Nuova identità luminosa per la Basilica millenaria di Firenze

UNO degli scenari di visita predisposti con la nuova illuminazione presso la Basilica di Sani Miniato al Monte.
STRUTTURA. La Basilica di San Miniato al Monte, Firenze.

Quando è stata costruita La Basilica di San Miniato al Monte non c’erano né l’elettricità né i sistemi informatici o cellulari. Anche i nativi digitali arrivando lassù, dopo aver salito le scale come antichi pellegrini, restano senza fiato: un po’ per la salita, un po’ per la visione della città dall’alto, un po’ per la meraviglia di come nell’anno mille si potesse concepire e realizzare un tale maestoso edificio.

Il 27 aprile del 1018, in pieno medioevo, il vescovo Ildebrando decise di dedicare una nuova basilica al martire fiorentino, e fece scolpire sulla Porta Santa l’esclamazione di Giacobbe “Haec est porta coeli” (questa è la porta del cielo).

Le celebrazioni del millenario

Il progetto, finanziato da Exenia e curato dal progettista dell’illuminazione Massimo Iarussi, è stato realizzato con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per celebrare il millenario dalla sua fondazione. Padre Bernardo Gianni, priore dell’Abbazia ringrazia dicendo: «Avevamo dei corpi illuminanti che ricordavano caschi da parrucchiere.

LA PROTEZIONE dei pavimenti e delle tombe è stata fatta con doppio strato di nylon, triplo strato di tessuto, tre strati di pannellatura e assi in legno di 4 cm di spessore.

Occorreva sostituire un impianto oramai vecchio, con uno capace di esaltare con garbo e discrezione la bellezza dei luoghi, dimezzando al massimo i consumi. Con gli esperti di questa azienda abbiamo realizzato un impianto che consuma quanto una lavatrice, cioè circa 1000 W». Il progetto della luce di Massimo Iarussi è basato sul completo rispetto dell’opera architettonica intervenendo “in punta di piedi”.

L’impianto è governato da un sistema di controllo digitale, completamente configurabile, con possibilità di scelte d’illuminazione infinite poiché ogni prodotto è gestito singolarmente. Ciò è possibile grazie ai prodotti Exenia ad alta tecnologia dedicati all’illuminazione degli ambienti storico museali: apparecchi illuminanti miniaturizzati, con altissime prestazioni e finiture di colore le più vicine possibili alle superfici d’installazione, in grado di “scomparire” e una tecnologia innovativa, brevetto del gruppo Lumenpulse, che permette l’utilizzo degli impianti elettrici preesistenti.

I fasci luminosi guidano lo sguardo verso il presbiterio e l’abside col meraviglioso mosaico del Redentore tra la Madonna e San Miniato. Gli intarsi marmorei dello zodiaco sono illuminati zenitalmente da apparecchi dotati di ottiche di precisione fissati sulle capriate.

Illuminotecnica ad alta quota
I FRATELLI Filippo e Gabriele Romei, dell’azienda SIEF 2000, sulla piattaforma ragno che raggiunge un’altezza di 32 m.

Tutto questo non sarebbe stato possibile se non ci fossero stati degli elettricisti in grado di fare concretamente i lavori – durata 60 giorni – e la scelta è caduta sulla ditta SIEF 2000. Per poter lavorare in quota sono stati usati mezzi idonei come trabattello 14 m e piattaforma (ragno) fino a 32 m.

Il problema maggiore era portare all’interno della chiesa il ragno, di 7 quintali, che non potendo fare le scale è stato condotto dalla strada e poi con delicatezza fatto salire gli ultimi gradini. Dopo la progettazione e la simulazione ci vuole sempre e comunque l’intervento dell’uomo che, scendendo in campo o meglio salendo a 20 m, si rende conto che, passare dalla teoria alla pratica richiede accortezza e, permettetemelo, anche un po’ di protezione divina.

IL RAGNO, una piattaforma del peso di 7 quintali, non riuscendo a salire le scale, è stato condotto in salita dalla strada piano piano.
Elettricisti acrobati
Data la complessità del progetto, avete riscontrato particolari problematiche in fase di installazione? «Le problematiche maggiori erano portare all’interno della chiesa il ragno, una piattaforma del peso di 7 quintali che ha permesso di arrivare fino ad altezze di 21 m. Il pavimento è completamente fatto da tombe, quindi sottovuoto e il peso e la pressione del ragno avrebbe potuto sfondarlo, di conseguenza è stata fatta una pavimentazione di legno per distribuire il più possibile il peso. Siamo saliti su a 20 m, imbracati e con tutti gli accorgimenti per la nostra sicurezza e di chi stava sotto, compresi i turisti. Lassù le lavorazioni diventano difficili per l’oscillazione continua e l’attenzione era focalizzata a non fare cadere gli attrezzi. Una volta stesi i cavi e il Pirotenax sulle passarelle di legno, abbiamo fissato i prodotti luminosi con viti sul legno delle passerelle e successivamente collegati. L’attenzione è stata molta durante gli spostamenti, perché per lavorare ti avvicini al massimo alle pareti oppure alle travi e un errore, durante la manovra, potrebbe danneggiare le strutture della chiesa. Per le navate laterali abbiamo lavorato con ponteggi su ruote ad altezze massime di 12 m, proteggendo sempre i pavimenti antichi sotto di noi. Qui abbiamo tirato e fissato sulle pareti le Linee in Pirotenax facendo sulle pareti piccoli fori con il trapano per mettere piccoli tassellini, così anche per fissare gli apparecchi luminosi. Sempre cercando di fare meno fori possibile. Per quanto riguarda il coro è stato illuminato da sopra le sedute, andando a nascondere i fari dentro il legno, a volte tagliandolo e segandolo per non far vedere i fori. Tutto l’impianto funziona grazie a un’unica centrale touch screen, dove si può fare le varie accensioni, dimmerare le intensità dei singoli apparecchi e programmare scenari luminosi a seconda delle varie esigenze. Le alimentazioni arrivano su due quadri ben distinti, uno alla sinistra del coro e l’altro alla sua destra, i quadri elettrici sono stati modificati, ricablati e ricertificati. Tutto è stato progettato e certificato seguendo la Norma CEI 64‑15».

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