Il mercato elettrico rallenta nel 2023, ma mantiene una crescita del 19%, con il fotovoltaico che continua la sua corsa a tripla cifra (+243% nel 2022). Ne abbiamo parlato con Ezio Galli, presidente FME.
Giunto al suo terzo mandato, Ezio Galli è da poco stato rieletto alla guida di FME, per il prossimo triennio, fino al 2026, inoltre sono state rinnovate le cariche, in modo da rappresentare al meglio il mercato italiano, costituito da piccole, medie e grandi aziende.
Il Consiglio Direttivo è composto da: Fabrizio Borghini di EB Borghini; Marco Brunetti di Sacchi Giuseppe; Domenico Caldera di CIEB; Paolo Ferrari di Comoli Ferrari & C; Leonardo Giaffreda di Weg Italia; Rudi Marconi di Elfi, Luca Marigliano di Megawatt; Sergio Novello di Sonepar Italia e Luca Zaghini di Marchioli.
Lo SVE (Statistiche Venduto Elettrico) è lo strumento di rilevazione che utilizza FME per raccogliere ed elaborare i dati di Sell Out, dei distributori associati e non, con scadenza mensile. Al momento dell’intervista sono stati considerati i dati disponibili a fine febbraio.
Facendo un bilancio per l’anno 2022, com’è stato l’andamento complessivo del mercato?
«Il bilancio è positivo poiché c’è stata una crescita del 32%. In particolare, il fotovoltaico ha una avuto una crescita molto elevata, del 243%, quindi ha rappresentato un fortissimo traino per tutto il settore elettrico. Il mercato dei cavi è cresciuto del 22%, mentre quello del materiale elettrico del 17%».
In questo inizio di 2023 come sta andando il mercato elettrico?
«A gennaio e febbraio sono stati riscontrati valori positivi, con crescita del nostro mercato di riferimento, ovvero cavi e materiale elettrico, di circa il 19%. Il dato però è inferiore rispetto agli ultimi due anni, in cui la crescita è stata di oltre il 30%. In particolare, a febbraio la crescita è stata del 14-16%, con cavi a 8% e materiale elettrico a 14,7%. A livello regionale non ci sono grandi differenze, come per gli ultimi anni passati, infatti la crescita continua ad essere omogenea».
Qual è il ruolo del fotovoltaico nel mercato attuale?
«Il fotovoltaico mantiene il suo ruolo centrale di traino per il mercato, però è cambiato. Infatti, non c’è più la corsa all’accaparramento dovuta al superbonus 110% che ha creato anche numerose difficoltà, dovute alla carenza e mancanza dei materiali. Il mercato del fotovoltaico nel 2022 era caotico e difficile, proprio a causa delle molte richieste del settore residenziale. In questo ambito, però, il fotovoltaico è praticamente terminato, perché sono venuti meno i bonus fiscali, anche se la situazione è in continua evoluzione.
Adesso il fotovoltaico è per l’industria. Infatti, a causa della crisi energetica, le aziende che ne hanno la possibilità installano impianti fotovoltaici. Sono impianti grandi e di valore elevato, senza accumulo, che richiedono una progettazione più dettagliata. Sia per il presente che il futuro, il fotovoltaico dovrebbe mantenere un ruolo importante».
I crediti incagliati del Superbonus ritiene che possano essere una difficoltà anche per il settore elettrico?
«Sicuramente i crediti incagliati creano delle difficoltà, anche se minime, perché gli installatori, in genere, non hanno grandi capacità finanziarie quindi se non incassano si crea una certa tensione finanziaria che si ripercuote su tutto il settore».
Il PNRR può essere un fattore di crescita?
«Sicuramente il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) continua ad essere una grande opportunità per il mercato, però c’è incertezza nella realizzazione effettiva. Le aspettative ci sono, perché i lavori sono vantaggiosi anche per il mercato elettrico, ma l’auspicio è che i fondi erogati vengano gestiti al meglio, senza rallentamenti».
Ci può fare una previsione per il mercato del 2023 nel suo complesso?
«Considerando i dati dei primi due mesi, ci aspettiamo una crescita di circa 11-12%, per cavi e materiale elettrico, valore che possiamo ritenere positivo, se sarà realizzato. Di fatto il mercato è tornato a livelli più elevati dopo il boom post-pandemia, anche se più elevato rispetto al periodo precedente (3-4% di crescita negli anni pre-pandemia).
È chiaro però che, a causa della situazione mondiale difficile, dovuta, ad esempio, alla guerra in Ucraina e alle tensioni tra Occidente e Oriente, ma anche ai costi dell’energia, è difficile fare delle previsioni certe. Il dato relativo al fotovoltaico è difficile da ipotizzare, perché il mercato è in continua evoluzione».