Rete Privata Virtuale e TVCC, come funziona

L’accesso a un sistema di videosorveglianza tramite VPN garantisce un elevato livello di sicurezza e affidabilità per il cliente finale. Ecco i passaggi utili per l’installatore in fase di configurazione. 

La recente pandemia ha portato a potenziare lo smart working tantissime aziende, che hanno fatto a questo scopo un largo uso di software dietro cui si nascondono implementazioni di VPN: in questo modo i lavoratori sono riusciti ad avere accesso alle risorse della rete LAN aziendale come se fossero in ufficio.

VPN è l’acronimo di Virtual Private Network (Rete Privata Virtuale): si tratta di un’infrastruttura di rete (implementabile con svariati protocolli differenti) che permette di collegare due reti LAN ubicate in luoghi diversi, unendole come se fossero una sola. Un simile accorgimento è universalmente valido, ma ancora di più va previsto nel caso di impianti (come quelli di videosorveglianza) che richiedono misure stringenti in termini sia di privacy che di sicurezza informatica.

Vantaggi per la videosorveglianza di una rete VPN

Prevedere l’accesso tramite VPN a un sistema di videosorveglianza significa creare un’infrastruttura d’accesso estremamente robusta, che consente di creare utenti con privilegi e accessi differenziati: si può permettere al datore di lavoro, per esempio, di accedere alla visione remota dell’impianto solo nelle fasce orarie in cui non sono presenti i dipendenti, così come limitare l’accesso remoto al sistema in precisi periodi. Diventa possibile avere sempre i log esatti di ogni accesso, in ottemperanza ai dettami del GDPR. Soprattutto, l’impianto di videosorveglianza non viene mai direttamente esposto su Internet, rimanendo quindi protetto da vulnerabilità o da possibili attacchi informatici.

UN ACCE SSO VPN, se configurato correttamente, rende irraggiungibile dall’esterno un sistema di videosorveglianza per tutti coloro che non siano in possesso delle opportune credenziali

Requisiti per implementare un accesso in VPN

Per implementare un accesso VPN, è necessario ragionare in ottica “server-client”. A livello di server, con riferimento al luogo specifico di installazione dell’impianto di videocontrollo, bisogna avere a disposizione un router o un firewall che supporti le principali VPN (L2TP con IPsec oppure OpenVPN).

L’operatore Internet deve inoltre garantire un indirizzo IP pubblico (statico o dinamico) da “chiamare” quando si vuole attivare la connessione VPN. Esistono in alternativa delle soluzioni per rimediare all’assenza di un IP pubblico, che diventano però molto complesse a livello tecnico.

PRIMA DI accedere a un impianto con accesso VPN, è necessario abilitare la rete. Spesso e volentieri per farlo è sufficiente un flag sullo smartphone

Il client è invece un qualsiasi dispositivo remoto (smartphone, tablet o PC) da cui l’utente può accedere all’impianto. In questo caso la configurazione risulta molto più semplice, perché ormai tutti i principali sistemi operativi supportano le maggiori VPN. L’unica accortezza che deve avere l’utente è quella di abilitare la connessione VPN prima di avviare il software o l’app necessarie per la visione delle riprese delle telecamere.

Conclusioni

Configurare l’accesso in VPN a un sistema di videosorveglianza prevede il possesso di conoscenze sulle reti IP leggermente più avanzate rispetto a quelle richieste dall’installazione di un comune sistema TVCC. Il risultato finale, tuttavia, offre un livello di sicurezza e privacy molto superiore, da non trascurare in un’epoca in cui gli attacchi informatici sono sempre più all’ordine del giorno.

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