Ulderico D’Alessandro, titolare dell’agenzia DLD di Roma, parla della transizione energetica concentrandosi sulle dinamiche che ha generato nella filiera del materiale elettrico.
Oltre che dal punto di vista tecnologico, ambientale e normativo, la transizione energetica va analizzata anche dal punto di vista delle dinamiche che ha generato nella filiera del materiale elettrico. Interessante in tale ottica l’esperienza di Ulderico D’Alessandro, titolare dell’agenzia DLD di Roma, che da anni si sta evolvendo lungo due precise direttrici: lo sviluppo di servizi nel settore delle rinnovabili e l’acquisizione di mandati nei mercati di elettrico e ITS.
Transizione energetica e integrazione tra filiere sono da tempo le parole-chiave del percorso della DLD. Quale significato assumono alla luce dell’attuale scenario del mercato?
«Abbiamo cominciato a occuparci di energie rinnovabili dal 2017, acquisendo il mandato di un’azienda del fotovoltaico che rappresentiamo tuttora e con la quale, già agli inizi della nostra collaborazione, abbiamo sviluppato progetti di storage e piani energetici per l’ambito industriale e immobiliare. Con la crescita della domanda di soluzioni green, abbiamo acquisito mandati da aziende attive in altri segmenti delle energie alternative, come gli ottimizzatori e le stazioni di ricarica. Oggi rappresentiamo anche due produttori di pannelli fotovoltaici, di cui una possiede le certificazioni per le categorie di classe A dei pannelli realizzati in Europa» dice Ulderico D’Alessandro.
I nuovi incentivi, come il Piano Transizione 5.0, aiutano?
«Sì. Con una dotazione finanziaria complessiva di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, il Piano Transizione 5.0 sostiene la trasformazione digitale ed ecologica dei processi produttivi delle imprese attraverso la concessione di un credito d’imposta variabile in base al risparmio energetico conseguito dagli investimenti in beni materiali e immateriali 4.0, con possibili maggiorazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici ad alta efficienza prodotti in Unione Europea. Se consideriamo ad esempio che con impianti dagli 11,8 kW di potenza in su si diventa produttori di energia, con pannelli in classe A e soddisfatte specifiche condizioni, un’azienda può ottenere fino all’80% di credito d’imposta. Questo dà un’idea di quello che accadrà con il prosieguo del processo di decarbonizzazione».
Un concetto con il quale occorre tuttora familiarizzare da diversi punti di vista e secondo logiche diverse da quelle degli anni ’10, in cui gli incentivi al fotovoltaico crearono delle vere e proprie bolle speculative.
«Assolutamente: oggi la prospettiva è completamente diversa. In questo periodo stiamo lavorando con enti e altre strutture pubbliche per dei progetti di relamping ed efficientamento, con l’aiuto dell’ing. Michele Arena della Growatt, per consentire ai committenti di ridurre i consumi e i costi energetici attraverso le tecnologie più adeguate. Questo approccio vale anche per il mondo dell’ITS, nel quale ci rivolgiamo prevalentemente a progettisti e impiantisti medio-grandi, lavorando quotidianamente al loro fianco per far conoscere ai clienti finali i vantaggi del Conto Termico. Va anche detto che non è semplice trovare collaboratori che vogliano mettersi in gioco in questo ambito, che rappresenta il futuro del nostro settore».
Non è un compito semplice: l’agente deve aiutare i produttori a orientare l’offerta verso il mercato finale e i clienti finali a scegliere la soluzione più adatta alle loro esigenze.
«Credo che la figura dell’agente come l’abbiamo sempre intesa non esiste più. La globalizzazione impone una revisione dei modelli di business tradizionali. Noi agenti dobbiamo agire come dei consulenti che mettono a disposizione di clienti e partner il proprio know-how, fornendo loro competenze specialistiche e una visione strategica del mercato».
Anche la DLD sta attraversando delle trasformazioni strutturali?
«Sì. Mio figlio Luca D’Alessandro ha avuto un’esperienza lavorativa in un’azienda del settore ITS e sta per conseguire il suo attestato di agente di commercio: dopodiché entrerà a far parte della DLD. È importante che i nostri ragazzi si formino presso altre strutture, perché vivendo le dinamiche di altre aziende acquisiranno gli strumenti per comprendere quelle dell’agenzia di famiglia. Inoltre, inseriremo a breve una nuova figura che ora si sta formando presso un importante produttore di sistemi di termoregolazione, da noi rappresentato; in settembre è infine previsto l’arrivo di un ulteriore collaboratore che ci supporterà nello sviluppo del mercato per le nostre mandanti».
Il comparto dell’idrotermosanitario, come quello del materiale elettrico da anni registra l’ingresso di nuovi player che hanno anche delle logiche un po’ diverse rispetto a quelle della filiera tradizionale.
«Stanno emergendo tantissime società commerciali con le quali noi dialoghiamo, che offrono pacchetti chiavi in mano ai clienti. In questo stanno diventando sempre più bravi e attente al mercato. Invece di vederle come competitor, le consideriamo partner per integrare la propria offerta nel campo delle energie rinnovabili».
Elettrico e ITS sono sempre più integrati, ma di strada da fare ce n’è ancora. Come state vivendo questa dinamica evolutiva?
«Roma è stata costruita un passo alla volta, recita un adagio. Ugualmente, noi in DLD preferiamo integrare progressivamente i mandati. Attualmente, ne abbiamo 9 in ambito elettrico e altrettanti dal mondo ITS. Inoltre, dal 1° giugno daremo seguito a un nuovo progetto che ha richiesto quattro anni di lavoro al fianco di altrettanti partner italiani ed europei: ne è nata una nuova azienda di cui assumerò la direzione commerciale. La sua mission sarà quella di offrire un nuovo approccio alla domotica, nell’ottica di una reale integrazione di tutti gli impianti presenti in uno stabile attraverso l’intelligenza artificiale: dalla domotica al riscaldamento, dal fotovoltaico all’impianto gas. Un progetto nel quale credo moltissimo e che rappresenta un valido esempio di come questa nostra visione “integrata” trovi riscontro nelle attuali dinamiche di mercato» conclude Ulderico D’Alessandro.