La sicurezza in cantiere all’epoca del Covid-19

Con la riapertura dei cantieri ha assunto particolare rilievo la questione della messa in sicurezza dei lavoratori.

L’arrivo sulla scena mondiale del Covid-19 ha aperto degli scenari che sono di difficile approccio in tutti i settori della vita ordinaria a cui eravamo abituati.

L’isolamento e il distanziamento sociale, già molto difficili nell’ambito familiare, diventano estremamente più complessi nel mondo del lavoro e, diversamente complesso in relazione al tipo di lavoro che si considera. Se un lavoro all’aria aperta e senza affollamento di persone in aree concentrate diventa fattibile con qualche rinuncia, le cose si complicano molto nel caso di lavori che presuppongono la presenza contemporanea di persone in ambienti al chiuso.

Il cantiere, in generale, è un’area di lavoro temporanea dove si sviluppa una costruzione o un’opera edile o impiantistica o di qualsiasi altro genere. Area dove, alle già normali precauzioni da prende per tutelare la salute dei lavoratori e dei presenti, occorre ora aggiungere tutte le direttive imposte per la tutela dal Covid-19. In quest’ottica tutte le autorità preposte alla tutela dei lavoratori e, comunque dei singoli cittadini, hanno emanato regole ma soprattutto “linee guida” basate sulla conoscenza attuale del virus, sulle sue caratteristiche e su quelli che sono i mezzi che, sempre ad oggi, la comunità mondiale conosce per difendersi dalla propagazione del contagio.

Man mano che i cantieri iniziano a riaprire, la preoccupazione da parte del datore di lavoro, dei responsabili della sicurezza e di qualsiasi altro preposto è quella di garantire tale sicurezza a tutti. E qui nascono le difficoltà… Le “regole generali” devono essere quindi contestualizzate al singolo caso e questo non è semplice, data la enorme variabilità delle situazioni lavorative. Infatti, in un cantiere tali indicazioni o regole possono e devono cambiare da caso in caso.

Cantiere impiantistico

Diverse sono le regole se si parla di un cantiere edile o di un cantiere solo impiantistico. Diverse sono le regole se nel cantiere sono presenti solo operai dell’impresa o anche abituali frequentatori di quell’area di lavoro (ad esempio lavori in uffici con presenza comune dei lavoratori negli uffici e dei lavoratori dell’Impresa). Nell’ambito poi della stessa categoria di lavori si possono configurare situazioni ancora più diverse.

Considerando, ad esempio, un cantiere di tipo impiantistico si sa bene che l’infilaggio di cavi elettrici in tubazioni è un’attività che solitamente prevede l’impiego di due tecnici, uno da un lato per infilare il cavo nella tubazione e l’altro dalla parte opposta per tirarlo. A meno di casi rarissimi questo porta “naturalmente” i due tecnici a lavorare abbastanza distanti l’uno dall’altro per cui il distanziamento è sufficientemente garantito e di conseguenza anche altri tipi di protezione possono essere di livello inferiore.

Ma se consideriamo l’attività di assemblaggio di parti di impianto in un ambiente estremamente piccolo (un ufficio o una stanza) dove per forza di cose i tecnici che devono operare sono almeno 2, ecco che il “rischio” di contagio diventa maggiore vista l’estrema vicinanza cui si trovano. In questo caso è palese che le misure aggiuntive per tutelare la sicurezza, non garantita dal solo distanziamento sociale, debbano essere molteplici e rigorosamente valide. In caso contrario quell’attività non può essere svolta.

Breve guida per la scelta e utilizzo di mascherine e guanti in cantiere

Mascherine

Le mascherine sono un accessorio normalmente già in uso in molti cantieri edili per cui sono codificate già in modo abbastanza chiaro e vengono sottoposte a rigorose prove.

Esse si suddividono sostanzialmente in tre categorie FFP1, FFP2, FFP3, dove FF è l’acronimo di “facciale filtrante”, la P indica la protezione dalla polvere e i numeri 1, 2, 3 segnalano il livello di protezione che garantiscono:

  • 1= protezione bassa > 80%;
  • 2= protezione media > 94%;
  • 3= protezione alta > 99%.

Le mascherine FFP2 e FFP3 devono rispondere ai requisiti di cui alle Norme UNI 149 (2009), specialmente in relazione alla capacità filtrante, perdita di resistenza e resistenza respiratoria.

Le FFP1, dette anche mascherine chirurgiche o igieniche, sono sprovviste di filtro e normalmente vengono utilizzate in ambiente sanitario o alimentare e non proteggono chi le porta ma servono solo a evitare possibili contaminazioni agli ammalati o ai cibi.

Senza tanti giri di parole, esse sono mascherine usa e getta utili contro particelle di polveri ma non sono efficaci per evitare il contagio da Covid-19; possono essere utilizzate al massimo per 3 ore e in ogni caso non rientrano in quelle approvate dall’INAIL per i cantieri.

Le FFP2 sono normalmente dotate di filtro, negli standard americani hanno sigla N95 e in quelle cinesi KN95. Sono utili per proteggersi da particelle fini e tossiche, batteri e virus. Hanno una validità di 8 ore e vanno posizionate coprendo bene bocca, naso e mento, in modo da far penetrare l’aria da respirare solo attraverso il filtro.

Le FFP3, anch’esse dotate di filtro garantiscono un livello di protezione migliore delle FFP2 e proteggono anche dalle polveri d’amianto, dalla legionella e da virus quali quelli della SARS, tubercolosi e Covid-19.

Per entrambi questi due tipi, gli ultimi aggiornamenti normativi impongono al costruttore di riportare sui facciali le lettere NR (non riutilizzabili) o R (riutilizzabili). È inutile dire che, per essere riutilizzate, devono essere perfettamente integre e non utilizzate in ambienti molto polverosi.

Guanti

I guanti, al pari delle mascherine, aiutano nella protezione dal contagio ma solo a precise condizioni:

  • non devono assolutamente sostituire l’igiene delle mani che devono essere lavate frequentemente e per almeno 1 minuto;
  • devono essere cambiati frequentemente e gettati comunque via non appena sporchi e sostituiti con altri guanti; mai devono essere riutilizzati, una volta tolti;
  • come per le mani, i guanti non devono mai essere portati a contatto con bocca, naso e occhi.

L’Istituto Superiore di Sanità ricorda e sottolinea che senza il rispetto di queste semplici regole, i guanti diventano essi stessi veicolo di infezione.

Occorre ricordare che questi guanti, nei cantieri, servono solo a proteggere l’operatore dal Covid-19. Su di essi, in caso di lavorazioni che necessitano dell’utilizzo protettivo da altri tipi di pericoli, vanno indossati i corrispondenti guanti protettivi.

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