Comparto elettrico, un anno oltre le aspettative

FME comparto elettricoI dati SVE degli ultimi mesi del 2021 confermano la crescita delle vendite in atto da più di un anno, con grande soddisfazione di tutti gli operatori della filiera dei materiali elettrici.

Nonostante tutte le difficoltà dovute alla pandemia, all’aumento dei costi di produzione e dei prezzi sul mercato, per tutte le aziende attive lungo la filiera del comparto elettrico ed elettronico, il 2021 si è dimostrato un anno di grandi soddisfazioni sotto il profilo dei risultati economici, sia dal punto di vista dei volumi sia per quello dei ricavi.

In parte la crescita del comparto era stata rilevata già prima dello scoppio della pandemia, e questo grazie anche al legame virtuoso tra il concetto di home and building automation e quello di efficientamento energetico in atto nel nostro modo di vivere ogni ambito di attività umana.

A conferma di questo trend, vale la pena sottolineare un dato pre-covid fondamentale, ovvero che le aziende del settore elettrico-elettronico legate ai prodotti smart per gli edifici costituivano già un segmento fondamentale per le strategie di sviluppo del Paese, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia (fonte ANIE), spalmato tra Ricerca e Sviluppo, miglioramento dei processi aziendali e acquisto di beni strumentali. Un dato che si spera verrà confermato anche per il 2022, grazie al notevole impulso dato al settore dalle politiche sia nazionali sia dell’Unione Europea.

SVE, monitoraggio continuo dei dati del venduto

Ideato da FME (Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico), lo SVE (Statistiche Venduto Elettrico) è attualmente l’unico strumento di rilevazione ufficiale che raccoglie ed elabora tutti i dati di Sell Out dei distributori associati e non a FME. Lo SVE misura i dati con cadenza mensile, suddividendolo per regioni e per tutti i più importanti fornitori. I dati che risultano dalle statistiche SVE hanno quindi testimoniato la progressione di una crescita di cui non si aveva memoria.

Nei primi sei mesi i dati Italia contavano già buoni risultati con picchi di +15% in regioni come il Molise e l’Abruzzo. Ma, regina incontrastata della prima metà dell’anno è stata la Lombardia, detentrice del 24% del totale dei fatturati per quanto riguarda l’intero territorio italiano, che ha viaggiato costante su crescite a due cifre ma con il 2 davanti, che hanno permesso di recuperare il gap del 2019, chiuso a -13%. Il dato successivo di giugno è stato estremamente positivo, con il dato Italia che ha registrato un +35% sul 2020 con un progressivo sul 2020 del +42%.

Prima della fine dell’anno, abbiamo intervistato il presidente di FME, Ezio Galli per un bilancio complessivo del 2021 e per fare una previsione per il 2022.
Quali sono gli ultimi risultati sul fronte delle vendite di materiale elettrico?
FME comparto elettrico
Ezio Galli, presidente di FME

«Faccio riferimento ai dati SVE di ottobre di cui disponiamo al momento dell’intervista. Al 31 ottobre in Italia il risultato è stata di una crescita pari a +26,22%, portando il progressivo a +34%, un dato che non ci aspettavamo, ma che è in linea con i dati che abbiamo visto fin dall’inizio del 2021. Una parte di questo risultato sicuramente è dovuta all’aumento dei prezzi e delle materie prime che potrebbe incidere 12-13%, ma al netto di queste ragioni si tratta comunque di un risultato consistente ed è sicuramente dovuto a un aumento della richiesta e di conseguenza delle vendite.

L’aumento dei prezzi delle materie prime riguarda soprattutto i metalli e le plastiche; quindi, i cavi che hanno al loro interno il rame e che per noi costituiscono una fetta importante, in quanto valgono circa il 17% di tutto il fatturato. Per quanto riguarda il resto, credo che il trend positivo delle vendite sia dovuto al fatto che in Italia, come nel complesso dell’Europa, siano state messe in campo forze veramente notevoli per rilanciare l’economia del mercato e il contesto è tutto favorevole per fare investimenti».

L’andamento delle vendite di materiale elettrico riscontrato in un questo ultimo biennio rispecchia le previsioni?

«Tra i motivi di questo fenomeno si può dire che quando siamo ripartiti dopo il lockdown tutti hanno ritarato i propri obiettivi, e anche durante le riunioni in federazione l’idea prevalente era quella secondo cui, per il 2021, ci si aspettava di riposizionarsi intorno ai risultati del 2019. Per fortuna siamo stati tutti completamente smentiti in quanto questa situazione ha superato tutte le aspettative andando ben oltre i risultati del 2019. Tra l’altro verso la fine dell’anno 2020 avevamo visto una consistente ripresa delle nostre vendite che poteva far sperare bene».

Quali sono le tendenze riscontrate in questo ultimo periodo riferibili ai canali di vendita?

