Materiale elettrico e transizione energetica, l’analisi di Vito Catacchio

Vito Catacchio parla della transizione energetica e di come l’avanzare delle nuove tecnologie schiude le porte a nuove opportunità per gli attori della filiera.

Lungi dall’essere un fenomeno degli anni Venti, la transizione energetica parte da lontano. Tra gli addetti ai lavori, in particolare per gli agenti di materiale elettrico, non è certo una novità. Lo confermano le parole e l’esperienza di Vito Catacchio, titolare della Catacchio SAS di Casamassima (Bari), che tracciano una rotta ben definita in un mercato nel quale l’avanzare delle nuove tecnologie schiude le porte a nuove opportunità per gli attori che sono in grado di interpretarle correttamente.

La transizione energetica è un tema oggi sulla bocca di tutti. Ma per voi agenti di materiale elettrico, questa non è certo una novità. Qual è stato il vostro ruolo in questa evoluzione, spesso silenziosa, fino ad oggi?

«Per noi agenti, “transizione energetica” non è un termine inedito. Ne discutevamo con i nostri clienti anni fa, spesso con la sensazione di parlare una lingua sconosciuta. Oggi, fortunatamente, la consapevolezza è cresciuta e l’impatto sul nostro settore è tangibile. Il passaggio alle rinnovabili ha innescato una corsa a materiali come cobalto, litio, rame e alle cosiddette terre rare, elementi al centro di dinamiche geopolitiche che si riflettono inevitabilmente sulla volatilità dei prezzi lungo l’intera filiera. Durante le turbolenze della pandemia, abbiamo assistito a una crescita significativa del fatturato dei nostri grossisti, con un balzo del 15% nel 2021 rispetto al 2019, e successivamente a un crollo del comparto. Questo scossone non è stato del tutto negativo, poiché ha spinto gli attori del nostro comparto, in primis i distributori, a una maggiore organizzazione e a una gestione più oculata delle proprie attività».

Guardando al futuro, il Green Deal europeo fissa obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione entro il 2050. Qual è il polso del mercato a livello locale tra gli operatori e gli utenti finali?

«La percezione che registro è di una crescente consapevolezza, a tutti i livelli della filiera, dall’industria al singolo consumatore, riguardo all’importanza di una maggiore indipendenza energetica. Persino nelle conversazioni informali tra amici emerge una chiara volontà di virare verso le fonti rinnovabili, purtroppo non tanto per la sensibilità ambientale, quanto per i continui aumenti dei costi dell’energia che stanno inducendo molti a guardare con interesse al fotovoltaico e ad altre soluzioni pulite. Stiamo assistendo a un riassestamento del mercato, e segnali incoraggianti arrivano da misure come il bando agrivoltaico e Industria 5.0, che sembrano dare una nuova propulsione al comparto» dice Vito Catacchio.

Eppure, i dati SVE di inizio anno segnalavano un calo significativo, a doppia cifra, proprio nel settore delle rinnovabili…

«Senza dubbio. Ma questa flessione non va interpretata come una battuta d’arresto definitiva per il fotovoltaico, bensì come un suo fisiologico riposizionamento all’interno di un mercato in evoluzione. Anzi, questa fase di cambiamento si traduce in un’intensa attività per noi agenzie di materiale elettrico. Lo testimonia anche la recente fiera Key Energy di Rimini, dove ho notato un notevole incremento della superficie espositiva. Questo è un segnale chiaro: il numero degli operatori sta crescendo, parallelamente a un’offerta sempre più ricca di soluzioni basate su vettori energetici puliti, come l’idrogeno».

Oltre all’ingresso di nuovi attori, quali altre tendenze significative state osservando nel mercato?

«Oltre alla crescente integrazione tra pompe di calore e domotica, che porterà a veri e propri ecosistemi intelligenti nelle abitazioni e nelle industrie, stiamo assistendo alla diffusione di soluzioni impiantistiche innovative come le tegole fotovoltaiche e a un rinnovato interesse per i cavi in alluminio nel fotovoltaico. La necessità di sfruttare al meglio lo spazio disponibile sta inoltre spingendo la diffusione di pensiline autoportanti per la produzione di energia solare. In tema di fotovoltaico, ho notato un forte interesse per la tecnologia dei pannelli a retrogiunzione HJT, che promette incrementi di rendimento superiori al 30%, e per i pannelli a cella fredda, una soluzione ibrida che combina produzione elettrica e termica, migliorando l’efficienza grazie al raffreddamento delle celle. Tutte queste evoluzioni ci mostrano un futuro di sistemi sempre più integrati ed efficienti».

Nel panorama che sta delineando, con l’emergere di nuovi player come le società energetiche che offrono pacchetti integrati o i service che propongono soluzioni “chiavi in mano”, non intravede un potenziale ridimensionamento per gli operatori tradizionali della filiera, così come la conosciamo oggi?

«Probabilmente sì. Ed è proprio per questo che ritengo sia fondamentale mantenere sempre alta l’attenzione e sapersi adattare proattivamente a ogni evoluzione del mercato. Il mercato è un flusso inarrestabile e la nostra strategia deve essere quella di cavalcarlo con intelligenza. Negli ultimi anni abbiamo assistito a cambiamenti tanto numerosi quanto rapidi. Fortunatamente, l’esperienza maturata dalla nostra agenzia ci fornisce gli strumenti necessari per navigare queste trasformazioni. Nel nostro piccolo, ad esempio, – continua Vito Catacchio – abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione, affiancando alla promozione dei prodotti anche l’offerta di servizi. Oggi forniamo consulenza sulla sostenibilità, offrendo a importanti aziende software e pacchetti per l’adeguamento alle normative. Inoltre, per supportare i clienti meno strutturati nell’ambito della finanza agevolata, abbiamo stretto collaborazioni specifiche».

Un altro tema centrale in questa trasformazione è la digitalizzazione. Quali riflessioni suscita questo argomento, oggi più che mai attuale?

«La digitalizzazione sta ora evolvendo con l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Le strutture più grandi stanno sviluppando piattaforme B2B sempre più simili per usabilità alle piattaforme B2C. Di conseguenza, il distributore di materiale elettrico sta investendo in strumenti digitali per essere sempre più vicino al proprio cliente, sia esso installatore o utente finale. L’intelligenza artificiale sta dimostrando la capacità di prevedere la domanda, ottimizzando la gestione del magazzino e riducendo il rischio di rotture di stock».

Stiamo parlando dell’impiego di modelli predittivi. Come le agenzie come la sua potrebbero inserirsi in questo percorso?

«Stiamo attivamente cercando, laddove i nostri interlocutori lo permettono, di supportare la crescita digitale anche dei piccoli rivenditori, accompagnandoli gradualmente in queste nuove dinamiche. Li stiamo letteralmente prendendo per mano in queste discussioni».

Parlando di integrazione: non solo tra prodotti e impianti, ma anche tra gli stessi addetti ai lavori. È uno scenario possibile?

«La mia visione, che spero possa trovare riscontro, è quella di un futuro in cui un singolo prodotto, come una pompa di calore o un pannello fotovoltaico, possa essere proposto simultaneamente in diversi mercati: dall’elettrico all’ITS, dall’edilizia al ferramenta. Questo implica, per noi agenzie, la necessità e l’opportunità di collaborare attivamente con colleghi e operatori di settori affini, diventando un punto di riferimento propositivo e strategico per le aziende produttrici. Prodotti con una tale versatilità, se presentati nel modo giusto e nei canali appropriati, possono raggiungere una capillarità e una profondità di mercato significative. Sta a noi intermediari comprenderne appieno il potenziale» conclude Vito Catacchio.

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