Gli impianti agrivoltaici sono al centro dell’attenzione del legislatore che ha previsto un quadro di incentivi per l’installazione di almeno 1,04 Gw di nuovi impianti. Le attività legate all’O&M, quindi, rivestono un ruolo fondamentale per garantire sicurezza e prestazioni.
È opportuno introdurre il tema definendo due importanti termini:
- agrivoltaico (o agrovoltaico / agro-fotovoltaico): impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione (nota 1);
- manutenzione: combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di vita di un’entità, volte a mantenerla o riportarla in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta (nota 2).
Requisiti per la qualifica di “agrivoltaico”
La qualifica di un impianto fotovoltaico come agrivoltaico (AV) passa attraverso il riconoscimento di diversi requisiti tecnici e gestionali atti a sancire la coesistenza – meglio l’integrazione – fra la produzione di energia elettrica e l’attività agricola o zootecnica.
Tali requisiti, che riguardano diversi aspetti (agricolo/zootecnico, impiantistico, di innovazione), vanno monitorati nel tempo e conservati in validità. Essi, oltre a dare evidenza del rispetto di regole di finalità generale, consentono di accedere al quadro normativo attuale in materia di incentivi.
Particolarmente importante per l’attività agricola/zootecnica e, su di essa impattante, è il “Requisito C” che prevede il ricorso per l’impianto agrivoltaico a soluzioni integrate innovative con moduli elevati da terra.
Esso indica un riferimento metrico dal suolo dei moduli fotovoltaici per poterli definire:
- installazione di tipo 1: consente la continuazione delle attività anche sotto ai moduli FV. A 1,3 m si parla di attività zootecnica, mentre a 2,1 m di attività colturale. Questo tipo di installazione consente un doppio uso del suolo e la massima integrazione fra impianto FV e coltura (figura 1);
- installazione di tipo 2: non consente la continuazione delle attività anche sotto ai moduli FV ma è possibile un utilizzo combinato del suolo e nessuna integrazione fra impianto FV e coltura (figura 2);
- installazione di tipo 3: i moduli FV sono disposti in verticale e l’altezza da terra non incide significativamente. Questa tipologia influisce sul possibile passaggio di animali e, quindi, sull’uso dell’area per fini zootecnici ma si integra con l’attività agricola operando come barriera frangivento (figura 3).
Costi di investimento elevati
Gli impianti agrivoltaici per loro costituzione sono caratterizzati da:
- elevata estensione spaziale;
- elevata potenza;
- particolari condizioni installative, operative e ambientali.
I costi di investimento per questi impianti sono onerosi rispetto al tipo tradizionale. Le Linee Guida del MISE stimano così gli incrementi di costo in termini medi:
- + 1.200,00 €/kW (per sistemi a colture seminative);
- + 950,00 €/kW (per sistemi a colture permanenti).
Invece, gli oneri complessivi di manutenzione e conduzione (O&M – Operation and Maintenance) risultano inferiori a quelli per i corrispondenti impianti tradizionali. Il motivo di tale diminuzione risiede nel fatto che le attività legate alla pulizia del sito e agli sfalci, nel caso dell’impianto AV, sono di fatto comprese nell’attività agricola e di conseguenza eseguite a costo zero; sebbene parzialmente compensate dai costi derivanti dalle riparazioni per riparare i danni causati dall’esercizio dei mezzi agricoli.
Norma CEI PAS 82-93
Il riferimento normativo dedicato agli impianti AV è la Norma CEI PAS 82-93, di carattere sperimentale, che fornisce indicazioni tecniche relative a condutture elettriche, moduli FV, inverter, inseguitori solari e sistemi di monitoraggio; ai requisiti di sicurezza per la messa in servizio e il funzionamento, contro le interferenze e le influenze esterne.
Vengono altresì fornite indicazioni relative alla gestione del rischio incendio, ai lavori elettrici e alla protezione contro i fulmini: sul primo punto si invita alla valutazione del rischio di pirolisi di componenti elettrici sulle colture sottostanti e quello di propagazione attraverso le coltivazioni; in base all’esito di dette valutazioni si deciderà se ricorrere o meno alle prescrizioni della Sezione 751 (Luoghi MA.R.C.I.).
Sul secondo punto si raccomanda di evitare attività contemporanee con le attività agricole. Sul terzo punto la raccomandazione è quella di considerare un opportuno numero di ore all’anno con presenza di persone o animali in prossimità degli impianti e delle loro strutture.
La CEI PAS 82-93 dedica all’O&M il paragrafo 11 in cui si raccomanda la pulizia dei moduli FV, quando questi molto sporchi, con una frequenza maggiore di quella utilizzata per gli altri impianti FV: ciò perché le lavorazioni agricole e l’utilizzo dei pesticidi possono aumentare la sporcizia dei moduli.
Se nelle operazioni di pulizia vengono usati detergenti essi dovranno essere conformi alle normative per alimenti e mangimi. Gli interventi di manutenzione devono essere indicati dal progettista nel manuale operativo.
Norma CEI EN IEC 62446-2
Un altro documento normativo molto importante per le attività di manutenzione è la Norma CEI EN IEC 62446-2 (CEI 82-84), valida per tutti i sistemi FV.
È bene sottolineare come le attività di manutenzione siano fondamentali sia per mantenere ai livelli di progetto le prestazioni di un impianto FV, sia per conservarne i requisiti di sicurezza. Le prestazioni – specificatamente in termini di producibilità – sono collegate al sistema di incentivi e incidono sui tempi di rientro degli investimenti.
Per i sistemi installati a terra è opportuno monitorare visivamente:
- la presenza di segni di erosione in corrispondenza dei punti di appoggio al suolo;
- il corretto orientamento degli inseguitori solari, quando presenti, rispetto a quelli circostanti;
- la robustezza dei mezzi di posa dei cavi elettrici nei punti critici.
La vegetazione non va monitorata in quanto al centro dell’attività agricola.
Controlli su tutti i componenti
I controlli di sicurezza devono prevedere l’ispezione di numerose parti che compongono l’impianto.
Inverter
Gli inverter sono normalmente imbullonati alla base di ogni punto di montaggio. I controlli di sicurezza prevedono la ricerca di bulloni allentati e/o danneggiati, di eventuali infiltrazioni d’acqua, presenza dell’azione di roditori e di polvere al suo interno.
Quadri di connessione
Per quanto riguarda i quadri di connessione bisogna controllare i collegamenti elettrici aprendo gli involucri per cercare la presenza di detriti e danni causati da infiltrazioni di acqua, ma anche l’azione di scolorimento causata da archi elettrici sui morsetti o quella di roditori e il serraggio lasco delle connessioni. Molto utile può risultare in questa indagine il ricorso a tecniche termografiche.
In riferimento alla corrosione degli involucri metallici, ricercare punti che possano aver compromesso la tenuta all’ingresso di acqua e di roditori; analoga ricerca per i punti di deterioramento di involucri isolanti a causa degli agenti atmosferici.
Preservare il grado di protezione meccanica degli armadi sia nei confronti dei corpi solidi che di quelli liquidi mediante opportune azioni di controllo e manutenzione. L’intrusione da parte di roditori e/o insetti va combattuta decisamente, sigillando con attenzione tutti i punti di accesso. Verificare secondo le indicazioni del costruttore i meccanismi elettromeccanici di cui sono dotati i disconnettori, i sezionatori e gli interruttori.
Moduli fotovoltaici
È importante ispezionare a campione le superfici dei moduli per individuare difetti che possono presentarsi sotto forma di bruciature, distorsioni, microfratture (“bave di lumaca”), discontinuità/separazione vetro/telaio. Eliminare il sudiciume e/o le deiezioni di animali, quando oggetto di deposito eccessivo. In caso di rotture del vetro di protezione, celle incrinate, segni di bruciature, scolorimento significativo delle celle, i moduli andrebbero sostituiti.
Connettori fotovoltaici
Un altro passaggio è l’ispezione a campione dei connettori per evidenziare installazioni e accoppiamenti non corretti, presenza di sporco, olio e altri detriti, l’azione del ciclo termico e del gelo, presenza di licheni o funghi.
Cablaggio
Il controllo va esteso a tutte le sezioni del cablaggio (stringa, sotto-campo e campo FV) specialmente in corrispondenza di punti critici (angoli, spigoli delle strutture di supporto e delle vie cavo), alla messa a terra delle apparecchiature.
Sistema di montaggio
Ricercare difetti come ruggine, corrosione, cedimento, distorsione geometrica, mancanza/ammaloramento di graffe e/o bulloni.
Condutture
Dell’esterno delle passerelle controllare l’idoneità dei supporti, il grado di usura e di corrosione, l’eventuale eccessiva flessione; all’interno verificare l’integrità, la disposizione dei cavi, la presenza di piante e altri materiali o di roditori.
Consigli per la pulizia
Qualora non vi fossero indicazioni specifiche per la pulizia del costruttore del modulo, è opportuno:
- usare solo acqua (detergenti, ossidanti e tensioattivi solo per rimuovere sporco oleoso o organico);
- usare spruzzatori a bassa pressione (<10 bar);
- usare soluzioni detergenti documentate (scheda tecnica);
- evitare uso di detergenti acidi o di acqua con pH>9 o pH<6;
- usare acqua con durezza inferiore a 20 mg di CaCO3 per litro;
- utilizzare spazzole o lavavetri specificati dal costruttore del modulo FV;
- effettuare la pulizia in condizioni di basso irraggiamento;
- rimuovere accumuli di neve o ghiaccio per evitare problemi di peso sulle strutture (è preferibile l’uso di un turbocompressore a quello di una pala).
Qualora le attività combinate di monitoraggio dovessero evidenziare elementi non conformi, l’incaricato dell’O&M dovrebbe attivare le procedure di manutenzione correttiva per risolvere sia i problemi legati alla sicurezza sia alle prestazioni.
- resistenza delle connessioni: le ispezioni previste sul punto relative alla sicurezza si rivelano utili anche sotto l’aspetto prestazionale, andando a ridurre le resistenze dei collegamenti e le perdite;
- valutazione ombreggiamento: verificare nel tempo le reali condizioni di ombreggiamento (presenza di alberi, vegetazione o altre fonti) e redigere apposito rapporto (rifarsi alla procedura descritta nel paragrafo 8.4 della IEC 62446-1 del 2016);
- stringhe del modulo: eseguire misure di tensione a circuito aperto (VOC) per verificare cablaggio e bilanciamento delle stringhe e assenza di intervento di diodi di by-pass (rifarsi alla procedura descritta al punto 7.2 della IEC 62446-1 del 2016). Eseguire misure di corrente di funzionamento di stringa e confrontare la coincidenza (entro un margine del 5%) dei valori rilevati con quelli previsti dalle misure di riferimento (rifarsi alla procedura descritta nel paragrafo 6.5.3 della IEC 62446-1 del 2016);
- curva I-V: eseguire le prove della curva I-V di stringa per ottenere informazioni circa: tensione a circuito aperto (VOC), corrente di cortocircuito (ISC), tensione e corrente in corrispondenza di massima potenza (Vmpp, Impp), potenza massima (Pmax), prestazioni delle stringhe (rifarsi alla procedura descritta al punto 7.2 della IEC 62446-1 del 2016);
- manutenzione del verde: non necessaria in quanto essa è effettuate durante la conduzione dell’attività agricola/zootecnica;
- sporco e pulizia del campo FV: seguire le indicazioni per la pulizia indicate dal produttore del modulo FV. Gli interventi di pulizia possono essere eseguiti “secondo condizione” o in base ad un programma; in ogni caso è opportuno attivare le procedure di pulizia mediante strumenti (ad esempio un trasduttore di vetro sporco). Con riferimento all’agrivoltaico le sorgenti di sporco maggiormente impattanti sono: 1. polvere di origine agricola (programmare pulizia dopo aratura); 2. polline (programmare pulizia dopo stagione di impollinazione); 3. sostanze organiche (alghe e licheni, nei climi più umidi); 4. deiezioni di volatili.
- Fonte: Linea Guida Impianti Agrivoltaici – Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
- Fonte: Norma UNI 11063, Febbraio 2017