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Giovenzana, quando l’ATEX è su misura

Le nuove control station e junction box di Giovenzana nascono come soluzioni custom e configurabili, in termini di materiali, operatori e accessori, in base alle esigenze del cliente finale. 

Giovenzana amplia l’offerta in ambito ATEX

A poche settimane dal lancio dei Finecorsa Serie FCT-Ex, Giovenzana International arricchisce la propria offerta in ambito ATEX con delle speciali control station e junction box – ossia pulsantiere di comando e cassette di derivazione certificate ATEX e IECEx – realizzate in alluminio, acciaio o termoindurente, dotate di operatori e morsetti a loro volta certificati per le atmosfere potenzialmente esplosive.

Come spiega Corrado Caccia, Responsabile Certificazioni di Giovenzana International, si tratta di prodotti completamente custom che nascono su specifica del committente a seguito di un processo articolato, che parte dalla definizione delle reali esigenze applicative e fa leva su una filiera produttiva completamente integrata, garantendo così tempi di consegna molto rapidi.

Corrado Caccia di Giovenzana
Corrado Caccia, Responsabile Certificazioni di Giovenzana International

Gli operatori che caratterizzano l’offerta Giovenzana approdano a bordo delle control station ATEX: è l’indicatore di un’ulteriore evoluzione della domanda?

«Oltre che alla qualità e alla sicurezza dei materiali, oggi la domanda è in effetti sempre più rivolta verso soluzioni completamente customizzabili per soddisfare specifiche esigenze impiantistiche. Questo trend evidenzia, da parte del mercato, l’importanza di poter definire diversi aspetti, quali i materiali e le dimensioni delle custodie, come anche il tipo di operatori a bordo: funghi di emergenza, pulsanti standard o multifunzione, potenziometri, selettori, sezionatori di comando, spie luminose, tappi, buzzers, voltmetri e amperometri».

Come avviene lo sviluppo di un progetto di questo tipo?

Giovenza Control station «Il nostro ufficio di progettazione, ricerca e sviluppo effettua degli studi volti a definire le reali esigenze del cliente finale e le possibili soluzioni. Si conducono quindi analisi e studi relativi alle condizioni d’esercizio, alla zona ATEX di riferimento, alle caratteristiche elettriche, alla componentistica e agli accessori richiesti, nonché a qualsiasi altro aspetto peculiare dell’applicazione in oggetto. Si tratta dunque di un processo che va ben oltre il semplice recepimento di un ordine e risulta necessario, per garantire la massima sicurezza dell’impianto e degli utenti. I nostri tecnici si interfacciano pertanto con l’ufficio tecnico del grossista e con il cliente finale per mettere a fuoco le caratteristiche desiderate del dispositivo, la zona ATEX, le condizioni ambientali e di esercizio dell’impianto, la necessità di eventuali accessori. È in questa fase che vengono definiti i materiali degli involucri, il numero e la tipologia di operatori, contatti, interfacce e accessori. La produzione è completamente integrata e just-in- time, in base alle richieste che ci pervengono».

Il concetto di custom riguarda non solo le caratteristiche tecniche, ma anche le certificazioni?

«Le custodie di control station e junction box, come anche operatori, contatti e altri componenti presenti a bordo, hanno una propria certificazione ATEX e IECEx. A queste si aggiungono la certificazione del prodotto finito e, se sono richieste, anche quelle valide in specifici Paesi come, ad esempio, Brasile e Russia».

Ne consegue la possibilità di produrre in piccoli lotti?

«Sì. Le procedure prima descritte si attivano completamente a prescindere dai quantitativi richiesti, che pertanto possono essere anche molto piccoli».

I 3 diversi tipi di materiali differenziano gli ambiti applicativi?

«In linea di principio, tutti i materiali garantiscono la sicurezza nelle diverse zone ATEX. Ma la scelta del materiale è sempre determinata dalle richieste del cliente e dalle nostre analisi. Ciò premesso, il GRP è un Poliestere Termoindurente rinforzato con vetro e grafite, che si caratterizza per il colore nero e le proprietà meccaniche, termiche e antistatiche: il suo impiego è indicato negli ambienti ad alto rischio di deflagrazione come le raffinerie. L’acciaio Inox AISI 316L con guarnizioni siliconiche è più diffuso in ambito alimentare, mentre la lega in alluminio, ottenuta da pressofusione, trova spazio in applicazioni più specifiche. Bisogna inoltre considerare che questi dispositivi sono quasi sempre destinati a sostituire altri già installati. Per evidenti ragioni di sicurezza, nell’ATEX non è prevista manutenzione».

