Un’agevole lettura di uno schema elettrico e una facile manutenzione del quadro necessitano di una numerazione univoca dei conduttori.
È molto importante che i conduttori presentino un colore idoneo alla funzione che svolgono in modo da consentire, a “colpo d’occhio”, di capire la tipologia di circuito che costituiscono. Stessa importanza riveste la numerazione dei cavi di interconnessione fra quadri/apparecchiature distinte.
Numerazione: normativa di riferimento
Il metodo con cui siglare i conduttori di un quadro elettrico non è univocamente definito dalle vigenti normative (almeno a livello nazionale o europeo). Questa situazione è dovuta alla enorme varietà di metodologie utilizzate che non possono essere spazzate via di getto dall’emissione di una Norma.
A livello internazionale esiste la CEI EN IEC 60445 che fornisce alcune utili indicazioni, ma questa Norma non è stata tradotta in italiano. A livello europeo, il riferimento attuale è la CEI EN 60204-1 che si limita a recitare «[…] i conduttori devono essere identificabili a ogni estremità conformemente alla documentazione tecnica».
Nel seguito, sarà riporta la metodologia ritenuta più semplice ed efficace, ma è importante essere ben consci che questa non è l’unica e ne esistono di altre, altrettanto valide. Nel caso di quadri semplici (pochi interruttori) la Norma ammette che i conduttori non siano numerati; tuttavia, è sempre bene evitare questa modalità di cablaggio semplicistica e poco professionale.
Metodologia consigliata
I principali criteri della metodologia che si ritiene più idonea possono essere così riassunti.
- Conduttori di fase: L1, L2, L3 + numero progressivo (es. L1-1, L1- 2, ecc.). La siglatura R, S, T può ritenersi superata.
- Conduttore di neutro: N + numero progressivo (es. N1, N2, ecc.).
- Conduttori di fase verso utenza e a valle del dispositivo di protezione: U, V, W + numero progressivo (es. U1, U2, ecc.).
- Conduttori di fase verso utenza e a valle del dispositivo di protezione: numero del conduttore di neutro in ingresso + carattere alfabetico per distinguerlo (es. N1-A, N2-A, ecc.).
- Conduttori circuiti ausiliari: numerazione progressiva (es. 1, 2, 3…).
- Un conduttore mantiene la propria siglatura finché non si attesta su un componente (in terruttore, relè, sezionatore, ecc.). In uscita dal componente valgono le regole sopraccitate.
- Il morsetto ha il nome del conduttore che vi si attesta.
- In uscita dal morsetto il conduttore mantiene lo stesso nome del conduttore in ingresso.
Un’integrazione utile a quanto sopra indicato consiste nel numerare i conduttori dei circuiti ausiliari con un prefisso che indichi la pagina dello schema su cui sono indicati (es. filo 1 su pagina 30 sarà il filo 3001); è bene tuttavia evidenziare che il numero del filo deve essere comunque unico: anche se passa su altre pagine oltre quella di partenza, il proprio numero non deve cambiare.
Colorazione: normativa di riferimento
La CEI EN 60204-1 è molto più precisa a proposito dell’individuazione del colore da utilizzare a seconda del servizio a cui sono predisposti i cavi. Sono ammessi i seguenti colori: nero, marrone, rosso, arancio, blu, viola, grigio, bianco, rosa, turchese.
I colori giallo e verde sono ammessi purché non creino confusione col colore giallo-verde del conduttore di protezione. È pertanto consigliabile non usarli mai.
Corrispondenza tra colore e funzione
Vediamo nel dettaglio la corrispondenza servizio del cavo/colore.
- Conduttore di protezione: giallo/verde;
- Conduttore di neutro: blu chiaro;
- Circuiti di potenza in alternata e continua: nero;
- Circuiti di comando in corrente alternata: rosso;
- Circuiti di comando in corrente continua: blu (se è presente nel quadro un conduttore di neutro, per evitare confusione, è consigliabile utilizzare il colore grigio);
- Circuiti che portino all’interno del quadro tensioni esterne non sezionabili: arancio.
I colori non contemplati (marrone, viola, bianco, rosa, turchese) sono ammessi per quadri semplici ove non sia prevista la numerazione dei cavi e l’unico metodo per identificarli sia il colore.
Numerazione dei cavidi interconnessione fra quadri diversi
Nel caso in cui fosse necessario numerare i cavi che interconnettono quadri e/o apparecchiature diversi, la normativa di riferimento è la CEI EN 62491. Lo scopo principale è agevolare il collegamento dei cavi o risolvere rapidamente eventuali guasti senza dover consultare costantemente gli schemi elettrici. La Norma individua 3 tipologie di numerazione dei cavi.
Etichettatura della connessione all’estremità locale
Ciascun conduttore deve essere etichettato con la designazione del terminale al quale è collegato. Questo fa si che il conduttore possa essere rimosso e ricollegato al terminale senza dover fare riferimento alla tabella delle connessioni o allo schema delle connessioni.
Etichettatura della connessione all’estremità remota
Ciascuna estremità del cavo deve essere etichettata con la designazione del terminale al quale l’altra estremità del cavo è collegata. Questo può essere utile per la localizzazione dei guasti e gli interventi di manutenzione, ma richiede l’accesso alla tabella delle connessioni o allo schema di collegamento per ripristinare in modo corretto eventuali connessioni interrotte.
Etichettatura della connessione a entrambe le estremità
Ciascun cavo o conduttore deve essere marcato con la designazione del terminale dell’estremità locale e con quella del terminale dell’estremità remota al quale il conduttore è collegato. Questa tipologia offre entrambi i vantaggi delle precedenti metodologie descritte a discapito, però, della semplicità di lettura della numerazione stessa. L’etichettatura deve infatti presentare:
- numero morsetto locale a cui è collegata;
- numerazione apparecchiatura/ quadro remoto a cui è collegata;
- numerazione morsetto remoto a cui è collegato.