Già obbligatoria per i fornitori della Pubblica Amministrazione, la fatturazione elettronica prospetta nuovi scenari anche per i rapporti tra le imprese. Lo stato dell’arte al riguardo è stato il tema dell’evento Metel 2014, che si è appena concluso a Cernobbio, nella cornice di Villa d’Este. Tra i punti maggiormente discussi nel dibattito, la semplificazione burocratica, l’autocertificazione negli appalti, la possibile entrata in vigore entro il 2019 della fatturazione elettronica negli appalti pubblici (e–procurement), prospettata da Mario Carmelo Piancaldini dell’Agenzia delle Entrate. Secondo Paolo Catti della School of Management del Politecnico di Milano, “in altre filiere esistono molte ottime relazioni one-to-one e relativo traffico EDI tra le singole imprese, mentre manca un hub come quello costruito da Metel, che è stata capace di impattare su un intero arco di filiera. Il suo è un modello replicabile anche in altri campi”.
Umberto Zanini, responsabile per la ricerca tecnico-normativa dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica presso il Politecnico di Milano, ha esposto il quadro normativo riguardante la Pubblica Amministrazione. “Il documento Doing Business 2015 redatto dalla World Bank ha visto l’Italia passare dal 65° al 55° posto nel 2014. Tra le ragioni di questo miglioramento, c’è anche l’informatizzazione degli atti di deposito di trasferimento degli immobili. Ciò significa che l’innovazione dei processi porta competività al sistema-Italia”.
Ha chiuso il giro dei relatori Claudio G. Distefano, con un focus delle attività svolte in collaborazione con le altre componenti istituzionali. Sono circa 800.000 le fatture elettroniche pervenute alla P.A. in formato XML. Circa 37.000 i destinatari dei pagamenti già registrati. Il 20 per cento di questi documenti è stato scartati per errori di compilazione. Per l’esponente del coordinamento Progetto Fatturazione Elettronica PA, in seno all’Agenzia Digitale, è il segno della necessità di sensibilizzare ulteriormente le imprese sul tema.
“Si potrebbe pensare che Metel sia immune dalla crisi, in quanto non produce o vende materiale elettrico. In realtà, la concentrazione in atto nel settore ha impattato su tutti i livelli, determinando una diminuzione del numero dei nostri clienti”, ha dichiarato Franco Villani, presidente del CdA, in apertura dei lavori. Le cifre al riguardo, esposte da Giorgio Casanova, si prestano tuttavia a una lettura più approfondita. “50 sono le aziende che Metel ha perso nel 2014. Il 100 per cento di queste sono state acquisite, fuse/incorporate, sono in concordato o insolventi”. Ciononostante, il trend traffico degli ordini è cresciuto dell’8,5 per cento: gli ordini gestiti nel 2014 ammontano a un milione, ha evidenziato il direttore generale.
“Negli ultimi anni, siamo passati dal conflitto al confronto attraverso l’apertura di tavoli permanenti. Attraverso i suoi servizi, Metel è il braccio operativo della nostra filiera”, ha affermato Maria Antonietta Portaluri di Anie. “Le problematiche da risolvere sono molte, ma il tema del digitale deve stimolarci a imboccare un percorso di crescita. In questo, Metel è la conferma che lavorare insieme su progetti concreti comporta dei vantaggi per tutti”, ha aggiunto Giampaolo Ferrari di FME. “Crediamo nella ripresa. La filiera è forte, ma è opportuno rafforzare il filo che ci lega tutti. Quel filo è Metel”, è infine l’opinione di Antonio Franceschi di Arame. Al termine del dibattito, è avvenuta la premiazione del Metellino d’Oro. (Stefano Troilo)