Con l’interruttore aperto SACE Emax 3, ABB introduce un cambio di paradigma: da semplice dispositivo di protezione a componente attivo per la predittività, l’efficienza energetica e la cybersecurity.
Per sostenere carichi elettrici ad alta densità, la semplice protezione elettrica non basta. Le attuali esigenze negli impianti al servizio di infrastrutture pubbliche, come ospedali e aeroporti, oppure dei Data Center, possono essere soddisfatte attraverso componenti attivi che, nel garantire la sicurezza elettrica, sono in grado di elevare le performance diagnostiche e predittive a uno standard superiore.
È questa la filosofia alla base di SACE Emax 3, il nuovo interruttore aperto di ABB che, richiamando lo storico brand italiano, si pone come punto di riferimento per l’efficienza energetica, l’affidabilità e la cybersecurity dei quadri elettrici. Valentina Bastrakova, Product Marketing Manager di ABB Electrification Italia, spiega come questo dispositivo – evoluzione del consolidato SACE Emax 2 – introduca un cambio di paradigma, consentendo di passare dalla tradizionale manutenzione correttiva alla manutenzione predittiva.
La filosofia costruttiva di SACE Emax 3 è chiaramente orientata alla resilienza: quali sono le principali innovazioni che permettono di ridurre l’ingombro nei quadri elettrici e, allo stesso tempo, di ottimizzare le performance per i carichi ad alta densità come i cluster AI?

«SACE Emax 3 è un interruttore già compatto, la novità è l’integrazione di molteplici funzionalità fino ad oggi demandate a strumentazioni esterne. Per citarne una, Network Analyzer, conforme alla Norma IEC 61000-4-30, è uno strumento per effettuare diagnosi analizzando le caratteristiche elettriche del sistema, basandosi su armoniche, fluttuazioni e squilibri di tensione e frequenza. Grazie a questo tipo di diagnosi, si attuano facilmente efficaci azioni preventive e correttive, migliorando l’efficienza del sistema. In particolare, per applicazioni Data Center, grazie alla funzionalità Network Analyzer, si monitorano buchi di tensione fino a 20 ms».
Emax 3 combina sensori interni e moduli come Ekip Temperature 4T e sensori wireless T-Sense: questo aiuta a prevenire i frequenti guasti da surriscaldamento causati da serraggi allentati sulle sbarre?
«Non solo. Emax 3, grazie ai sensori interni, effettua la diagnosi dello stato di salute dell’interruttore, attraverso un controllo di molteplici parametri, come l’usura dei contatti mobili o delle camere d’arco, evitando problemi inaspettati. Attraverso il sensore esterno T-sense Ambient, Emax 3 riconosce eventuali surriscaldamenti causati da guasti di altri dispositivi presenti nel quadro o da temperature ambientali elevate».
La classe di precisione 0.5 indica che l’interruttore, oltre alla protezione dell’impianto, consente la misurazione dell’energia: questo elimina la necessità di misuratori esterni?
«Esattamente. Attraverso la classe di precisione 0.5 certificata secondo la Norma IEC 61557-12, Emax 3 elimina la necessità di dispositivi aggiuntivi, come multimetri esterni e relativi trasformatori di corrente. Ciò si traduce in un risparmio sui costi, ingombri e tempi di installazione, oltre a evitare errori di installazione».
In che modo, in termini di modularità e facilità di cablaggio, il prodotto riduce i tempi e i costi di installazione del quadro elettrico?
«Emax 3 mantiene la stessa altezza e profondità su tutte le taglie: questo significa carpenterie e connessioni ai circuiti di potenza standard, e conseguente riduzione del numero di componenti di carpenteria in stock. Inoltre, tutti gli accessori elettrici sono precablati, con evidenti vantaggi in termini di tempi di installazione».
Qual è il valore aggiunto nell’adottare Emax 3 in un quadro che utilizza già altre soluzioni ABB?
«SACE Emax 3 ha le stesse dimensioni e prestazioni elettriche del suo predecessore, è quindi retrocompatibile con Emax 2, e non richiede la ricertificazione dei quadri. Le mappe di comunicazione di Ekip Aware sono state sviluppate in continuità con le mappe di comunicazione degli sganciatori di protezione delle versioni ABB precedenti. Ciò garantisce una rapida integrazione con i sistemi esistenti».

Come è stata ottimizzata l’interfaccia display e software di Emax 3 per facilitarne la configurazione?
«Il display touchscreen dello sganciatore Ekip Aware ha una risoluzione ottimizzata e un contrasto migliorato con grafiche più intuitive. Inoltre, sono state introdotte nuove modalità di connessione tramite porta USB-C per un rapido collegamento all’interruttore da PC o smartphone senza l’ausilio di ulteriori accessori, oltre alla possibilità di connessione via NFC e Bluetooth direttamente da smartphone».
Nei Data Center e nei sistemi al servizio di fabbriche, ospedali e aeroporti, rapidità e precisione sono fondamentali: quali logiche di protezione integrate in Emax 3 ne assicurano la massima efficacia nel coordinamento con gli altri dispositivi dell’impianto, isolando esclusivamente il ramo di impianto guasto?
