Punto di Vista

Industria 4.0: una rivoluzione prima di tutto “culturale”

Sergio Terzi – Manufacturing Group Politecnico di Milano, Co-Direttore Osservatorio Industria 4.0, Direttore della Management Academy del MIP, Graduate School of Business – Politecnico di Milano.

La nuova rivoluzione industriale – trainata dalla drastica evoluzione delle tecnologie digitali – è ormai alle porte (e alla portata di tasche) delle nostre imprese nazionali, dalle grandi alle piccole e medie. In particolare, l’evoluzione del paradigma di Internet sta comportando un mutamento radicale delle aspettative del mercato, abilitando nuove forme di business e ponendo nuove sfide alle imprese. Lo scenario è intrinsecamente complesso e – anche se la tecnologia informatica ci è divenuta famigliare -nessuno può dire di avere a che fare con cose semplici e scontate.

Peraltro non si può non constatare come – generalmente parlando – la rapida evoluzione della tecnologia abbia colto molte imprese impreparate. Secondo i dati del nostro Osservatorio Industria 4.0 oltre 1 realtà su 3 (38%) ha dichiarato di non sapere nulla dell’evoluzione digitale in atto nel manifatturiero, 1 azienda su 2 (47%) ha iniziato a documentarsi, mentre meno di 1 impresa su 5 (18%) ha progetti concreti di digitalizzazione in ambito industriale.

Lasciando alle spalle gli anni della crisi nera del manifatturiero, e considerando che la disponibilità di tecnologia digitale è distribuita ormai a livello globale, i motivi di tale mancanza non possono che stare nella vera risorsa critica delle aziende, il capitale umano, che presenta un chiaro Digital Divide, generazionale, culturale e formativo. Le nuove tecnologie digitali applicate al manifatturiero richiedono livelli formativi e culturali superiori, sull’adozione delle tecnologie in primis, ma anche sul loro conseguente utilizzo. Come attori del mondo della formazione siamo convinti che il rigore metodologico che si applica nello sviluppo delle tecnologie deve andare di pari passo con la capacità di “mettere a terra” l’innovazione, per offrire valore concreto al mercato. Abbiamo bisogno di tecnici forti delle proprie competenze (che devono essere sempre più multidisciplinari), ma anche di manager che abbiano la capacità di visione e di conduzione dell’azienda allineata al contesto di oggi.

La formazione industriale dell’era 4.0 deve essa stessa evolvere, e tra le molteplici linee di evoluzione, tre sono particolarmente degne di commento: il costante aggiornamento tecnologico, l’approccio esperienziale e multidisciplinare, la scala internazionale. La prima ci ricorda che non si può formare discenti su fenomeni in sviluppo se non si è costantemente aggiornati sull’evoluzione in atto. La seconda linea riguarda la possibilità di “toccare con mano” ed “utilizzare” gli strumenti dell’evoluzione in atto, anche mettendo insieme più discipline. La terza sottolinea in modo costante come la scala della competizione in cui siamo inseriti sia quella globale, perché la trasformazione digitale in atto sta avvenendo in tutto il mondo e non si può sempre presumere di essere i primi a sperimentarla.

Il Politecnico di Milano –  e la sua School of Management –  è inserita appieno in questo movimento di evoluzione, contribuendo a formare una parte rilevante dei tecnici e degli esperti che il mercato richiede,  per portare un ulteriore contributo alla “rivoluzione” culturale ed industriale del nostro Paese (Sergio Terzi – Manufacturing Group Politecnico di Milano, Co-Direttore Osservatorio Industria 4.0,  Direttore della Management Academy del MIP, Graduate School of Business – Politecnico di Milano)

 

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