. Purtroppo molto spesso il recupero è affrettato ed eseguito da personale non idoneo; è quindi importante che prima del riutilizzo si effettuino semplici ma accurati controlli a vista e in caso di dubbi si proceda a controlli strumentali.
Per i cavi, siano essi destinati a posa fissa o mobile, è opportuno verificare l’assenza di abrasioni o deformazioni che evidenzino la presenza di rotture interne del conduttore o dell’isolante. Per eventuali giunzioni si deve valutare la possibilità di utilizzare il cavo solo nel tratto integro, in caso contrario ci si deve assicurare che la giunzione sia almeno esteriormente ben eseguita e conservata.
Per i cordoni prolungatori si deve controllare, oltre allo stato del cavo, l’efficienza dei pressacavi e lo stato di conservazione delle spine e delle prese.
Per i quadri elettrici si devono verificare lo stato di conservazione delle custodie, la pulizia al loro interno da polvere, il serraggio dei vari morsetti, lo stato degli organi di comando e di protezione, la presenza dei dati di targa.
Tutte queste operazioni, richiedendo perizia ed esperienza, sono destinate unicamente a personale opportunamente addestrato.
Verifiche strumentali
Nei casi in cui un esame a vista non possa evidenziare il palese buono stato di conservazione di cavi e quadri elettrici recuperati, ma le condizioni rilevate non manifestino comunque la necessità di procedere al loro smaltimento in discarica, è opportuno procedere a verifiche strumentali che attestino la bontà dei componenti stessi.
Per i cavi è opportuno ricorrere alla verifica di isolamento fra tutti i conduttori e la verifica di continuità fra le due estremità del cavo stesso.
Per i quadri elettrici si può procedere, oltre che alle prove di isolamento e continuità del conduttore di protezione, alla verifica del corretto intervento delle protezioni differenziali.
Misura della resistenza di isolamento
La misura serve a verificare che i conduttori attivi dell’impianto siano adeguatamente isolati verso terra e/o fra di loro.
La norma CEI 64-8 ritiene adeguati i seguenti valori di isolamento misurati con le tensioni di prova indicate:
- sistemi SELV / tensione di prova 250 V: 0,25 Mohm
- sistemi fino a 500 V / tensione di prova 500 V: 0,5 Mohm
- sistemi oltre 500 V / tensione di prova 1000 V: 1 Mohm
Per la misura occorre utilizzare uno strumento in grado di fornire le tensioni continue di prova indicate quando eroga una corrente di 1 mA. La prova va eseguita sul circuito sezionato con gli utilizzatori scollegati.
Prova di continuità
La prova consiste nell’accertare la continuità elettrica tra le due estremità del cavo recuperato. Per questa prova si deve utilizzare uno strumento in grado di erogare almeno 0,2 A con una tensione a vuoto compresa tra 4 V e 24 V in c.c. o in c.a.