Il mercato del materiale elettrico torna a crescere: Ezio galli, presidente di FME, racconta la ripresa della filiera, le sfide sulla sicurezza degli impianti e il futuro tra sostenibilità e intelligenza artificiale.
Dopo un lungo periodo di segno negativo, l’indice SVE, lo strumento di rilevazione mensile che raccoglie ed elabora i dati relativi al sell-out di materiale elettrico nel mercato all’ingrosso italiano, è di nuovo tornato positivo. Il Presidente di FME, Ezio Galli, riflette sull’andamento del settore e ci aggiorna sulle iniziative che la Federazione sta portando avanti con le Istituzioni tra nuove sfide per la filiera, sicurezza degli impianti e futuro con IA.
Da un timido +0,2%di aprile siamo arrivati, con gli ultimi dati SVE di agosto, a +1,73%. Come dobbiamo leggere questi numeri?

«La cosa che ritengo davvero importante, guardando l’andamento degli ultimi mesi, è che finalmente si è attuata una inversione di tendenza decisamente cospicua sull’andamento della vendita del cavo: ad agosto abbiamo infatti un dato che segna un +5,28%, mostrando dunque una crescita consolidata, a differenza dell’andamento degli scorsi anni, in cui il dato era sempre in negativo.
Questo, ovviamente, ci fa ben sperare perché, se il cavo cresce, di conseguenza, crescerà anche tutto quello che c’è “attaccato” a questo cavo. Il cavo è ciò che – ci auguriamo – trainerà tutto il comparto nel corso dei prossimi mesi».
Accogliamo dunque questo segno positivo con un cauto ottimismo?
«Sicuramente è il segno tangibile dell’inizio di una fase di inversione di tendenza. Come tutti ben sappiamo siamo passati dall’”ubriacatura” del mercato post-Covid, nel 2021, legata al Superbonus e all’impennata del fotovoltaico, che ha portato, nel 2022, a una crescita inverosimile – ricordiamolo, parlavamo di cifre da +30% in un solo anno -, per poi vedere, nel 2023, l’inizio del calo di tutta la parte fotovoltaica dopo lo stop agli incentivi, fino ad arrivare al crollo del 2024, dove abbiamo assistito evidentemente a una contrazione totale del nostro mercato che ha chiuso con un dato decisamente negativo.
Quindi, di fatto, il 2025 è forse il primo anno in cui il nostro mercato è tornato a vivere di una certa stabilità, siamo tornati a vendite che ruotano attorno al materiale elettrico e non più solo al fotovoltaico -che rimane comunque una componete importante e tale rimarrà, viste le direttive europee Green per la sostenibilità e l’efficienza degli edifici.
Il 2025 è l’anno del mercato sano, ossia privo finalmente di ogni eventuale saturazione derivante da azioni esterne».
Andando a focalizzarci sui diversi segmenti analizzati dallo SVE, quali sono le percentuali nel dettaglio?
«Il settore cavi, come anticipato, segna un +5,28%. Il fotovoltaico segna un progressivo di -4,6% rispetto allo scorso anno: un dato negativo che va contestualizzato sempre con i numeri folli che avevamo raggiunto negli scorsi anni e che dovranno, necessariamente, stabilizzarsi.
Se è vero che nel residenziale, senza gli incentivi, le installazioni sono frenate, è anche vero che, per quanto riguarda le industrie, grazie anche all’Industry 4.0 e 5.0, la tendenza è inversa, e molte stanno decidendo di investire su questa tecnologia. Ci sono regioni, per esempio, in cui il fotovoltaico è decisamente in crescita, per esempio l’Emilia-Romagna o il Veneto, dove abbiamo addirittura un +10,76%».
Il dato del +1,73% è l’insieme nazionale: com’è l’andamento delle singole regioni?
«Il mercato sulle varie regioni è più o meno allineato: si passa dal negativo -2% della Campania al +5% della Sicilia, la regione che è più in crescita tra tutte. Analizzando la Lombardia, che è un termometro molto importante, perché rappresenta il 25% del mercato nazionale, vediamo un +2 ,28%. Il mercato è in crescita, credo che il 2025 sia l’anno in cui siamo ritornati ad avere il nostro mercato stabile, solido, e non possiamo che ben sperare per il futuro».