Stessa logica anche per le junction boxes, ossia le cassette di derivazione?

 Junction Box Giovenzana«Sì. Le custodie sono disponibili nei tre suddetti materiali, mentre è possibile scegliere il tipo di morsettiere: quelle standard in materiale termoplastico, o quelle in ceramica, per soddisfare parametri più stringenti in termini di temperature limite e potenze elettriche. I pressacavi, anch’essi certificati ATEX e IECEx, possono essere in termoplastico o acciaio».

Oltre che nei grandi impianti industriali, oggi l’ATEX trova spazio anche nel terziario civile?

«Da quello che vediamo in molti Paesi, anche le semplici scatole con fungo d’arresto d’emergenza sono sempre più richieste con certificazione ATEX: questo non vuol dire che i prodotti standard non siano sicuri, ma è evidente che la domanda di maggiore sicurezza stia orientando la domanda anche nei piccoli ambienti industriali, nei laboratori, sui mezzi adibiti al trasporto di sostanze infiammabili e anche in quei settori, come il terziario-civile, nei quali non sono espressamente previsti dalle normative, ma incrementano la percezione di sicurezza».

CLASSIFICAZIONI, GRUPPI E ZONE ATEX
Gas e polveri, combinate con sostanze comburenti come l’ossigeno e in presenza di alte temperature, scintille o archi elettrici, al verificarsi di determinate condizioni, possono dar luogo a esplosioni. I dispositivi ATEX, disciplinati dalla direttiva europea 2014/34/ EU, permettono di ridurre il rischio che si verifichino eventi di questo tipo. I dispositivi ATEX sono classificati in gruppi: I per le miniere, II per le industrie di superficie. Gli ambienti ATEX sono invece classificati in zone 0, 1 o 2 (G=gas); 20, 21 o 22 (D=polveri): da 0 a 2 e da 20 a 22 il grado di rischio si intende decrescente. I prodotti del gruppo II, dunque quelli a uso industriale, sono a loro volta classificati nelle categorie 1, 2 e 3, che indicano in ordine sempre decrescente il livello di protezione richiesto. Le zone 20, 21, 22, relative alle polveri, sono quelle di maggiore interesse per impiantisti e grossisti, in quanto includono strutture come pastifici, mulini, zuccherifici e industrie alimentari, tessili, falegnamerie e officine in genere. Il produttore dei dispositivi ATEX rende disponibile un manuale di uso, manutenzione e sicurezza e fa compilare al grossista un modulo che contiene informazioni sull’impianto. La formazione del personale tecnico-commerciale è pertanto fondamentale, per aiutare l’installatore a scegliere i prodotti adatti.

Cosa devono considerare installatori e grossisti, affinché possano scegliere consapevolmente?

«Nel settore ATEX non c’è spazio per l’improvvisazione e per articoli low-cost che non offrono alcuna garanzia di sicurezza. I nostri prodotti, completamente custom, sono l’elemento finale di un percorso che richiede studi, validazioni, ispezioni del ciclo produttivo da parte di enti preposti, certificazioni e assunzioni di responsabilità. Prima di essere immessi sul mercato, sono inoltre codificati e resi tracciabili, in modo da poter stabilire, in qualsiasi momento, quanti ne sono stati realizzati, a chi sono stati venduti e dove sono stati installati».

Perché il grossista dovrebbe puntare sull’ATEX di Giovenzana?

«Per essere in grado di offrire prodotti di qualità e completamente personalizzati: è proprio con i suoi uffici tecnici che ci interfacciamo in prima battuta per poter mettere a fuoco le caratteristiche del dispositivo, delle condizioni ambientali e di esercizio. Inoltre, l’ATEX è un settore a elevato tasso di specializzazione, nel quale la leva del prezzo incide molto meno che in altri settori».

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