Analisi video, le possibili cause dei falsi allarmi

Installare telecamere “intelligenti” significa aumentare, e non di poco, il livello di sicurezza del proprio sistema antintrusione perimetrale. Tuttavia, ci sono situazioni che possono creare molti falsi allarmi agli algoritmi di analisi video, esaminiamo le più comuni.

Per analisi video si intende l’applicazione di algoritmi che permettono all’impianto di videosorveglianza di “ragionare” su quello che vedono. Tramite la comparazione fra ciò che vedono e le regole che l’installatore va a scrivere nel sistema, possono individuare una persona o un veicolo e quindi generare allarmi che poi possono venir riportati sul sistema antintrusione.

Queste regole normalmente fanno riferimento a bersagli con forme specifiche e dimensioni minime e massime che l’installatore dovrà configurare per determinare “la prospettiva” e quindi le condizioni di allarme. Va ricordato infatti che, mentre l’occhio e il cervello umani valutano l’immagine tridimensionalmente, una telecamera vede in due dimensioni. La profondità viene appunto “insegnata” all’algoritmo tramite la definizione dei bersagli.

Cosa può indurre in errore l’algoritmo

È necessario aver chiaro che un sistema di analisi video, per quanto sofisticato, non compie un ragionamento umano. Non discerne, ad esempio, una persona dalla presenza di gambe e braccia oppure un veicolo dalla presenza di una targa o di altre caratteristiche tipiche. Questi algoritmi ragionano per sagome che, per caratteristica, si avvicinano a quelle dei bersagli ricercati. Se si crea nella scena un bersaglio con una sagoma identica a quella di umano e lo si mette in movimento, l’algoritmo andrà in allarme.

Vegetazione nell’inquadratura

Una tipica situazione che può indurre in errore l’algoritmo dell’analisi video è la presenza di piante ed alberelli. Un piccolo albero che occupa tutta la scena e che oscilla per effetto del vento, soprattutto se di dimensioni paragonabili a quelle di un umano, potrebbe generare dei falsi allarmi. Se fossero presenti arbusti di questo tipo nell’inquadratura, sarebbe opportuno determinare un’area di rilevamento tale per cui questi vengano esclusi.

Insetti e ragnatele

Un altro fattore disturbante è determinato da insetti e ragnatele presenti sull’obbiettivo. La presenza di insetti o la formazione di ragnatele sulle telecamere è quasi inevitabile, soprattutto durante la stagione invernale dove il lieve “tepore” offerto dall’apparato alimentato rappresenta un ottimo riparo ai rigori stagionali.

Trattandosi di bersagli molto vicini all’obbiettivo della telecamera, ragni e insetti appaiono “enormi” agli occhi dell’analisi video che quindi li vedrà della stessa dimensione dei bersagli umani e quindi determinerà condizioni di allarme. Questa problematica è esaltata dagli infrarossi e dalla modalità “bianco e nero” delle telecamere tradizionali, mentre è quasi irrilevante quando la telecamera funziona a colori.

IN ORARIO notturno una telecamera Starlight è in grado di rimanere a colori e così l’algoritmo di analisi video può individuare correttamente una persona (Ripresa con telecamere: Beatrix)

Per questa ragione non bisognerebbe mai utilizzare telecamere in modalità notturna tradizionale in abbinata a sistemi di analisi video. Non è un caso che qualsiasi costruttore o sviluppatore di prodotti o software nel campo dell’analisi video raccomandino l’uso di telecamere Starlight o l’installazione di fonti luminose ausiliarie per poter mantenere a colori le immagini anche in orario notturno.

Presenza di nebbia

Un terzo e ultimo fattore, davvero destabilizzante per qualsiasi algoritmo, è la nebbia. Banalmente, così come la nebbia impedisce alle persone di vedere, così anche la telecamera è impossibilita a fare il proprio lavoro. Ma non solo. I cumuli in movimento veloce davanti al suo obbiettivo possono rappresentare a tutti gli effetti bersagli, creando molti falsi allarmi. Se ai due problemi precedenti l’installatore può porre rimedio, in questo caso non c’è spazio per alcun accorgimento tecnico: in ambienti nebbiosi l’analisi video è sconsigliata a meno che non si faccia utilizzo di telecamere termiche (i cui costi, ovviamente, sono però differenti).

Conclusioni

Gli algoritmi di analisi video sono stabili e sicuri nonché oggetto di forti investimenti in ricerca e sviluppo da parte dei principali player del mondo della videosorveglianza, per cui possiamo aspettarci risultati sempre migliori negli anni a venire.

L’installatore però non deve dimenticare che, nonostante la comunicazione commerciale menzioni spesso la parola “intelligenza”, una telecamera o un software non potrà mai sostituire l’occhio umano e il suo intelletto. È quindi sbagliato aspettarsi i risultati che avremmo mettendo una persona fisica di guardia. L’analisi video va installata con la consapevolezza che il falso allarme sia possibile e che non deve essere l’unica linea di difesa preposta alla difesa del cliente.

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