«SACE Emax 3 utilizza il protocollo proprietario Com Link per connettere diversi interruttori gestendo la selettività logica digitale. In questo modo interviene solo l’interruttore più vicino al guasto, con maggior controllo della funzionalità del sistema e riduzione al minimo del fuori servizio. È inoltre dotato di protezione adattiva delle microreti: le impostazioni di protezione si adattano a diversi scenari, modificando le soglie rilevanti durante le transizioni, fino ad impostare doppie soglie per le applicazioni più frequenti o anche triple per un ulteriore step di personalizzazione».
Ai fini della manutenzione predittiva: quali sono i parametri più critici (oltre al consumo e alla temperatura) che Emax 3 è in grado di comunicare in tempo reale ai sistemi BMS/EMS per evitare un costoso fermo-macchina?
«Oltre alla temperatura interna, indicatore critico dello stress termico e meccanico dell’interruttore, Emax 3 condivide informazioni sul corretto funzionamento di ogni suo componente e accessorio a esso connesso: ad esempio bobine Rogowski, solenoidi di apertura, usura contatti, eccetera».
Si passa dal concetto di dispositivo di protezione a quello di sensore “attivo”, che consente la manutenzione predittiva: cosa comporta questo cambio di paradigma?
«Emax 3 consente di passare dalla tradizionale manutenzione correttiva alla manutenzione predittiva, grazie a un algoritmo avanzato che direziona le risorse solo dove e quando necessario, aumentando l’affidabilità del sistema».
Nei grandi impianti, oggi un aspetto critico è la cybersicurezza. Come spesso la cronaca ci ricorda, gli hacker sfruttano anche le più piccole vulnerabilità per creare disservizi in Data Center e impianti al servizio di grandi infrastrutture pubbliche. Come ABB approccia la questione progettando questi componenti d’impianto?
«Emax 3 è il primo interruttore aperto ad ottenere la certificazione Cybersecurity IEC 62443 Security Level 2, ed è progettato seguendo le linee guida della normativa. Le funzionalità di Cybersecurity sono integrate ad ogni livello. A livello hardware, tramite un portafoglio di moduli dedicati che assicurano la comunicazione esclusivamente con moduli originali ABB dotati di funzionalità anti-spoofing e antimanomissione. A livello software, con accesso solo tramite PIN, autenticazione basata sui ruoli e aggiornamento firmware sicuro firmato digitalmente con meccanismi anti-roll-back».
Oltre alla misurazione, in che modo i dati forniti da Emax 3 aiutano gli impianti ad alta intensità energetica a ridurre i consumi e a raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione?
«La rilevazione in tempo reale delle principali grandezze elettriche identifica sprechi, sovraccarichi e squilibri di fase ottimizzando l’uso dell’energia. I dati raccolti servono a creare una baseline e documentare i miglioramenti apportati all’impianto, facilitando la rendicontazione delle emissioni di Scopo 2 e Scopo 3. Le logiche personalizzate integrano in maniera efficace flussi energetici provenienti da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo, ottimizzando l’autoconsumo di energia verde e sostenibile».
L’interruttore porta lo storico marchio SACE: in che modo questo brand esprime i valori del Made in Italy in termini di qualità ingegneristica e produttiva, e come si armonizza nell’attuale panorama dell’offerta ABB?
«Il nuovo interruttore Emax 3 è stato sviluppato principalmente nel nostro centro R&D di Bergamo, per poi essere testato e prodotto nello stabilimento Lighthouse di Frosinone.
L’avvio di questo progetto ha coinvolto ben 250 persone in Italia. SACE è da 90 anni sinonimo di eccellenza Made in Italy nell’ambito della distribuzione elettrica, motivo per cui ABB ha scelto di reintrodurre il brand SACE prima del nome del prodotto».
SACE Emax 3 è il nuovo interruttore aperto di ABB, evoluzione del consolidato Emax 2 e progettato per integrarsi perfettamente nei sistemi di distribuzione elettrica. Combina versatilità, sicurezza e affidabilità, rispondendo alle esigenze degli impianti moderni con una tecnologia innovativa capace di evolvere insieme alle infrastrutture. I sensori avanzati e la gestione smart dell’energia garantiscono la massima efficienza operativa e, grazie alla sua flessibilità, Emax 3 assicura continuità e supporta gli impianti nelle sfide future. Oltre a garantire la protezione di persone e asset, è il primo interruttore aperto a ottenere la certificazione Cybersecurity IEC 62443 Security Level 2, offrendo così un livello di sicurezza senza precedenti nel settore.
ABB è un leader tecnologico globale nell’elettrificazione e nell’automazione, che contribuisce a costruire un futuro più sostenibile ed efficiente nella gestione delle risorse. Combinando le proprie competenze ingegneristiche e di digitalizzazione, ABB aiuta le industrie ad operare massimizzando le loro prestazioni e diventando così sempre più efficienti, produttive e sostenibili. In ABB tutto questo è definito “Engineered to Outrun“. Il Gruppo ha oltre 140 anni di storia e oltre 110.000 dipendenti in tutto il mondo.




