Installare un interruttore a riarmo automatico conviene?

A molti sarà capitato di tornare dalle vacanze e trovare il differenziale scattato con spiacevoli conseguenze, prima fra tutte di dover buttare il contenuto avariato di frigorifero e congelatore. Ma fortunatamente la tecnologia evolve e permette di evitare questo tipo di disavventure…

Come è noto, l’interruttore differenziale protegge le persone da contatti indiretti e l’interruttore magnetotermico invece l’impianto da sovraccarico e cortocircuito. È quindi necessario che gli interruttori intervengano in automatico, prevenendo così guai ben maggiori. Nonostante la premessa, esistono comunque dei casi in cui l’interruttore differenziale scatta in modo intempestivo, vale a dire quando non dovrebbe farlo.

Cause di intervento intempestivo

Gli scatti intempestivi posso essere causati da diversi fattori come:

  • fenomeni atmosferici;
  • manovre tecniche sulla rete elettrica per manutenzione da parte del distributore di energia;
  • disturbi nella conversione dell’energia elettrica, generalmente causati dalla presenza di inverter fotovoltaici con conseguente formazione di armoniche;
  • avviamento o spegnimento di grossi macchinari di tipo industriale;
  • eccessivi carichi luminosi di tipo fluorescente.

Come già illustrato con l’articolo pubblicato nel fascicolo di giugno 2020 a pag. 43, l’installazione di un differenziale immune a disturbi preserva dalla maggior parte degli scatti intempestivi ma, se si vuole maggior continuità di servizio – specialmente quando non si è presenti in casa – allora serve un dispositivo a riarmo automatico.

Interruttori a riarmo automatico modulari

Da circa quindici anni sono disponibili in commercio interruttori differenziali e magnetotermico differenziali che, dopo essere scattati, sono in grado di analizzare la linea a valle e se non persistono problemi, si riarmano in automatico. Alcuni modelli sono anche in grado di eseguire in automatico la verifica periodica del funzionamento del differenziale (che si dovrebbe fare mensilmente) e senza causare buchi di tensione.

Per consentire di togliere tensione in sicurezza questi dispositivi hanno due modalità:

  1. automatica, che impedisce di fare manovre e si riarma automaticamente;
  2. manuale, che è del tutto equivalente a un interruttore tradizionale, e consente di togliere tensione quando necessario.
Una corretta installazione del magnetotermico

Se si deve sostituire un dispositivo esistente, occorre tener presente di un eventuale maggior ingombro. Se poi si installa un differenziale puro, occorre verificare che la o le linee a valle abbiano anche protezione da sovracorrenti (magnetotermico).

Il cablaggio di questi dispositivi è molto simile a quello degli interruttori tradizionali, eccezion fatta per alcuni modelli che sono dotati di cavetti sottili (di alimentazione e per i sensori) che vanno collegati come raffigurato in figura. 

I CAVETTI non sono precablati in fabbrica, per consentire sia l’alimentazione dall’alto sia la “sconsigliata” alimentazione dal basso.
Da cosa non protegge

È facilmente intuibile che questi dispositivi non possono evitare la perdita di dati di computer, server e similari, in quanto creano un’interruzione di servizio breve (dell’ordine del minuto) ma più che sufficiente a far spegnere i dispositivi informatici: a meno che siano dotati di batteria interna (come gli ormai diffusissimi laptop) o siano sotto un gruppo UPS.

Quando conviene interruttore magnetotermico

Il costo di questo dispositivo è superiore a quello di un differenziale classico, ma comunque abbordabile. In virtù della loro peculiarità, gli interruttori a riarmo automatico – se correttamente installati – sono ideali sia nelle prime sia nelle seconde case, per evitare lo scongelamento di cibi, per ottenere continuità nei sistemi di allarme, per mantenere attiva la rete internet e tutti gli eventuali servizi di domotica, videosorveglianza e telecontrollo annessi.

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