Impianti elettrici utilizzatori, quali verifiche?

La guida CEI Inail 64-14 ha previsto modifiche su protezione contro i contatti indiretti nei sistemi di II e III categoria, protezione contro i contatti indiretti nei sistemi elettrici a tensione fino a 1000 V c.a. e integrazioni per quanto riguarda le verifiche degli impianti nei locali medici e la gestione in qualità degli strumenti e delle misure per la verifica degli impianti.  

In attesa di un generale riordino della materia, nel marzo scorso è stata pubblicata una corposa variante all’edizione 2007-02 della Guida CEI ISPELS 64-14 (attualmente pubblicata come Guida CEI INAIL in quanto nel 2010 l’ISPESL è stato soppresso). Il documento (di seguito Guida) tratta le modalità tecniche operative delle verifiche, armonizzate con le prescrizioni stabilite dalla Norma CEI 64-8 e dalle norme di legge previste per la sicurezza degli ambienti di lavoro.

Armonizzazione con le norme tecniche e di legge

L’intervento di armonizzazione ha avuto come oggetto la parte 6 della Norma CEI 64-8 (ed. 8, 2021), che è stata completamente riscritta. In tal senso sono stati annullati e sostituiti i primi tre capitoli della precedente edizione della Guida, ossia il capitolo 1 (Scopo e procedure fondamentali), il capitolo 2 (Protezione contro i contatti indiretti) e il capitolo 3 (Protezione contro i contatti diretti).

Sono stati aggiunti il nuovo capitolo 11 (Ambienti medici), mai trattati finora dalla Guida, e l’Allegato A (Guida alla gestione in qualità degli strumenti e delle misure per la verifica degli impianti elettrici). I capitoli 4-10 sono ancora in fase di revisione, per allinearli con l’ultima versione della Norma CEI 64-8. Nel testo riformato sono stati inoltre inseriti i riferimenti alle norme di legge di cui al DM 22- 01-08 n. 37 (Regolamento recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici), con oggetto le verifiche iniziali degli impianti, e al D.Lgs. n. 81/08 (Testo unico della sicurezza), per quanto attiene alcuni aspetti, non completamente chiariti, sull’applicazione dell’art. 86 su verifiche e controlli (dette anche verifiche ai fini della manutenzione).

Quali verifiche?

Il quadro normativo delle verifiche è piuttosto esteso e complesso: in forza dell’art. 7 del DM 37/08 e dell’art. 14 della L. 46/90 (non abrogato), oltre alle verifiche iniziali sono previste le verifiche ispettive, in carico ai Comuni. Il DPR 462/01 prevede invece le verifiche periodiche (deputate all’ASL/ARPA, organismi abilitati) e le verifiche ispettive (deputate a INAIL- ex ISPESL, ASL/ARPA). Infine, la Legge 109/94 e il DPR 554/99, con successive modifiche e integrazioni, prevedono un controllo tecnico finalizzato al collaudo.

La Guida si applica, in generale, a tutte le verifiche iniziali e periodiche previste dalla Norma CEI 64-8, relative sia ai luoghi ordinari, sia agli ambienti e applicazioni particolari. Nel primo caso si può fare riferimento, per esempio, alle “verifiche previste dalla normativa vigente”, che, ai sensi del DM 37/08, art. 7 comma 1, devono essere effettuate dall’impresa installatrice al termine dei lavori prima di rilasciare la Dichiarazione di Conformità al committente; nel secondo caso sono interessati i controlli degli ambienti di lavoro, che secondo quanto disposto dal D.Lgs. 81/08 il datore di lavoro è obbligato a effettuare (in conformità alle indicazioni delle norme tecniche) per verificare lo stato di conservazione e di efficienza degli impianti elettrici ai fini della sicurezza.

In assenza di un decreto del MISE che stabilisca le modalità e i criteri di effettuazione dei predetti controlli (D. Lgs. n. 81/08, art. 86, comma 2), non permangono dubbi sugli obblighi del datore di lavoro e sul fatto che i controlli non siano altro che le verifiche periodiche previste dal cap. 62 della Norma CEI 64-8, che devono essere documentate e tenute a disposizione delle autorità di vigilanza e del committente. Poiché la legge non specifica la periodicità dei controlli, è da ritenersi corretto il riferimento a quanto indicato nella Norma CEI 64-8.

In ogni caso, dal punto di vista tecnico, la verifica di un impianto elettrico è un’attività complessa, in quanto occorre conoscere tutte le normative applicabili a quell’impianto. Di seguito si illustrano e si richiamano alcune delle principali novità della variante in argomento.

Protezione contro i contatti indiretti nei sistemi di II e III categoria

È stato condotto un generale allineamento, come richiesto dalla normativa europea che a partire dal 2011 ha sostituito la Norma CEI 11-1 (ed. 9), per gli impianti a tensione nominale superiore a 1 kV con le norme CEI 99-2 (CEI EN 61936- 1 – Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in c.a.) e CEI 99-3 (CEI EN 50522 – Messa a terra degli impianti elettrici a tensione superiore a 1 kV in c.a.)(nota 1), di particolare rilevanza per la verifica dell’impianto di terra nei casi tipici delle cabine MT/BT.

A tale scopo, rispetto alla precedente edizione della Guida, sono riportate la curva di sicurezza UTp= f(tF), cioè la tensione di contatto ammissibile in funzione della durata del guasto, e alcuni dei valori più ricorrenti di detta curva, rispettivamente previsti nella Norma CEI 99-3 e nella Guida CEI 99-4. Viene definitivamente abbandonata la verifica delle tensioni di passo, considerate accettabili di default a fronte della verifica delle tensioni di contatto: infatti, come indicato nell’art. 4.3. (Criteri di sicurezza) della Norma CEI EN 50522, è regola generale che, osservando le prescrizioni per la tensione di contatto vengano soddisfatte le prescrizioni per le tensioni di passo, perché i limiti delle tensioni di passo sono maggiori di quelli delle tensioni di contatto a causa del diverso percorso della corrente attraverso il corpo.

