«Nel corso della verifica di un impianto mi sono imbattuto in alcune prese con tensione 216-218 V e non 230 V. Devo dire che non ho riscontrato alcun malfunzionamento delle apparecchiature connesse, ma la caduta di tensione supera il 4%. L’impianto è a Norma? Cosa devo fare?», chiede un lettore di Elettro.
Senza dubbio i valori di tensione trovati sono anormalmente bassi; tuttavia, dal punto di vista formale devo ricordare che il 4% (9,2 V ovvero 220,8 V di fase nel caso del lettore) è una raccomandazione e non una prescrizione della Norma CEI 64-8 e anche che:
- le norme tecniche sono di adozione volontaria, anche se deve altrettanto essere sempre riconosciuto che, grazie all’inversione dell’onere della prova, la loro adozione non è solo raccomandata, ma anche molto comoda;
- anche se gli apparecchi funzionano, una maggiore caduta di tensione corrisponde a maggiori perdite sulla linea, ovvero maggiori costi (soprattutto sulle sezioni minori in cui la componente resistiva dell’impedenza è prevalente su quella reattiva);
- da qualche anno, la parte 8.1 “Efficienza energetica” della Norma CEI 64-8 premia la riduzione della caduta di tensione con punti utili al raggiungimento di una buona classe di efficienza.