«La distribuzione si rivolge prevalentemente ai professionisti, quindi per noi non abbiamo notato grandi cambiamenti nei trend. I rivenditori di materiale elettrico approntano un approccio multicanale, affiancando alla vendita in-shop quella online, che comunque non ha avuto crescite eclatanti, dato il periodo analizzato. I canali di vendita sono rimasti gli stessi, con il distributore che rimane l’interlocutore principale del mondo professionale.

Forse il trend al quale si assisterà nei prossimi mesi, visto anche il persistere del problema delle forniture e della reperibilità dei materiali, vedrà i distributori investire di più in scorte di magazzino. Mentre negli anni passati gli ordini a programma erano praticamente spariti, adesso stiamo tutti riconsiderando con i partner produttori la necessità di dovervi mettere mano, cosa che tornerà utile anche ai produttori per poter programmare la richiesta dei componenti in base alla domanda».

La ripresa è stata uniforme su tutto il territorio nazionale o ci sono state delle zone risultate più performanti rispetto ad altre?

«No, a parte differenze di 5 o 6 punti, tutte le regioni hanno avuto lo stesso slancio senza zone penalizzate rispetto ad altre. Questo conferma la forza con cui si è affermata la crescita di cui parlavamo prima. Oltre che essere costante per tutto l’anno 2021, compresi gli ultimi mesi del 2020, la ripresa è stata anche uniforme su tutto il territorio italiano».

Quanto hanno inciso sulla ripresa delle attività, rispettivamente, il post lockdown e gli incentivi?

«Gli incentivi sono stati la forza propulsiva di questa veloce ripresa. Nonostante il lockdown, in FME abbiamo visto che qualcosa cominciava a muoversi già a partire dall’ultimo trimestre del 2020, con un segnale di ripresa importante, anche perché a differenza del primo lockdown, tutte le attività erano aperte, per nostra fortuna».

Quale è la sua opinione riguardo gli aumenti dei prezzi sulle materie prime e sui prodotti finiti nell’ambito del mercato elettrico?

«Chi ha avuto degli aumenti sostanziosi sono stati tutti quei produttori in cui la materia prima è il metallo, quindi penso ai costruttori di canali, e i cavisti sono stati quelli più colpiti con incrementi prossimi al +20/30%. Le materie plastiche hanno subito un aumento un po’ più contenuto. Sono comunque incrementi che non si vedevano da molto tempo e che in un anno mediamente possono essere del 6%, non di certo quelli che abbiamo visto negli ultimi tempi».

Riuscirebbe a fare una previsione per il 2022?

«In FME facciamo fatica a pensare che anche l’anno prossimo non potremo godere degli stessi risultati positivi dell’anno appena finito. È una bella sfida su cui ci stiamo interrogando un po’ tutti, anche i produttori. Senza dare numeri a caso, posso dirle che di sicuro ci aspettiamo una crescita, non a livello del 2021 ma comunque consistente, con un segno positivo che potrà essere anche a due cifre.

Sicuramente crediamo di aver messo in campo nuove strategie e forze. Se saranno utilizzate bene i risultati ci saranno sicuramente. Chi sarà in grado di guardare avanti potrà aspettarsi una crescita importante nei prossimi due o tre anni. D’altronde dal 2009 il nostro mercato languiva su una curva sostanzialmente piatta, quindi l’anno 2021 è stato disruptive. Il 2022 è un’incognita per la composizione del budget, sarà un anno di consolidamento».

Quali sono i prodotti che “tirano” di più il mercato nel suo complesso?

«Non c’è stata una parte preponderante sull’altra. Il nostro mercato si divide in cavi, automazione, industriale e illuminazione. Forse quest’ultimo settore è quello che ha avuto le peggiori performance. Il cavo l’ha fatta da padrone, nonostante i forti aumenti dei prodotti, con un incremento nei volumi di vendita del 7%. Anche l’automazione è cresciuta moltissimo. Un discorso a parte è il fotovoltaico che, grazie agli incentivi, ha avuto una ripresa molto importante rispetto agli ultimi anni in cui il comparto si era quasi estinto. Quando è stato creato lo SVE, nel 2018, non era neanche stata considerata come categoria, ma dall’anno prossimo sarà compresa nei dati».

I prossimi progetti di FME?

«Oltre a tenere sempre aperti i canali di dialogo con ANIE e ARAME, FME sta lavorando a un nuovo portale SVE per migliorare la velocità e la visualizzazione dei dati e su un progetto basato sulla blockchain in accordo con Metel per la trasmissione dei dati lungo la filiera. Inoltre, manteniamo sempre attivo il controllo sui comportamenti anomali di tutti operatori attivi sulla filiera».

Ha dei consigli o delle raccomandazioni da dare ai distributori/grossisti di materiale elettrico?

«Bisogna mettersi nell’ottica di ricominciare a programmare gli acquisti per almeno tre o quattro mesi, anche i produttori si aspettano il ritorno alla programmazione degli acquisti. Il distributore si dovrà abituarsi a saper prevenire perché non sappiamo quali saranno le possibili criticità che potrebbero prospettarsi».

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