IP, nuove possibilità per i sistemi antintrusione

apertura-jpgNel campo della sicurezza, come in quasi tutti i campi dell’elettronica, per sopravvivere bisogna evolversi in direzioni di soluzioni più snelle, ‘mobile’ e cost-effetive, in particolare nell’intrusione, considerata da sempre la ‘Cenerentola della sicurezza’. Anche l’intrusione, come l’automazione, la domotica e gli altri settori della security, si è mossa verso l’IP, grazie a piattaforme tecnologiche che consentono di gestire in tempo reale e di vedere su smartphone o tablet ciò che realmente succede quando scatta un allarme. Una verifica dell’allarme che, finalmente, consente la gestione del falso positivo. Ma in che direzione sta andando il mercato dell’antintrusione e, soprattutto, come sta andando?

Nonostante il periodo non proprio felice, secondo MarketsanMarkets, il settore dei sistemi d’allarme, controllo accessi e sicurezza perimetrale, vede comunque una crescita media del 7%. A livello mondiale il podio se lo giocano gli Stati Uniti, caratterizzati da una maggiore crescita, e seguono, a ruota, Asia ed Europa. E, nello specifico, il nostro Belpaese? Possiamo dire che è in linea con l’andamento globale. L’antintrusione, infatti, risulta essere il segmento più dinamico e con maggior redditività, crescita e notevole fidelizzazione della clientela. Fattori che portano a ricavi con cifre degne di nota.

Integrazione tra security e building management

Un’indagine di follow-up conferma che l’antintrusione è cresciuta anche in periodo di crisi, grazie al perimetrale di siti produttivi di energia pulita e a un risveglio del mercato del residenziale. Naturalmente per fronteggiare la richiesta del mercato occorrono soluzioni a basso costo, ma performanti, che permettano il minor intervento possibile a livello di struttura e, di conseguenza, la possibilità di evitare la stesura dei cavi… magari wireless? Per rispondere a queste richieste non dobbiamo tralasciare quelle che sono le caratteristiche basilari, ora divenute fondamentali, in un sistema antintrusione, come la video verifica dell’allarme su IP o la gestione da remoto tramite smartphone/Ipad. Come si fa a integrare la videosorveglianza con la gestione di un sistema di sicurezza? I brand più attenti hanno sviluppato piattaforme software che girano su IP e consentono l’integrazione tra i sistemi di security e building management (con possibilità, quindi, di gestire una domotica easy: accensione delle luci, del riscaldamento, dell’aria condizionata). Si tratta di piattaforme aperte che permettono la gestione da un’unica interfaccia di tutti i sottoinsiemi: intrusione, tvcc, accessi, domotica. Da remoto, tramite smartphone, possiamo poi accedere al sistema e, tramite una tastiera virtuale, gestire i vari scenari possibili, non solo gli allarmi. Allo scattare di un allarme fisico prendiamo in carico la segnalazione e valutiamo in real time di cosa si tratta e l’azione da intraprendere: cosa ha fatto scattare l’allarme, come intervenire e se intervenire, agevolati dalla possibilità di disporre dello streaming delle immagini delle telecamere, che facilita la comprensione delle dinamiche. L’IP riesce a far convogliare più applicazione in un unico punto di gestione e questo rende più facile e celere la gestione delle segnalazioni.

L’IP non è necessariamente più costoso

“Il secondo mito da sfatare – continua Di Crosta – è che non è vero che un sistema IP sia più consono a un’installazione in villa rispetto a un piccolo appartamento; è il profilo del cliente finale che fa la differenza, e la decisione non dipende certo dalle dimensioni della residenza (che, tra l’altro, non sono necessariamente espressione delle sue possibilità economiche). Un single in un miniappartamento potrebbe essere potenzialmente più interessato di altri a integrare un impianto di sicurezza e domotica in IP, essendo spesso fuori casa e, nel 99% dei casi, disponendo già di una rete ADSL. Infine una terza riflessione: un sistema di sicurezza IP non è necessariamente più costoso di un impianto non-IP tradizionale. Certo, bisogna saper scegliere tra ciò che offre il mercato ed essere in grado di spiegarlo al cliente finale. Per esempio, qualsiasi soluzione ‘rappezzata’ – che cioè utilizza una centrale tradizionale a cui si debbono aggiungere costosi moduli TCP/IP, schede audio, interfaccia video o domotiche – oltre a risultare spesso inadeguata e poco affidabile, sarà certamente molto più costosa rispetto a una piattaforma che già integra direttamente a bordo tutte le funzionalità IP, web-server e mappe grafiche per verifica video/audio, gestione accessi, automazioni, clima. Una soluzione progettata per questo livello di integrazione e convergenza IP risulterà molto meno costosa di tutte le soluzioni che necessitano di moduli HW o SW aggiuntivi; inoltre sarà più performante e affidabile, anche e soprattutto per la Sicurezza della trasmissione dati in rete, e molto più versatile, permettendo di mettere in rete sullo stesso indirizzo IP – statico o dinamico – innumerevoli telecamere e NVR, anche di diverse marche e modelli, purché supportino il diffusissimo protocollo Onvif, e consentendo di aggiungere periferiche IP, secondo le necessità, sulla stessa rete e accessibili dallo stesso web-server”.

