Elisa, elettricista con la E maiuscola

ELISA ARCADU
ELISA ARCADU

Cantieristica edile e installazione sono mondi da sempre estremamente maschili. Ma in una società che lotta su più fronti per l’uguaglianza di genere, le cose possono cambiare? Elisa Arcadu ci racconta la sua esperienza come elettricista di cantiere.

Fin da piccola, Elisa è affascinata dalla tecnologia e dalla possibilità di risolvere problemi pratici grazie ad essa. Positivamente pragmatica, la sua vita è stata costellata da incredibili viaggi ed esperienze che le hanno permesso di mettersi sempre in discussione e di essere pronta per ogni nuova sfida. Lei, pratese per origine e milanese per adozione, è l’entusiasta prova vivente, anche attraverso la sua carriera professionale, che non esistono lavori ghettizzabili per genere e che i pregiudizi fanno parte di una becera ignoranza, oggi quasi del tutto superata.

Come ti sei avvicinata al mondo dell’installazione elettrica?

«Ho sempre avuto molto interesse per la potenzialità che hanno tecnologia e informatica di risolvere i problemi e innovare il modo di vivere delle persone. Dopo il diploma all’Istituto Tecnico Commerciale ho fatto specifici corsi per diventare tecnico audio-video e mi sono avvicinata al mondo dell’installazione. Ho fatto esperienza nel settore olografico, poi ho frequentato un corso di specializzazione per elettricisti a Milano per poter avere l’abilitazione e dopo aver risposto a un annuncio di lavoro in cui si cercavano tecnici, sono entrata in prima linea in questo settore».

Parlaci di ologrammi

«Ci sono ologrammi di sicurezza, anticontraffazione e anche artistici, ologrammi per imballaggio, per ambito sviluppo di nuove tecnologie. Al proposito, ho partecipato a un interessante progetto di ricerca della Società Olografica Italiana in merito all’incremento dell’efficienza energetica dei pannelli fotovoltaici attraverso l’applicazione degli ologrammi all’impianto. Purtroppo, però, l’olografia è ancora un settore estremamente di nicchia e allo stato pressoché embrionale; ci sono infinite potenzialità non ancora esplorate. Si può paragonare l’olografia di oggi alla fotografia 100 anni fa. Questo ambito, inoltre, richiede strumentazioni costose ed attrezzature industriali importanti, però con un riscontro economico non sempre garantito».

L’ambito elettrico è più maturo?

«Sì, ma sicuramente c’è ancora tanto da fare e non vedo l’ora di poter assistere ad ulteriore innovazione. Mi ha molto appassionato lavorare ad impianti elettrici evoluti, portando a termine installazioni domotiche complesse. La mia prima esperienza nell’installazione elettrica è avvenuta appunto con l’azienda Domotica Torino, esperta in Smart Home, System Integration e utilizzo del protocollo KNX, attiva nella progettazione e programmazione di impianti di domotica e automazione per gli edifici nell’ambito residenziale, industriale e di uffici».

Hai quindi esperienze in ambito KNX?

«Ricordo con piacere la mia esperienza diretta sul campo, in cantiere, nel quartiere Comasina a Milano, dove abbiamo portato a termine un importante intervento domotico in cui è stato utilizzato questo protocollo. Anche nell’ultima ditta in cui ho lavorato, Edil Impianti di Cinisello Balsamo, ho approfondito competenze in ambito di installazione e programmazione KNX. Tra le realizzazioni a cui ho partecipato c’è un complesso condominiale a Sesto San Giovanni».

Nell’ideologia collettiva, l’elettricità è “un lavoro da uomo”, forse in parte anche per l’impegno fisico che comporta. Hai mai vissuto discriminazioni in quanto donna?

«In generale, no. Inizialmente pensavo di incontrare qualche difficoltà in quanto donna in un contesto prettamente maschile. Se qualche caso isolato non riesce a capacitarsi che una donna possa avere il ruolo di installatore elettrico e manifesta diffidenza, la maggior parte dei miei colleghi ha avuto da subito un atteggiamento privo di pregiudizi. Dopo aver appreso che le mie competenze tecniche erano pari alle loro, non ho subito discriminazioni di genere e sono stata “trattata” esattamente come qualsiasi altro lavoratore nel cantiere».

Cosa vorresti per il tuo futuro professionale?

«Approfondire il discorso relativo alla programmazione e ampliare le mie competenze in modo da poter svolgere qualsiasi lavoro di manutenzione, che richiede la più alta preparazione possibile. Dopo l’esperienza maturata in prima linea, anche con lavoro cantieristico, ho necessità di elevare il mio ruolo in sala regia e intervenire utilizzando la tecnologia in modo illuminato ed efficace».

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