Certificazione dell’impianto

certificazione dell'impianto elettrico
Credits – Immagine di pvproductions su Freepik

«Ho previsto per il mio appartamento un quadro elettrico composto da fusibile su fase e neutro da 32 A a protezione di uno scaricatore, dopo magnetotermico differenziale classe b 32 A 0.100 mA di protezione differenziale, dopo gestione carichi con carichi secondari dietro contattore. A seguire, una dozzina di magnetotermici differenziali da 10/16/25 per l’induzione con protezione magnetotermica curva tipo B, e protezione differenziale tipo B.

Questa è stata la mia richiesta all’elettricista che però ha sbagliato tutto lo schema. Poi, una volta capito l’errore, mi è stato riferito che non dispongo di fase neutro ma di doppia fase. Mi sono informato e la casa che ho comprato ha purtroppo due fasi concatenate da 127 V e mi hanno comunicato che, siccome ho gli apparati 1 p+n, l’impianto non può essere certificato.

Da quanto dicono le leggi, la corrente che entra è uguale a quella che esce quindi, il problema è solo sulla perdita della seconda fase non protetta verso terra. Ma ho anche fusibili e due differenziali concatenati! È assurdo che non mi vogliano dare la certificazione ma io non voglio cambiare 15 costosi magnetotermici di ottima marca tedesca. Come faccio a far ragionare l’elettricista? Avete qualche normativa di riferimento?», chiede un lettore di Elettro.

La casa del lettore è alimentata da uno dei casi residuali in Italia, nel settore civile, che per traversie storiche non prevedono una distribuzione trifase a quattro fili (il quarto è il neutro) ma una distribuzione a tre fili.

I carichi monofase, come ricorda il lettore, sono collegati tra due conduttori di linea (circuiti fase-fase). La dichiarazione di conformità ai sensi del DM 37/08 richiede primariamente di dichiarare, sotto la propria personale responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte.

Certamente l’installazione di protezioni con due poli protetti risolve il problema facilmente, ma possiamo cercare di capire se la situazione nella quale si trova il lettore rispetti i principi. L’obiettivo è proteggere tutti i conduttori di fase. Nei circuiti fase-fase la protezione magnetotermica su un unico conduttore è sufficiente per interrompere la corrente bifase, nei confronti del sovraccarico quindi va tutto bene.

Tuttavia, in queste condizioni, la protezione non rileva la corrente che si stabilisce tra la fase non protetta e terra, ma nel caso in cui sia previsto un interruttore differenziale, la corrente verso terra viene rilevata dall’interruttore differenziale stesso e, ovviamente, se le prestazioni sono corrette il circuito viene interrotto.

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