Due dispersori per un solo stabilimento

Acquistando due capannoni da ristrutturare, appartenenti in origine a due proprietari ma alimentati da un’unica cabina MT/BT di proprietà Enel, un mio cliente si è ritrovato nel suo nuovo stabilimento due dispersori di terra,  distanti tra loro una quarantina di metri, interrati sotto un suolo in parte asfaltato e in parte rivestito di masselli di porfido. Ognuno dei due dispersori serve un distinto capannone. Trattandosi di due depositi di un corriere di spedizioni, la fornitura prevede un impegno di potenza di soli 20 kW del tipo TT, che riutilizza la vecchia cabina , ristrutturata dall’Enel. Il proprietario gradirebbe utilizzare i due dispersori esistenti che presentano resistenze di terra ottime (rispettivamente di 1,7 e di 3,2 Ω) e sono in buono stato di conservazione.

Secondo le vigenti norme CEI ogni unità immobiliare dovrebbe avere un unico impianto di terra, facente capo a uno o più collettori di terra.

Chiedo se esiste la possibilità di deroga a tale disposizione e a quali condizioni.

Marco Bernasconi, Monza

 

Confermando che, ordinariamente, occorre realizzare un solo impianto di terra per tutte le parti alimentate da uno specifico allacciamento alla rete pubblica, si deve precisare che questa norma ha lo scopo di evitare il pericolo di contatto diretto o attraverso masse o masse estranee, fra due parti che possono assumere, in  caso di guasto, differenze di potenziale pericolose. Quando  tale evento è impossibile o molto improbabile, per ubicazione o per intervento delle protezioni attive,  è tollerabile la coesistenza. In altre parole è sufficiente che i due dispersori rimangono distanziati di almeno due metri, oppure siano separati da un ostacolo isolante che non consenta il contatto contemporaneo.

In alternativa si  può risolvere il problema, in modo ancora più semplice e certamente più sicuro, collegando in equipotenzialità principale i due dispersori a uno o più collettori di terra; la condizione indispensabile è che tali collegamenti siano affidabili. In tal modo, oltre a eliminare il rischio di elettrocuzione pericolosa (differenza di potenziale ininterrotta superiore a 50 V) si riduce notevolmente la resistenza di terra equivalente.

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