Comfort ai massimi livelli

“Sarà anche una soluzione decisamente più comoda – conclude Di Crosta –: vi si potrà infatti accedere da qualsiasi dispositivo, fisso o mobile, indipendentemente dal sistema operativo (OS per Apple, Android), senza dover scaricare applicazioni dedicate e senza dover ‘saltare’ da un web-server all’altro, da un indirizzo all’altro, per visualizzare un’altra telecamera oppure per passare dalla gestione remota dell’antintrusione a quella del TVCC, piuttosto che della domotica. Il comfort deriverà anche dalla configurazione da remoto: l’installatore, infatti, potrà programmare/configurare tutto da un unico software, comodamente seduto davanti al computer. Sempre da remoto, poi, potrà aggiornare in tempo reale, oltre al SW, anche il FW della centrale e di tutte le periferiche ad essa collegate. Sarà una soluzione sicura, garantita da un’architettura di sistema (compresa la parte IP) pensata partendo da consolidate esperienze in ambito antintrusione e poi sviluppata per integrare la domotica e altri aspetti (e non viceversa)”.

Innovarsi per innovare

Concludendo, sono convinto che oggi chi continua a deprezzare il mercato della sicurezza offrendo soluzioni al ribasso e pensando che per vendere un impianto, soprattutto in periodi di crisi, sia necessario abbattere costantemente i prezzi e rinunciare a innovarsi, commetta un grosso errore, che potrebbe rivelarsi anche fatale. Come in parte stiamo già osservando, la crisi sta diventando un momento di selezione nel mercato, in cui ognuno, dal produttore all’installatore, deve assumersi le proprie responsabilità, interpretando i cambiamenti nel mondo della data communication e percependo la crisi come opportunità per cambiare noi stessi e differenziarci da un’offerta dozzinale e generalizzata, che presto verrà prodotta altrove. Nella realtà attuale, il cliente finale in difficoltà economica e con scarsa propensione a installare un sistema, difficilmente cambierà idea, indipendentemente dalle capacità tecniche e commerciali di chi glielo propone. Ma chi invece si decide ad acquistare un impianto di Sicurezza e/o di Domotica, nella grandissima maggioranza dei casi è disposto anche a spendere qualcosa in più se chi glielo propone è in grado di illustrargli, magari in qualche minuto di demo dal proprio smartphone o tablet, i vantaggi che egli otterrebbe utilizzando, anziché una soluzione di vecchia generazione, una soluzione IP. (testo di Laura Turrini).

I quattro ostacoli sul cammino dell’IP

In merito alle oggettive difficoltà che la diffusione di un impianto IP incontra rispetto ad uno tradizionale, dobbiamo riconoscere che in molti casi, per fortuna non sempre, esse sono da ricondursi, con gradi diversi, a quattro principali fattori. 1) Al primo posto troviamo la scarsa capacità propositiva del distributore e della sua struttura di vendita e di supporto tecnico. 2) A questo seguono insufficienti competenze relative all’IP/Networking da parte del distributore e dell’installatore. 3) Anche un eccessivo ‘conservatorismo’ e l’inadeguata capacità di innovarsi da parte degli operatori risulta essere un problema diffuso. 4) Infine, non vanno dimenticate le carenti abilità di proposizione e vendita dell’installatore verso il cliente finale (quale valore aggiunto posso offrire che renda la mia offerta diversa, unica e attuale?). Si tratta di un punto essenziale: spesso, infatti, l’utente non è nemmeno a conoscenza del fatto che esistano soluzioni che, sebbene forse leggermente più costose, gli permettano di acquisire quel grado di libertà e sicurezza che solo una gestione remota anche da smartphone gli può dare, ovunque egli si trovi.

Si ritiene spesso che una difficoltà provenga dalla scarsa attitudine degli utenti all’uso dei sistemi IP. In realtà le statistiche dicono il contrario. Gli utenti sono già pronti alla tecnologia IP. Abbiamo chiesto anche a Raffaele Di Crosta, CEO di Ksenia Security, un parere sull’argomento. “Ritengo che sia utile, anche e soprattutto nell’interesse dei distributori e installatori del settore, considerare il tema valutando alcuni nuovi elementi. Partiamo sfatando qualche mito. Il primo è che gli utenti finali non siano pronti a questa tecnologia. Basta leggere qualche dato sull’enorme diffusione dell’IP in Italia e in Europa per rendersi conto del contrario. Secondo Audiweb Trends, il report di sintesi della Ricerca di Base realizzata in collaborazione con Doxa, nel primo trimestre 2013 37,8 milioni di italiani hanno dichiarato di accedere a internet da qualsiasi luogo e device (80,2% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni), con una maggiore disponibilità di accesso a internet da casa via computer (35 milioni di individui tra gli 11 e i 74 anni, pari al 74,5% dei casi)”.

Saturazione dei collegamenti “da ufficio”

Mentre ci avviciniamo a un livello di ‘quasi saturazione’ dei collegamenti da ‘computer da lavoro’, continuano a crescere esponenzialmente i collegamenti da computer di casa e, soprattutto, da dispositivi mobili (con gli smartphone in testa, seguiti dai tablet). Quest’ultimo dato è sintomatico di quanto elevato sia ormai il numero, e il tasso di crescita, degli italiani che accedono quotidianamente a internet da casa (con, tra l’altro, un numero impressionante di accessi da utenze femminili), ma anche di quanto sia ormai alla portata di tutti navigare sui diversi browser (google, safari, chrome, mozilla), nonché di quanto tutto ciò sia ancora più facile e comodo rispetto all’utilizzo di programmi e app dedicate a seconda del sistema operativo disponibile”.

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