“Diamo Luce alla Ricerca”: il progetto Palazzoli a sostegno di AIRC

AircUn particolare progetto che ha previsto la selezione di un ricercatore dedicato all’immunoterapia applicata alla cura del tumore al seno

Le vicende di questi mesi hanno confermato la fragilità dell’essere umano davanti all’incertezza della malattia. La vita di molti, di tutti, è stata oltremodo stravolta in pochissimo tempo a causa di un virus che nella sua parvenza poco letale ha mietuto, e continua a mietere, numerose vittime in tutto il mondo sconvolgendo le certezze su cui abbiamo fondato le nostre esistenze.

Questo contesto evidenzia ancora di più la necessità di aumentare le conoscenze che abbiamo in campo medico e di investire nella ricerca e nelle professionalità in campo sanitario. È chiara a tutti l’urgente necessità di considerare la salute una reale priorità e di conseguenza strutturare piani e strategie che ne supportino lo sviluppo.

Palazzoli ha deciso di orientare le sue azioni di responsabilità sociale a sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, con un progetto all’avanguardia in linea con la missione dell’azienda in campo imprenditoriale.

A gennaio del 2020 è nata “Diamo Luce alla Ricerca”, una partnership triennale che vedrà collaborare Palazzoli e Fondazione AIRC per supportare la sfida dell’immunoterapia applicata alla cura del tumore al seno.

Il Cavaliere del Lavoro Luigi Moretti, patron di Palazzoli, ha scelto di sostenere il progetto del Dottor Giampaolo Bianchini, ricercatore AIRC, responsabile Oncologia della mammella presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, garantendogli così le risorse per dare continuità e impulso ai suoi studi.

Il dottor Giampaolo Bianchini responsabile dell’area di oncologia della mammella all’interno dell’Unità di Oncologia Medica dell’Ospedale San Raffaele
L’Immunoterapia

Abbiamo chiesto al Dottor Bianchini che cos’è l’Immunoterapia e perché la ritiene una soluzione valida per la cura del tumore: l’Immunoterapia è un tipo di terapia farmacologica rivoluzionaria rispetto alle altre terapie farmacologiche disponibili, come per esempio la chemioterapia e le terapie a bersaglio molecolare. Infatti, mentre queste ultime colpiscono, salvo pochissime eccezioni, la cellula tumorale, l’immunoterapia ha come bersaglio terapeutico il sistema immunitario del paziente, e non direttamente la cellula tumorale. Sono le cellule del sistema immunitario che, opportunamente attivate, sono poi in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Infatti, le cellule tumorali utilizzano molti stratagemmi per difendersi dal sistema immunitario, tra cui l’espressione di proteine inibitorie chiamate checkpoint immunitari (PD-L1, PD1 e CTLA4). I farmaci immunoterapici più efficaci e utilizzati hanno proprio come bersaglio questi checkpoint immunitari, da cui il nome di inibitori degli immune-checkpoint.

La chemioterapia e le terapie a bersaglio molecolare hanno già ampiamente dimostrato di essere in grado di prolungare la sopravvivenza di pazienti con malattia metastatica in molti tumori solidi. A questo riguardo, ciò che rende unici questi farmaci immunoterapici è che hanno dimostrato, seppur in una minoranza di pazienti, non solo di allungare l’aspettativa di vita dei pazienti, ma anche di portare a remissioni di malattia così prolungate da poter arrivare a ritenere questi pazienti guariti. Pertanto, è il suo potenziale guaritivo che rende l’immunoterapia così diversa dalle terapie già disponibili.

Il Progetto “Diamo Luce alla ricerca” di AIRC – PALAZZOLI

Il Progetto si occupa di un particolare tipo di neoplasia della mammella chiamata tumore triplo-negativo. Questo tipo di neoplasia è caratterizzato da una particolare aggressività biologica e una prognosi purtroppo peggiore rispetto agli altri tipi di neoplasia mammaria. La buona notizia è che l’uso di immunoterapia sembra essere particolarmente efficace per questo tipo di neoplasia e l’obiettivo del Progetto è proprio quello di comprendere i meccanismi che portano le pazienti a beneficiare o meno del trattamento, così da poter comprendere quali strategie adottare per estendere il beneficio a sempre più donne.

In aggiunta, nonostante il progetto di ricerca sia dedicato alle pazienti con neoplasia triplo-negativa, è altamente probabile che gli stessi meccanismi di resistenza e sensibilità all’immunoterapia siano presenti anche in altri tumori, estendendo notevolmente la platea dei pazienti che potrebbe beneficiare da questi risultati.

Le indagini del Progetto sono effettuate progressivamente e, man mano che i dati vengono generati, si può procedere alla loro analisi e alla pubblicazione dei risultati. Quello che ci aspettiamo è che ogni anno, nei prossimi tre anni, si ottengano scoperte che potranno essere condivise con il resto del mondo scientifico. È probabile anche, che alla fine di questi tre anni, i dati generati da Progetto possano essere utili per rispondere a nuovi quesiti che dovessero emergere anche negli anni a venire.

Il Ricercatore

Il dottor Giampaolo Bianchini è responsabile dell’area di oncologia della mammella all’interno dell’Unità di Oncologia Medica dell’Ospedale San Raffaele, diretta dal professor Stefano Cascinu.

Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, ottenuta nel 2000 presso l’Università degli Studi Milano- Bicocca, si è specializzato in Oncologia medica nel 2004 presso l’Università degli Studi di Milano. Durante il suo periodo formativo è stato Visiting Scientist in diverse prestigiose istituzioni americane, come il National Cancer Institute (Bethesda), l’MD Anderson Cancer Center (Houston) and Yale Cancer Center (New Haven).

Il dottor Bianchini segue e cura pazienti affette da carcinoma mammario in fase iniziale e metastatico, con un’esperienza clinica quasi ventennale. Ha inoltre un particolare interesse nello sviluppo di nuove terapie e approcci immunoterapici per la cura del carcinoma mammario.

Giampaolo Bianchini è anche responsabile del gruppo di ricerca clinica traslazionale e immunoterapica presso il Dipartimento di Oncologia Medica ed è coinvolto in numerosi progetti di ricerca rivolti a donne con carcinoma mammario per comprendere i meccanismi di risposta e resistenza ai farmaci disponibili, all’identificazione di nuove strategie terapeutiche e alla definizione di biomarcatori utili a migliorare la personalizzazione delle cure. È inoltre coinvolto in studi volti a identificare i meccanismi di risposta e resistenza ai farmaci immunoterapici ad al disegno di studi clinici per la loro applicazione nel carcinoma mammario e in molti altri tumori solidi.

“Tutto è cominciato circa 12 anni fa mentre ero negli Stati Uniti all’MD Anderson Cancer Center. In un lavoro che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Oncology, abbiamo dimostrato che la presenza di molti linfociti e cellule dendritiche nei tumori di donne con carcinoma mammario era associata ad un minore rischio di recidiva. L’associazione era molto forte e presente in tutti i sottotipi di neoplasia mammaria. Questa scoperta mi ha fatto capire quanto il sistema immunitario, se propriamente ingaggiato, possa contribuire a controllare la diffusione metastatica di malattia e che l’immunoterapia poteva avere un ruolo importante anche nel carcinoma mammario”.

AircFondazione AIRC

AIRC investe nella ricerca oncologica da 55 anni, con l’obiettivo di rendere il cancro sempre più curabile, migliorare la qualità di vita dei pazienti e mettere a disposizione delle nuove generazioni  cure sempre più efficaci e meno invasive. L’investimento di AIRC nel futuro si traduce anche nella formazione e specializzazione dei giovani ricercatori, nella creazione di nuove opportunità di lavoro, affinché i talenti italiani con esperienza internazionale possano portare il loro contributo intellettuale al nostro Paese.

AIRC inoltre promuove una capillare attività di informazione attraverso la divulgazione scientifica dei risultati raggiunti dalla ricerca, e la diffusione della cultura della prevenzione, contribuendo a incrementare la consapevolezza della necessità di uno sforzo congiunto per rendere il cancro sempre più curabile

Con il suo contributo alla ricerca di Fondazione AIRC, Palazzoli fa proprie le parole del Presidente della Repubblica Mattarella, pronunciate nell’ottobre 2020 in occasione della cerimonia “I Giorni della Ricerca”: «La ricerca è un bene comune che sollecita responsabilità comuni».

La Palazzoli

“Di fronte a questa piaga umana e sociale – nota il presidente Luigi Morettiè importante marciare uniti. Con il nostro programma, coinvolgiamo anche i nostri clienti, installatori, industriali, enti pubblici”. D’altronde la responsabilità sociale gioca ormai da tempo un ruolo centrale nell’impegno dell’industria più illuminata, per restare in tema Palazzoli”.

Dalla prevenzione antinfortunistica (che nella progettazione della società bresciana sta in vetta), alle emissioni, dal risparmio energetico al rispetto dell’ambiente, tutto può contribuire a migliorare il posto di lavoro, la qualità della vita, quella che qualche sociologo chiama oggi la Felicità interna lorda.

Palazzoli è un’azienda leader sul mercato perché in tutti questi anni non ha mai dimenticato il vero valore che la contraddistingue: il capitale umano. Il Presidente, primo ad arrivare e l’ultimo ad andare a casa, ha saputo amministrare da “buon padre di famiglia illuminato” con il giusto apporto di tradizione accompagnato da uno spirito profondamente attento e curioso verso innovazione e tecnologia. Coinvolgere, creare identità e rendere orgogliosi i propri collaboratori, sembrano concetti “scontati” ma non lo sono affatto.

Grazie a questa rivoluzione umanistica, da anni in atto in azienda, è nato anche questo progetto che va ancora di più a rafforzare l’attenzione di Palazzoli verso la salute, in primis dei propri collaboratori e in generale della comunità. Tutti coinvolti nel progetto: dai fornitori al reparto commerciale la sfida è aumentare il fatturato affinché le disponibilità da devolvere alla causa siano sempre più alte. Un percorso sicuramente non senza ostacoli ma che “se ben illuminato e messo in sicurezza” darà sicuramente grandi risultati.

Airc
META un esempio di prodotto di illuminazione Palazzoli a supporto della Ricerca

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