«Il padrone di una villetta, in cui ho realizzato il nuovo impianto elettrico, mi chiede un libretto di uso e manutenzione dell’impianto elettrico. Secondo lui è obbligatorio perché chi ha realizzato la parte termica lo ha rilasciato. Secondo me non è vero, ma lui minaccia di andare dall’avvocato. Chi ha ragione?», chiede un lettore di Elettro.
Cerchiamo di stare lontano dalle liti, mi raccomando, ma il proprietario dell’immobile ha ragione. Sebbene l’elenco degli allegati obbligatori del modello di Dichiarazione di Conformità pubblicato del Decreto Ministeriale 37/08 non includa esplicitamente questa voce, l’Art. 8, al comma 2 dello stesso decreto, impone al proprietario dell’impianto l’adozione delle misure necessarie per garantire la sicurezza, in conformità alla normativa vigente. In particolare, egli deve seguire le istruzioni fornite dall’impresa installatrice e dai produttori delle apparecchiature. Si poteva essere più lineari, ma certamente come può farlo in assenza di istruzioni?
Al di là degli obblighi però, anche la buona prassi dice di fornire sempre le istruzioni per l’uso, anche per gli impianti più semplici. Con un modesto investimento di tempo si risolve tutto. Si raccolgono le istruzioni dei componenti utilizzati e si prepara un semplice e concreto testo, ad esempio:
«l’impianto è stato realizzato in conformità alla Norma CEI 64-8 e rispetta quindi le regole dell’arte ai sensi della Legge 186/68. Di conseguenza, l’impianto elettrico è considerato sicuro rispetto ai danni che possono derivare da un utilizzo previsto in modo ragionevole (Norma CEI 64-8 art. 131.1)».
Per mantenere nel tempo tali caratteristiche di sicurezza, l’utente deve:
• evitare usi impropri o manomissioni dell’impianto elettrico, affidandosi all’impresa installatrice per eventuali modifiche;
• utilizzare solo accessori conformi alle regole dell’arte e marcati CE (es. prese multiple);
• assicurarsi che prese e spine siano compatibili (shuko, poli allineati, ecc.), e utilizzare adattatori idonei se necessario;
• non avvicinare materiali combustibili agli apparecchi di illuminazione;
• testare periodicamente gli interruttori differenziali, premendo il pulsante “test” come indicato dal costruttore;
• affidarsi periodicamente a un’impresa installatrice abilitata (almeno ogni cinque anni) per verificare lo stato di conservazione dell’impianto elettrico attraverso esami visivi, misurazioni e test.
Inutile dire che se l’utente segue le istruzioni ricevute fino in fondo l’investimento verrà anche ripagato.