Dopo aver misurato la resistenza di terra RE e conoscendo la corrente di guasto a terra IF (nota 2), si calcola la tensione totale di terra UE= RE∙IE, da cui si possono presentare le seguenti situazioni (figura 1):

  • L’impianto di terra è compreso in un impianto di terra globale: l’impianto è efficiente.
  • UE ≤ UTP: l’impianto è efficiente.
  • UTP < UE ≤ 2·UTP: l’impianto è efficiente, nel caso di impianti utilizzatori che facciano uso dei sistemi TN e IT per la distribuzione BT, solo se l’impianto di terra è costituito da una rete magliata in corrispondenza di tutte le masse dell’impianto utilizzatore (Norma CEI 64-8, Sez. 442).
  • 2·UTP < UE ≤ 4·UTP: l’impianto è efficiente solo a condizione che siano adottati i provvedimenti M descritti nell’allegato E della Norma CEI 99-3 (in pratica, si aumenta la resistività superficiale del terreno asfalto; in caso di recinzioni, si consiglia di usare materiale isolante o equipotenzializzare). La possibilità di applicare i provvedimenti M è in generale riservata all’ipotesi di cabina isolata senza trasferimenti di potenziale.
  • UE > 4·UTP: non si applicano i provvedimenti M; occorre eseguire le misure delle tensioni di contatto UT.

Sistemi elettrici a tensione fino a 1000 v ca: protezione da contatti indiretti

Riguardo al punto in cui la Norma CEI 64-8 raccomanda di verificare la durata dei tempi d’intervento degli interruttori differenziali, la Guida nell’art. 2.3.3.2.2 stabilisce che la prova di funzionamento degli interruttori differenziali di tipo AC nei sistemi TT si ritiene positiva se l’intervento del dispositivo avviene entro un tempo di 400 ms; nei circuiti di distribuzione dei sistemi TT, nei quali è ammesso per motivi di selettività un tempo di interruzione non superiore a 1 s, si ritiene che il risultato sia positivo se dalla prova si accerta tale condizione.

Naturalmente, la prova va condotta con strumentazione dotata di impostazione della taratura. Sono riportati schemi delle varie modalità possibili di esecuzione della verifica (in figura 2 si vede una prova eseguita direttamente alla presa a spina, tenendo conto della posizione della fase e del neutro).

Verifiche degli impianti nei locali medici

L’argomento è trattato nel nuovo capitolo 11. Il livello di rischio elettrico degli impianti nei locali medici ha per lungo tempo imposto una normazione specifica, poi confluita nella Norma CEI 64- 8, con riferimenti generali nella Parte 6 e prescrizioni particolari (peraltro non variate con la pubblicazione dell’ed. 83) nella Sezione 710.

I locali medici sono ambienti a maggior rischio elettrico rispetto ai contesti ordinari, perché in essi i pazienti si possono trovare in condizioni di maggior vulnerabilità e soggetti all’applicazione di apparecchi elettromedicali. Per garantire la massima sicurezza delle persone è quindi necessario adottare particolari accorgimenti. Anche per quanto riguarda le verifiche periodiche e di manutenzione, sono da eseguire prove specifiche in aggiunta a quelle stabilite per gli ambienti ordinari nei locali di gruppo 1 e 2, da documentare sul registro ex art. 86, D.Lgs. n. 81/08:

  • prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento: annuale; •
  • controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione regolabili: annuale; •
  • verifica del collegamento equipotenziale supplementare (locali gruppo 1 e 2): biennale;
  • prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione mensile (prova a vuoto) e quadrimestrale (prova a carico per almeno 30 minuti);
  • prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria secondo le istruzioni del costruttore: semestrale;
  • prova dell’intervento, con Idn, degli interruttori: annuale. Le verifiche devono essere eseguite da personale qualificato ed esperto in relazione alla complessità e al rischio correlati alla verifica stessa.

Guida CEI Inail 64-14 – Allegato A

Per l’esecuzione delle prove, la Guida prevede una dotazione strumentale costituita da strumenti dedicati, cioè costruiti appositamente per la specifica misura. In tal senso l’Allegato A (che annulla e sostituisce la Guida CEI 0-11) ha lo scopo di definire e documentare un metodo di gestione in qualità delle misure per la verifica degli impianti elettrici. Il metodo si deve basare su un sistema di verifica in grado di assicurare la riferibilità e ripetibilità dei risultati ottenuti, in modo da garantire non solo gli esiti già conseguiti, ma anche quelli futuri.

NOTE

  1. Ai fini della progettazione si ricordano le Guide CEI 99-4 “Guida per l’esecuzione di cabine elettriche MT/BT del cliente/utente finale” (ex- Guida CEI 11-35) e 99-5 “Guida per l’esecuzione degli impianti di terra delle utenze attive e passive connesse ai sistemi di distribuzione con tensione superiore a 1 kV in c.a.” (ex Guida CEI 11-37).
  2. Il distributore fornisce la corrente di guasto a terra IF, maggiore dell’effettiva corrente IE = r·IF (con r<1) che fluisce nel dispersore. L’aggiornamento riguarda il fatto che per i sistemi di II categoria può essere utilizzato un coefficiente di riduzione r=0,7, stabilito dalla Norma CEI 0-16 indipendentemente dalla tipologia di cavi della rete alimentante, come era invece diversamente specificato dalla Norma CEI 11-1.

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