Da parecchio tempo FME lavora per riuscire ad entrare in contatto diretto con le istituzioni per portare all’attenzione della politica la questione dell’impianto elettrico. Come sta andando?
«La Federazione sta portando avanti ormai da quasi due anni questa missione, per cercare di creare dei contatti sempre più stretti con le istituzioni, sia a livello nazionale, sia a livello regionale con Regione Lombardia. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a sensibilizzare le istituzioni rispetto a quello che è il valore dell’impianto elettrico all’interno del sistema Italia.
L’Europa ha dettato chiari obiettivi di elettrificazione per i prossimi anni: questo comporterà sicuramente un aumento delle potenze che verranno immesse in rete e questo futuro prossimo, a noi come Federazione, preoccupa, perché allo stato attuale non c’è nessun tipo di controllo sugli impianti elettrici, nessun obbligo a fare determinate verifiche perché si possa constatare se l’impianto è pronto a ricevere e a sopportare in sicurezza le nuove richieste di potenza alle quali dovrà far fronte».
Qui entra in gioco il fattore chiave della sicurezza…
«In questo impegnativo confronto con le istituzioni puntiamo proprio su questo tema, far comprendere che cos’è la sicurezza dell’impianto elettrico. Ricordiamo ancora una volta che moltissimi incendi avvengono proprio per questioni legate all’impianto elettrico. Dai Vigili del Fuoco apprendiamo che il 30% degli incendi che avvengono nelle industrie si generano proprio a causa di cortocircuiti.
Quindi, sicuramente, l’impianto elettrico necessita un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni. Si sono anche avanzate delle proposte, come, ad esempio, degli sgravi alle assicurazioni, che potrebbero diventare una sorta di controllore: se il cliente dimostra di avere un impianto elettrico eseguito a regola d’arte, allora potrà pagare un premio inferiore.
Insomma, le idee sono tante, però ripeto, è un lavoro lungo e non certo facile. Di sicuro quello che vogliamo fare è portare avanti la cultura della sicurezza come filiera, quindi in collaborazione con ANIE, cercando di veicolare messaggi che siano in grado di raggiungere anche il privato cittadino e accendere in lui una consapevolezza rispetto alla questione sicurezza del proprio impianto elettrico. Campagne di comunicazione come questa, implicano sicuramente una progettazione e una valutazione – anche degli investimenti – meticolosa».
Nell’incontro che avete organizzato lo scorso maggio, sempre legato alla sicurezza, avevate accennato alla proposta di una sorta di censimento degli impianti elettrici in lombardia: è un progetto fattibile?
«Stiamo cercando di farci dare il patrocinio della Regione Lombardia per procedere a questo lavoro di censimento degli impianti, che riteniamo sia un passo importante proprio per mostrare alla politica lo stato reale degli impianti elettrici e, di conseguenza, ribadire la necessità di porvi maggiore attenzione, sensibilizzando ulteriormente la politica a livello nazionale.
Sarà sicuramente un lavoro lungo e complesso; al momento stiamo cercando la collaborazione di ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili, che realizza periodicamente l’Osservatorio sulle costruzioni, e poi vogliamo coinvolgere ANACI, l’associazione dei degli amministratori di condominio, ossia le figure che potrebbero aiutarci attivamente in questa ricerca, avendo la possibilità di recuperare le documentazioni relative ai condomini».
A novembre, come ogni anno, FME organizzerà il suo convegno. Può già darci qualche anticipazione?
«Quest’anno l’argomento principale che vorremmo sviluppare è quello dell’IA, ossia come l’intelligenza artificiale andrà a modificare i nostri modi di lavorare all’interno della filiera. Discuteremo di come sicuramente l’intelligenza artificiale potrà dare un grosso contributo, senza dimenticare di ribadire l’importanza di un utilizzo che sia, prima di tutto, etico. Chiameremo sul palco esperti e mostreremo case history specifiche. Avremo anche la testimonianza di METEL, che utilizza già l’intelligenza artificiale all’interno della sua piattaforma».




