Un’avveniristica barca a vela pioniera dell’eco-design e della tecnologia sostenibile, in gran parte alimentata da fonti rinnovabili, prenderà il largo l’anno prossimo per raccogliere la plastica galleggiante sui mari di tutto il mondo.
Secondo l’ONU, entro il 2050 gli oceani conterranno più plastica che pesci. Ogni anno, infatti, i mari sono invasi da una quantità di rifiuti in plastica che varia fra 9 e 12 milioni di tonnellate, pari a 17 tonnellate al minuto. Per questo motivo il navigatore francese Yvan Bourgnon ha creato The SeaCleaners, un centro di competenze dedicato alla costruzione di Manta.
Si tratta di una nave pionieristica, destinata a ripulire i mari utilizzando sistemi a scala industriale, puntando al contempo alla massima sostenibilità dell’operazione.
Nonostante le recenti dimissioni del fondatore – indagato per presunte irregolarità gestionali – il progetto prosegue grazie all’attività del consorzio di imprese che sta realizzando l’imbarcazione, la cui entrata in funzione è prevista nel 2025.
Ecologia e tecnologia
Unica nel suo genere, Manta è la prima nave-officina – un gigantesco catamarano dal design biomimetico, frutto di 4 anni di ricerca e sviluppo – che mette a sistema ecologia e tecnologia per raccogliere, trattare e recuperare grandi quantità di macrorifiuti plastici galleggianti.
Anche grazie al sistema di propulsione ibrido, Manta incarna un nuovo modo di porsi nei confronti del mare e di agire per proteggerlo. Manta opererà principalmente lungo zone costiere, fiumi e grandi estuari in Asia, Africa e Sud America, dove l’inquinamento marino da plastica è particolarmente denso, e anche nel Mediterraneo, lungo le coste libiche, egiziane e israeliane.
Potrà intervenire rapidamente in zone inquinate a seguito di catastrofi naturali o climatiche e fungerà da laboratorio scientifico e da piattaforma educativa aperta al pubblico.
- contribuire alla transizione verso un’economia circolare nei paesi colpiti dall’inquinamento da plastica;
- accogliere visitatori per sensibilizzare e educare sull’inquinamento da plastica;
- ospitare missioni scientifiche per quantificazione, caratterizzazione e localizzazione dei rifiuti plastici.
- 2 turbine eoliche situate a poppa (circa 100 kW);
- quasi 500 m2 di moduli fotovoltaici, installati a prua e su ali retrattili (circa 100 kWp);
- 2 idrogeneratori situati sotto la chiglia (fino a 100 kW) da utilizzare in concomitanza con la propulsione a vela;
- l’unità per la termovalorizzazione dei rifiuti in elettricità (fino a 100 kW), dotata di un sistema di filtrazione dei fumi conforme agli standard più severi per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera.