Gli investimenti delle maggiori utility italiane sono cresciute del +25,6% nel 2017 rispetto all’anno precedente, ma è aumentata anche l’attenzione alla sostenibilità, considerata sempre più strategica nella catena del valore, almeno quanto ricerca e innovazione, a fronte anche del supporto alla filiera assicurato dalle start-up aggiornate alla nuova istanza della digitalizzazione: questi sono solo alcuni degli elementi contenuti dal rapporto ‘Top Utility Analysis’ dedicato alle maggiori 100 utility pubbliche e private italiane nei settori gas, luce, acqua e rifiuti.
Sono stati anche assegnati i premi alle eccellenze italiane del settore: A2A è risultata essere la migliore in assoluto (in finale con Acque SpA, Aimag, Gruppo Cap e Smat); mentre per la Comunicazione si è affermata Hera (con A2A, Aimag, Gruppo Cap, Etra). Nella categoria Crif Performance Operative Consumatori si è evidenziata invece Estra (con A2A, CVA, Contarina, Savno).
“L’analisi evidenzia la centralità del settore dei servizi di pubblica utilità per l’intero sistema Paese” ha commentato l’economista Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility: sono 100 le maggiori utility operanti in Italia nei settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico integrato e della raccolta dei rifiuti urbani, che hanno generato nel 2017 un valore della produzione aggregato prossimo ai 112 miliardi di euro, pari al 6,5% del PIL italiano.
Queste 100 aziende rappresentano, nel loro insieme, una parte consistente dei mercati di riferimento. Coprono infatti il 50,6% dell’energia elettrica generata in Italia e il 70,2% delle vendite finali, ovvero il 42,6% dei volumi di gas distribuiti e il 65,6% di quelli venduti (dati Arera), il 70,2% dell’acqua distribuita e il 43% dei rifiuti urbani raccolti.